[Gfoss] Lotta impari ... povera Italia :(

Andrea Peri aperi2007 a gmail.com
Dom 8 Feb 2015 10:10:53 CET


Salve,

Leggo con molto interesse questo treddo.
Intervengo senza rimarcarealcun commento precedente perche' in effetti
tutte le posizioni hanno un punto di condivisione.
Anche se personalmente propendo piu' per alcune e meno per altre.

Intervengo solo per far notare che 'universita' non va vista come una
sorta di specializzazione di una scuole professionale, ove si impara
un mestiere attraverso l'impiego di determinati strumenti.
L'universita' e' prima di tutto (o dovrebbe essere) un mondo in cui lo
studente entra armi e bagagli nel cuore della teoria.
Per la teoria non servono gli strumenti. Ma serve di padroneggiare la teoria.
Poi il lauerato, se l'universita' ha fatto bene il suo lavoro e ha
reso lo studente capace di padroneggiare la materia sara'
perfettamente in gradodi destreggiarsi tra i vari sturmenti con cui
dovra' convivere nell'arco della sua vita lavorativa. Certamente
dovra' istruirsi andando anche a corsi specifici per avere la
cosidetta "chiave di lettura" di un detemrinato strumento, ma questo
dovrebbe esulare dai compiti di una universita' che appunto non deve
insegnare "uno strumento", ma la teoria di base.

Poi, se i un laboratorio, serve di avere qualche software, per poter
"toccare con mano gli effetti della teoria".
Va benissimo, ma va visto come un momento di pratica, e non va visto
invece (l'uso di un detemrinato software) come lo scopo finale e piu'
importante del corso universitario.

Io penso canche che questo sia uno degli effetti deleeri che sono nati
dalla introduzione dei cosidetti "crediti formativi".
Per cui uno studente passerebbe un esame andando a fare uno stage
presso una azienda.
E qui ovviamente la mission primaria della universita' soccombe di
fronte alla mission primaria della azienda che e' fare profitto.
Nella azienda, il software che mi fa' cio' che voglio con 5 click e
non mi baca con richieste di input parametri, e' preferibile al
software che richiede 20-30 click e probabilmente mi costringe a
scegliere strade differenti a seconda dei dati che ho di fronte.
Alla fine da un tale percorso non esce un laureato , ma piuttosto un
tecnico specializzato. Che e' ben diverso.

Quindi a parer mio e' un falsoprolema la questione del software da usare.
In quanto il vero problema e' : ma chi usa questi sofwares conosce la
teroia che sta dietro una determinata operazione ?
Se la risposa e' no, allora si parla di tecnici specializzati e quindi
inutile indignarsi se sono specializzati in detemrinati softwares
commerciali anziche' GFOSS.

Se invece e' si, allora inutile indignarsi comunque perche' si parla
di soggetti che sanno muoversi da un software all'altro. Soggetti che
hanno una solida base teorica e sanno scelgiersi il software sulla
base di cio' ce devono fare e dei termini in cui lo devono fare. Se si
ha una solida base teorica, cambiare software, e' il minore dei
problemi. Basta leggersi il manale , e quando il software e' criptico,
basta andare a farsi un corsettino di 1-2 giorni da una delle ottime
ditte che ci sono a giro  che tengono corsi di formazione per imparare
il tale software.

Quindi: la discussione e' su un falso problema.
Il vero problema e' :
Ma all'universita' la teoria la insegnano o si limitano a insegnare a
fare "click click click" ?

Altrimenti e' la solita disputa se e' meglio una scuola
dispecializzazione sul tal prodotto o sul  tal'altro.


Andrea Peri
. . . . . . . . .
qwerty àèìòù
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