[Gfoss] dipendenza da software proprietario

G. Allegri giohappy a gmail.com
Sab 9 Apr 2011 12:09:33 CEST


Il giorno 09 aprile 2011 11:28, Paolo Cavallini <cavallini a faunalia.it> ha
scritto:

> Il giorno sab, 09/04/2011 alle 11.15 +0200, G. Allegri ha scritto:
> > Sandro, il discorso sul lock-in è chiarissimo, e lo condivido, anche
> > se talvolta c'è un fenomeno simile anche nei confronti di software
> > libero, ma non perdiamoci in questo.
>
> Scusa, ma questo e' FUD[0]: hai evidenze di questo?
>

Ho un caro amico che aveva un progetto Gvsig articolato, che gli è andato
bene per tre anni. Vuole aggiornare il sw, ma per riottenere lo stesso
progetto ha dovuto pagare un professionista per farsi ricostruire il
progetto perché non riusciva più ad aprirlo con la versione aggiornata.
Un altro collega aveva un sito con Ka-Map. Il progetto è praticamente
abbandonato. Vuole sfruttare alcune funzionalità presenti in sw più
aggiornato, e per farlo o si fa sviluppare gli aggiornamenti per Ka-Map o si
rifà la sua architettura con altri strumenti.
Questi due esempi sono quasi banali. Ma era per dartene alcuni semplici
semplici, per dirti cosa intendo per lock-in ambito open...
Credo che siano questioni inevitabili. QGis 2.0 non supporterà più le API
date per deprecate. Chi avrà sviluppato le proprie applicazioni su quelle
API, dovrà riscriversele se vuole usare il nuovo QGis.
Succede nel proprietario. Succede in ambito Open.
Ovvio, in quello Open chiunque può farlo perché ha libero accesso al codice.
Ma in pratica, quanti sono capaci di farlo?


>
> [0] http://it.wikipedia.org/wiki/Fear,_uncertainty_and_doubt
>
> > Tuttavia, se un sw proprietario è l'unico che in questo momento mi può
> > offrire certe funzionalità, di cui ho bisogno ora e non tra un anno,
> > come lo spieghi che 'in teoria' si possono sviluppare quelle cose
> > anche con sw libero se paga lo sviluppo?
>
> Non e' teoria. Abbiamo molti esempi. Tu hai esempi contrari?
>

Bene, Paolo, un cliente mi ha chiesto un sistema per fare editing
multiutente, con versioning sul lungo periodo (possibilità di tenere aperta
una sessione di editing versionata per più sessioni di utilizzo). L'editing
deve sottostare ad una serie di regole topologiche, che ne garantiscano le
specifiche di qualità del dato, variabili a seconda del layer. Via via che
l'editing è concluso, i layer aggiornati devono automaticamente essere
pubblicati online. Deve iniziare a lavorarci tra pochi mesi. Entrambi
sappiamo che questo è già disponibile in una suite proprietaria.
Cosa proporresti? Lo chiedo sinceramente, magari mi potete illuminare su
come procedere di fronte a richieste del genere.


>
> > Anche se Paolo mi taccia di fare pubblicità, vi invito seriamente a
> > dare un occhio a cosa offre ArcGIS, dal mobile al server. Anche solo
> > un giro nella documentazione, e forse capirete perché non è poi così
> > scontato e ovvio che certe realtà non se la sentono di lasciarlo.
>
> Te l'ho gia' chiesto: dicci tu quali sono queste cose; e soprattutto
> dacci esempi di quando vengano davvero applicate.
> Io ho visto ad es. una gara ISTAT, che chiedeva specifiche vaghe ma
> mirabolanti, e che a quel che so (smentitemi per cortesia) e' servita
> solo a produrre shapefiles un po' meno sporchi di quelli precedenti.
>

Paolo, io ho fatto lo sforzo di informarmi, visto che ai clienti devo
consigliare l'uso del sw A rispetto a B. Se non sono documentato su B cosa
gli racconto? Non mi metto certo a sintetizzare la documentazione Esri :)
Non posso mettermi a raccontare le procedure interne dei vari utenti che ho
incontrato finora, e non sto parlando solo di amministrazioni pubbliche. Nel
pubblico ci sono sicuramente più sprechi, tanto i soldi sono di tutti e di
nessuno. In tanti casi sono stati comprati pacchetti di licenze inutili. Non
metto in dubbio che in moltissimi casi sia possibile sostituire soluzioni sw
proprietarie con soluzione libere. Ma ce ne sono diveri, anche nell'ambito
privato, in cui le richieste ancora non sono soddisfatte da ciò che per ora
i sw liberi offrono. Mi riferisco soprattutto ad applicazioni di tipo
Enterprise.

Geosolutions, per fare un esempio, sicuramente avrà esperienza di sviluppo
enterprise, basata su Geoserver, Geotools, ecc. Ma la parte open rimangono i
pezzetti. La loro integrazione si paga e non credo venga rilasciata, anche
perché spesso è molto verticale....


>
> > datemi buone ragioni per dirgli: "Ferma i lavori, lascia tutto e fatti
> > sviluppare da qualcuno tutto ciò che serve per ricreare il tuo
> > ambiente". E' vero, il software è libero, ma anche questo genera una
> > sorta di lock-in. Non vi pare?
>
> No: e' investimento, appunto per uscire dal lock-in.
> Non estremizzare senza senso: nessuno propone di fermare i lavori, ma di
> migrare, con serieta' e competenza, da una soluzione chiusa ad una
> aperta. Lo stanno facendo in molti, anche con infrastrutture molto
> complicate e con dati di rilevanza nazionale, e non mi pare sia morto
> nessuno.
>
> Confrontiamoci sui fatti, per piacere.
>

Probabilmente la tua esperienza lavorativa è diversa dalla mia. Sono sicuro
che tu hai tutti i tuoi buoni motivi per pensarla così, e sicuramente i tuoi
fatti ti danno ragione. Perché non ce ne parli anche te? Io un po' di esempi
qua e là li metto. Non posso certo allegare le specifiche di contratto dei
vari clienti.

Giovanni


>
> Saluti.
> --
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