[Gfoss] Lotta impari ... povera Italia :(

a.furieri a lqt.it a.furieri a lqt.it
Dom 8 Feb 2015 14:02:49 CET


On Sun, 8 Feb 2015 10:10:53 +0100, Andrea Peri wrote:
> Quindi a parer mio e' un falsoprolema la questione del software da 
> usare.
> In quanto il vero problema e' : ma chi usa questi sofwares conosce la
> teroia che sta dietro una determinata operazione ?
> Se la risposa e' no, allora si parla di tecnici specializzati e 
> quindi
> inutile indignarsi se sono specializzati in detemrinati softwares
> commerciali anziche' GFOSS.
>
> Se invece e' si, allora inutile indignarsi comunque perche' si parla
> di soggetti che sanno muoversi da un software all'altro. Soggetti che
> hanno una solida base teorica e sanno scelgiersi il software sulla
> base di cio' ce devono fare e dei termini in cui lo devono fare. Se 
> si
> ha una solida base teorica, cambiare software, e' il minore dei
> problemi. Basta leggersi il manale , e quando il software e' 
> criptico,
> basta andare a farsi un corsettino di 1-2 giorni da una delle ottime
> ditte che ci sono a giro  che tengono corsi di formazione per 
> imparare
> il tale software.
>

Andrea,

penso che hai toccato esattamente il nervo scoperto.

tornando alla pietra dello scandalo iniziale; chiedere ai propri 
studenti
di spiegare quale metodologia concettuale intendono utilizzare per 
ottenere
un DEM a partire da dati vettoriali e' un classico problema accademico.
invece chiedergli di ricavare un DEM a partire da un DWG utilizzando un
determinato sw applicativo (qualunque, a prescindere) non e' per nulla
accademico; questo e' decisamente un problema da scuola "Arti e 
Mestieri".

ma forse non e' un caso se troppo spesso ci imbattiamo in episodi
analoghi che emergono regolarmente tutti gli anni.
in molti paesi esteri (francia, inghilterra, germania etc) c'e' una 
netta
differenziazione tra i percorsi formativi post-secondari previsti per i
tecnici altamente specializzati e l'universita' vera e propria.
e molto spesso non basta affatto avere una laurea per trovare un 
lavoro,
perche' oltre alla laurea poi ti viene richiesto anche qualche 
ulteriore
corso specifico di preparazione all'esercizio professionale a seconda
della carriera che vuoi intraprendere.

se non erro in germania hanno addirittura tre livelli separati:
- Berufsakademie: poca teoria, tanta pratica basata intensivamente su
   stages esterni c/o aziende; non rilasciano lauree vere e proprie,
   fanno piuttosto formazione professionale di altissimo livello.
- Hochschule: scienze e tecnologtie applicate, approccio spiccatamente
   professionalizzante; rilasciano lauree di primo e secondo livello
   ma non possono rilasciare dottorati.
- Universita' vere e proprie: pura teoria con pochissima pratica.

qua in Italia dopo tutto il lungo e travagliato processo di riforma
alla fine ci ritroviamo con una zuppetta un po' pasticciata in cui
tutti e tre gli aspetti "alla tedesca" si impastano assieme senza
nessuna chiarezza (e magari a volte portandosi pure dietro diversi
conflitti di interesse neppure troppo occulti quando i docenti sono
anche contemporaneamente liberi professionisti attivissimi sul
mercato).

del resto, di che stupirsi ?
per lunghi decenni abbiamo avuto ministri che predicavano il mantra:
"l'universita' deve aprirsi all'impresa", "la cultura deve essere a
sevizio dello sviluppo economico", "le universita' devono formare i
lavoratori specializzati che servono alle aziende"  etc etc.
se vi ricordate, la formuletta "3I - Inglese, Informatica, Impresa"
e' stata il pilastro concettuale che ha ispirato una delle ultime
riforme sbandierate come epocali.


> Quindi: la discussione e' su un falso problema.
> Il vero problema e' :
> Ma all'universita' la teoria la insegnano o si limitano a insegnare a
> fare "click click click" ?
>

temo sinceramente che dipenda fortemente da quali corsi frequenti,
in quale ateneo e con quali docenti, perche' purtroppo il panorama
e' incredibilmente diversificato e disomogeneo.

mi immagino che in tutti questi corsi di laurea (realmente esistenti
o esistiti in anni recenti) non ci possa essere poi tanto spazio per
gli approfondimenti teorici, scientifici e culturali di piu' ampio
respiro:

- Scienze dell'allevamento e del benessere del cane e del gatto (UniBA)
- Scienza e tecnologia del Packaging (UniPR)
- Scienze gastronomiche (UniPR)
- Scienze della mediazione linguistica per traduttori dialoghisti
   cinetelevisivi (UniTO)
- Verde ornamentale, ricreativo e protettivo (UniPG)
- Scienze di Internet (UniBO)
- Informatica umanistica (UniPI)
- Scienze e culture delle Alpi [ex Scienze e Turismo Alpino] (PoliTO)
- Scienze Cosmetologiche (UniPV, UniAQ, UniCattRM)

sospetto che da queste parti preferiscano approfondire soprattutto
la parte "click click click" per sfornare celermente personale
qualificato per quella ben determinata mansione professionale; con
buona pace per la scienza e la cultura "astratte" :-D

ciao Sandro


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