[Gfoss] Geodati liberi: prosegue il dibattito

Maurizio Napolitano napo a fbk.eu
Mer 15 Maggio 2013 21:24:33 CEST


> Innanzitutto la ODBL
> http://opendatacommons.org/licenses/odbl/
> non può essere utilizzata dalle PA in Italia perché (ma se sbaglio
> correggetemi) è solo in Inglese.

ODbL e' solo in inglese, ma .. anche la GPL e' solo in inglese ...
e sembra che le Creative Commons 4.0 saranno solo in inglese
http://wiki.creativecommons.org/4.0


> Le CC esistono anche in Italiano, ed in quanto "contratto", la licenza
> deve essere chiaramente intelligibile a chi, scaricando il dato,
> accetta le condizioni di utilizzo.

Come detto piu' volte le Creative Commons non coprono le banche dati.
Fino alla 2.5 non venivano manco citati, dalla 3.0 invece e' scritto.
Se infatti guardi la versione delle CC usata in Piemonte, ti accorgi
che usano la 2.5
Il lavoro delle licenze fatto sugli open data del Piemonte e' stato
fatto con il centro NEXA dove, queste cose, le masticano bene.
>
> Di conseguenza per una PA sono utilizzabili solo le CC e le IODL.

allora, da come me la metti, una PA non puo' usare nemmeno la GPL
Non ne sono convinto

> Le IODL hanno lo svantaggio di essere solo in Italiano (ma se sbaglio
> correggetemi),

e' fatta solo in italiano, nelle ultime righe dichiara di essere
compatibile con la CC-BY

> e dunque poco adatte ad un contesto in evoluzione verso
> una globalizzazione (come INSPIRE chiede) dove sia le licenze, che la
> metainformazione che le interfacce degli strumenti devono essere
> multilingual.
>
> Restano solo le CC.

... che come dicevo sopra sembra che dalla 4.0 saranno solo in inglese.
Mi riservo pero' la carta di verificare sentendo gente di creative
commons

> La PA non può rinunciare alla titolarietà del suo patrimonio di dati,
> e dunque almeno la CC-BY è d'obbligo.

Concordo e non concordo.
Da quello che il dibattito, sul tema, fra i giuristi e' aperto.
C'e', nella legge italiana, che dice chiaramente che la PA non
usa la legge sul diritto d'autore - art. 5 comma 2 l41/633
http://www.interlex.it/testi/l41_633.htm#5
---
Le disposizioni di questa legge non si applicano ai testi degli atti 
ufficiali dello stato e delle amministrazioni pubbliche, sia italiane 
che straniere.
---
Facendo quindi cadere tutti gli atti ufficiali nel pubblico dominio

Rimane aperta la questione che il diritto morale e' un diritto a cui non 
si puo' assolutamente rinunciare.
.... ma c'e' da dire che la Regione Piemonte pubblica in CC0 da oltre 3
anni e non ha avuto alcun problema in tal senso.
E lo ha fatto diventare anche legge prendendo in considerazione
anche questo problema
http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2012/45/attach/dgr_04687_815_08102012.pdf

[...]
le licenze standard individuate da Regione Piemonte per il riutilizzo 
dei dati sono le
seguenti:
- CC0 - Creative Commons Zero
- licenza CC BY – Creative Commons Attribuzione 2.5
A causa del funzionamento diretto ed “automatico” delle norme che 
tutelano il diritto d’autore e i diritti connessi, è necessario sempre e 
comunque associare ai dati e ai documenti che vengono pubblicati ai fini 
del riutilizzo tramite Internet una licenza che indichi le condizioni e 
i termini ai quali quest’ultimo viene concesso, o comunque una 
dichiarazione che sancisca l’assenza di qualsiasi vincolo al riutilizzo.
[...]

> Perché la PA deve rilasciare i suoi dati? Innanzitutto
[...]
> Solo di recente la Agenda Digitale Europea ha sollecitato (Action 3:
> Open up public data resources for re-use) il rilascio dei dati
> pubblici per incentivare una crescita economica, quasi come fossero un
> "carburante" a basso costo per riavviare i motori di una impresa in un
> difficile contesto economico.

Il tutto si rifa' anche alla direttiva PSI del 2003
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:32003L0098:IT:NOT
che poi, dopo nell'agenda digitale e' diventato esattamente il motivo
di quello che tu dici
"Public Sector Information - Raw Data for New Services and Products"
http://ec.europa.eu/information_society/policy/psi/index_en.htm

> Di qui le iniziative di rilascio come Open-Data da parte di diverse PA.

yes!
Che poi sono state rafforzate dal decreto crescita 2.0 e dalle relative 
conseguenze di modifiche al Codice di Amministrazione Digitale negli 
articoli 52 e 68

> Per quali casi potrebbe risultare opportuno rilasciare come CC-BY-SA
> alcuni archivi?

[...]

> Perchè Open Street Map rilascia con una licenza Share-Alike? Per far
> si che l'originale risorsa realizzata da una comunità non venga
> fagocitata da multinazionali, ma perchè rimanga risorsa pubblica e
> disponibile per la piccola imprenditoria e per il cittadino.

Ni
Prima di tutto per difendere la comunita', il resto (ma questa e' una 
mia opinione) sono conseguenze.
D'altronde anche la GPL punta alla difesa delle 4 liberta' del software 
libero mentre, tutto il resto, sono conseguenze.
ma nuovamente e' la mia opinione

> E credo, sempre mia personale opinione, che una PA  debba favorire il
> territorio, i cittadini, la piccola impresa, piuttosto che le
> multinazionali che possono avere lo stesso dato, senza i vincoli di
> una licenza SA, pagando dei corrispettivi (contributi ai costi di
> produzione o simili) che normalmente le PA prevedono per rilasciare i
> dati (Le licenze CC prevedono che il licenziante possa rinunciare a
> far valere specifiche condizioni, ad esempio "attribuzione" o
> "Condividi allo stesso modo", altro aspetto fondamentale non
> contemplato, mi sembra, nè da IODL né da ODBL).

La IODL 1.0 ha questa caratteristica
Ne ho parlato qui
http://lists.gfoss.it/pipermail/gfoss/2013-May/027331.html
in risposta Saretta

Rimango dell'idea che una PA non puo' fare discriminazioni e che una 
piccola impresa potrebbe diventare una grande impresa (Google e Facebook 
erano delle PMI).

La CC-BY-SA e' molto vincolante:
per assurdo (e sottolineo per assurdo in quanto la cc-by-sa non e' 
pensata per il software) e' come se tutto quello che viene generato con 
un software (dati, documenti, infografiche) debba per forza utilizzare 
lo stesso tipo di licenza.

la ODbL lo e' molto meno e
si concentra esattamente sull'oggetto che deve difendere (= i dati).

Questo e' uno dei motivi per cui dico che i dati non sono come il 
software (intendo applicativi, librerie, servizi)


PS:
un posto dove discutere di questo e' qui
http://www.innovatoripa.it/



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