[Gfoss] Geodati liberi: prosegue il dibattito

Maurizio Trevisani maurizio.trevisani a gmail.com
Mer 15 Maggio 2013 22:08:48 CEST


Scrivi che non vale il diritto d'autore.

Vero.

Ma il dato, la conoscenza, è ciò su cui la PA poggia le proprie
decisioni, e perciò lo rilascia comunque "firmandolo" come proprio.
Una "firma" che serve a certificare la ufficialità (non
necessariamente la qualità!) del dato, e che deve sempre accompagnarlo
(altrimenti smette di avere un valore di dato ufficiale).
Di qui l'esigenza del "BY".

Per il resto, riconosco che hai ragione, ma:
1) occorre una licenza multilingual (sia italiano che altre lingue)
2) occorre una licenza che sia "BY"
3) occorre una licenza che si possa "coniugare" in differenti livelli
di "protezione"/"libertà di riuso"

Il fatto che RP abbia adottato la CC0 sinceramente lo capisco poco.


Sarebbe interessante se si potesse arrivare ad un set di licenze
multilingue specificatamente orientate alle esigenze di condivisione
del dato delle PA.



________________________________________________________________
    La PA non può rinunciare alla titolarietà del suo patrimonio di dati,
    e dunque almeno la CC-BY è d'obbligo.


Concordo e non concordo.
Da quello che il dibattito, sul tema, fra i giuristi e' aperto.
C'e', nella legge italiana, che dice chiaramente che la PA non
usa la legge sul diritto d'autore - art. 5 comma 2 l41/633
http://www.interlex.it/testi/l41_633.htm#5
---
Le disposizioni di questa legge non si applicano ai testi degli atti
ufficiali dello stato e delle amministrazioni pubbliche, sia italiane
che straniere.
---
Facendo quindi cadere tutti gli atti ufficiali nel pubblico dominio

Il 15/05/13, Maurizio Napolitano<napo a fbk.eu> ha scritto:
>
>> Innanzitutto la ODBL
>> http://opendatacommons.org/licenses/odbl/
>> non può essere utilizzata dalle PA in Italia perché (ma se sbaglio
>> correggetemi) è solo in Inglese.
>
> ODbL e' solo in inglese, ma .. anche la GPL e' solo in inglese ...
> e sembra che le Creative Commons 4.0 saranno solo in inglese
> http://wiki.creativecommons.org/4.0
>
>
>> Le CC esistono anche in Italiano, ed in quanto "contratto", la licenza
>> deve essere chiaramente intelligibile a chi, scaricando il dato,
>> accetta le condizioni di utilizzo.
>
> Come detto piu' volte le Creative Commons non coprono le banche dati.
> Fino alla 2.5 non venivano manco citati, dalla 3.0 invece e' scritto.
> Se infatti guardi la versione delle CC usata in Piemonte, ti accorgi
> che usano la 2.5
> Il lavoro delle licenze fatto sugli open data del Piemonte e' stato
> fatto con il centro NEXA dove, queste cose, le masticano bene.
>>
>> Di conseguenza per una PA sono utilizzabili solo le CC e le IODL.
>
> allora, da come me la metti, una PA non puo' usare nemmeno la GPL
> Non ne sono convinto
>
>> Le IODL hanno lo svantaggio di essere solo in Italiano (ma se sbaglio
>> correggetemi),
>
> e' fatta solo in italiano, nelle ultime righe dichiara di essere
> compatibile con la CC-BY
>
>> e dunque poco adatte ad un contesto in evoluzione verso
>> una globalizzazione (come INSPIRE chiede) dove sia le licenze, che la
>> metainformazione che le interfacce degli strumenti devono essere
>> multilingual.
>>
>> Restano solo le CC.
>
> ... che come dicevo sopra sembra che dalla 4.0 saranno solo in inglese.
> Mi riservo pero' la carta di verificare sentendo gente di creative
> commons
>
>> La PA non può rinunciare alla titolarietà del suo patrimonio di dati,
>> e dunque almeno la CC-BY è d'obbligo.
>
> Concordo e non concordo.
> Da quello che il dibattito, sul tema, fra i giuristi e' aperto.
> C'e', nella legge italiana, che dice chiaramente che la PA non
> usa la legge sul diritto d'autore - art. 5 comma 2 l41/633
> http://www.interlex.it/testi/l41_633.htm#5
> ---
> Le disposizioni di questa legge non si applicano ai testi degli atti
> ufficiali dello stato e delle amministrazioni pubbliche, sia italiane
> che straniere.
> ---
> Facendo quindi cadere tutti gli atti ufficiali nel pubblico dominio
>
> Rimane aperta la questione che il diritto morale e' un diritto a cui non
> si puo' assolutamente rinunciare.
> .... ma c'e' da dire che la Regione Piemonte pubblica in CC0 da oltre 3
> anni e non ha avuto alcun problema in tal senso.
> E lo ha fatto diventare anche legge prendendo in considerazione
> anche questo problema
> http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2012/45/attach/dgr_04687_815_08102012.pdf
>
> [...]
> le licenze standard individuate da Regione Piemonte per il riutilizzo
> dei dati sono le
> seguenti:
> - CC0 - Creative Commons Zero
> - licenza CC BY – Creative Commons Attribuzione 2.5
> A causa del funzionamento diretto ed “automatico” delle norme che
> tutelano il diritto d’autore e i diritti connessi, è necessario sempre e
> comunque associare ai dati e ai documenti che vengono pubblicati ai fini
> del riutilizzo tramite Internet una licenza che indichi le condizioni e
> i termini ai quali quest’ultimo viene concesso, o comunque una
> dichiarazione che sancisca l’assenza di qualsiasi vincolo al riutilizzo.
> [...]
>
>> Perché la PA deve rilasciare i suoi dati? Innanzitutto
> [...]
>> Solo di recente la Agenda Digitale Europea ha sollecitato (Action 3:
>> Open up public data resources for re-use) il rilascio dei dati
>> pubblici per incentivare una crescita economica, quasi come fossero un
>> "carburante" a basso costo per riavviare i motori di una impresa in un
>> difficile contesto economico.
>
> Il tutto si rifa' anche alla direttiva PSI del 2003
> http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:32003L0098:IT:NOT
> che poi, dopo nell'agenda digitale e' diventato esattamente il motivo
> di quello che tu dici
> "Public Sector Information - Raw Data for New Services and Products"
> http://ec.europa.eu/information_society/policy/psi/index_en.htm
>
>> Di qui le iniziative di rilascio come Open-Data da parte di diverse PA.
>
> yes!
> Che poi sono state rafforzate dal decreto crescita 2.0 e dalle relative
> conseguenze di modifiche al Codice di Amministrazione Digitale negli
> articoli 52 e 68
>
>> Per quali casi potrebbe risultare opportuno rilasciare come CC-BY-SA
>> alcuni archivi?
>
> [...]
>
>> Perchè Open Street Map rilascia con una licenza Share-Alike? Per far
>> si che l'originale risorsa realizzata da una comunità non venga
>> fagocitata da multinazionali, ma perchè rimanga risorsa pubblica e
>> disponibile per la piccola imprenditoria e per il cittadino.
>
> Ni
> Prima di tutto per difendere la comunita', il resto (ma questa e' una
> mia opinione) sono conseguenze.
> D'altronde anche la GPL punta alla difesa delle 4 liberta' del software
> libero mentre, tutto il resto, sono conseguenze.
> ma nuovamente e' la mia opinione
>
>> E credo, sempre mia personale opinione, che una PA  debba favorire il
>> territorio, i cittadini, la piccola impresa, piuttosto che le
>> multinazionali che possono avere lo stesso dato, senza i vincoli di
>> una licenza SA, pagando dei corrispettivi (contributi ai costi di
>> produzione o simili) che normalmente le PA prevedono per rilasciare i
>> dati (Le licenze CC prevedono che il licenziante possa rinunciare a
>> far valere specifiche condizioni, ad esempio "attribuzione" o
>> "Condividi allo stesso modo", altro aspetto fondamentale non
>> contemplato, mi sembra, nè da IODL né da ODBL).
>
> La IODL 1.0 ha questa caratteristica
> Ne ho parlato qui
> http://lists.gfoss.it/pipermail/gfoss/2013-May/027331.html
> in risposta Saretta
>
> Rimango dell'idea che una PA non puo' fare discriminazioni e che una
> piccola impresa potrebbe diventare una grande impresa (Google e Facebook
> erano delle PMI).
>
> La CC-BY-SA e' molto vincolante:
> per assurdo (e sottolineo per assurdo in quanto la cc-by-sa non e'
> pensata per il software) e' come se tutto quello che viene generato con
> un software (dati, documenti, infografiche) debba per forza utilizzare
> lo stesso tipo di licenza.
>
> la ODbL lo e' molto meno e
> si concentra esattamente sull'oggetto che deve difendere (= i dati).
>
> Questo e' uno dei motivi per cui dico che i dati non sono come il
> software (intendo applicativi, librerie, servizi)
>
>
> PS:
> un posto dove discutere di questo e' qui
> http://www.innovatoripa.it/
>
>


-- 

__________________
Maurizio Trevisani
Dirigente Settore "Sistema Informativo Territoriale ed Ambientale"
via di Novoli 22 - 50127 Firenze
tel. 0554383186
cell.3311711256
fax. 0554383570
http://www.geografia.toscana.it/
email: Maurizio.Trevisani a regione.toscana.it


Maggiori informazioni sulla lista Gfoss