[Gfoss] ASITA e le associazioni geografiche in Italia

G. Allegri giohappy a gmail.com
Gio 15 Nov 2012 11:26:25 CET


Complimenti Marco,
hai espresso a pieno anche il mio pensiero.

Recentemente ho letto "What is GIS? Why after 30+ years, do I feel like the
field has an identity crisis?" [1], un post di Stephen Mather, che parte da
altre affermazioni sull'identità dei GIS oggi, e dal video di Paul Ramsey
"Spatial IT & the Spatial Web" [2].

E' vero, occuparsi di GIS oggi è complesso. Non può esistere, credo, il
"GIS expert", come non credo sia mai esistito, proprio perché la
definizione di GIS è così vasta, e comprende così tanti aspetti e figure
professionali, che un GIS expert può essere solo un team.

Non concordo tutta via sull'affermazione che GIS è uguale a Spatial IT.
Questa visione, che ritengo miope e che coglie soltanto un aspetto
dell'ecosistema GIS, ha ovviamente tutto il sostegno di chi produce
tecnologie informatiche.
Continuando la metafora di Marco, è come sostenere che un ingegnere Red
Bull-Renault può sostituire Sebastian Vettel in pista :)

Occuparsi di dati geografici significa anzitutto, come da sempre, elaborare
e gestire modelli concettuali della realtà. Credo che uno specialista
geografico servirà sempre, e dovrà essere nostra cura sostenere il lato
scientifico (geo-information science) dei GIS.

giovanni


[1]
http://smathermather.wordpress.com/2012/10/27/what-is-gis-why-after-30-years-do-i-feel-like-the-field-has-an-identity-crisis/
[2] http://opengeo.org/about/videos/spatialit/

Il giorno 15 novembre 2012 10:52, Marco Guiducci
<marcoguiducci a ymail.com>ha scritto:

> > che detto in altro modo: i gis saranno sempre piu' alla portata di tutti
>
> > e gli specialisti, comunque, si potranno distinguere su nuove
> > professionalita'.
>
> certo! per riparare i danni fatti! ;-)
> a parte le battute, già in una mia precedente ho scritto che si va ancora
> all'università per capire come sono fatti e come si fanno i dati geografici.
> Una buona parte del mio lavoro nel settore pubblico è risolvere, meglio
> sarebbe prevenire, o guidare i colleghi architetti, geologi, forestali e
> via dicendo, che hanno uno strumento tra le mani ma poco bagaglio teorico.
> Non si tratta di mettere una traccia su OSM: si tratta di realizzare
> strati informativi corretti, cioè che contengano dati veri, e realizzati in
> modo da essere utilizzabili, per poi eseguire calcoli con essi.
> Esempio stupido: se domani i kit per l'analisi del sangue si svendono su
> internet (magari ci sono già....) tra qualche hanno ci faremo le analisi da
> soli in casa?
> L'informazione geografica come un'auto che tutti hanno e tutti sanno
> guidare?
>
> Quindi credo ancora nella differenziazione professionale: il tecnico
> ambientale fa prelievi e campionamenti delle acque e sa lui come si fanno.
> Poi li porta al tecnico gis che sa lui come memorizzarli e come farli
> interagire con altri strati informativi.
> Si assiste da una parte a una specializzazione spinta all'estremo,
> dall'altra, nel nostro settore, al contrario. Il solo fatto che gli
> strumenti gis siano diventati "semplici" e disponibili non rende
> automaticamente tutti "esperti".
> Insomma per chiudere, sotto il cofano di un XGis, c'è tanto sapere e tanti
> cavalli da spremere con cognizione di causa.
>
> saluti
> marco
>
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