[Gfoss] Quando pubblicare i dati è controproducente [was Re: quando mappare e' illegale]

pierpiggi pierpiggi a gmail.com
Mar 3 Maggio 2011 15:39:50 CEST


On 03/05/2011 14:43, Stefano Costa wrote:
> Il giorno mar, 03/05/2011 alle 13.25 +0200, Amedeo Fadini ha scritto:
>   
>> La legge infatti vieta la ricerca di reperti in aree archeologiche, ma
>> se un cercatore della domenica (che in genere si accontenta di qualche
>> monetina del regn)o non può sapere dove vige questo divieto è quasi
>> sempre a rischio, anche se ottiene il consenso dal proprietario del
>> fondo (che ovviamente non è avvisato se la sua terra rientra nella
>> carta archeologica) 
>>     
> Stiamo andando piuttosto OT, comunque per dovere di archeologo vorrei
> precisare che la legge non vieta la ricerca di reperti in aree
> archeologiche, ma fa molto di più:
>
>   
>> Articolo 88
>>                         Attivita' di ricerca
>>
>>    1.  Le  ricerche  archeologiche  e,  in  genere,  le  opere per il
>> ritrovamento  delle  cose indicate all'articolo 10 in qualunque parte
>> del territorio nazionale sono riservate al Ministero.
>>     
> (DECRETO LEGISLATIVO 22 gennaio 2004 , n. 42 Codice  dei beni culturali
> e del paesaggio)
>
> Quindi l'area su cui è vietata la ricerca è semplicemente corrispondente
> all'intero territorio nazionale (incluse acque territoriali). Negli
> articoli successivi si regolano le scoperte fortuite.
>
> Poi in pratica le cose funzionano un po' (o molto) diversamente, ma la
> legge è questa.
>
> Ciao
> steko che non è un avvocato ma oggi cita leggi in continuazione
>
>   
>
Grazie Stefano per la precisazione, stavo cercando anche io la legge in
merito, per mettere chiarezza.
Un altro punto che secondo me merita un po' più di chiarezza è il
problema del diniego alla divulgazione per motivi di tutela. Come hai
detto tu Stefano si deve fare innanzitutto una distinzione tra i dati su
depositi a rischio e non a rischio, che a volte vengono messi nello
stesso calderone. Va tenuto poi conto che i funzionari preposti alla
tutela dei beni archeologici hanno delle responsabilità non da poco
(anche giustamente) su eventuali danni arrecati a depositi archeologici
su cui hanno la soprintendenza, quindi è anche comprensibile che
preferiscano non divulgare i dati, piuttosto che rischiare denunce per
manomissioni imputabili a loro azioni.
Direi però che stiamo andando OT e che non avendo leggi e norme sotto
mano rischio pure di inabissarmi in imprecisioni se continuo con questo
discorso, che ha molte più sfaccettature di quelle che abbiamo fino ad
ora eviscerato.
Sicuramente Napoli sarà un ottima occasione per parlare di ciò.

Saluti

P.


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