[Gfoss] Perché continuare a farsi del male?

Stefano Costa steko a iosa.it
Ven 6 Mar 2009 18:15:36 CET


Il giorno ven, 06/03/2009 alle 17.57 +0100, Antonio Falciano ha scritto:
> 
> Bella domanda! La prima affermazione e' un compromesso a volte
> inevitabile specie in ambiente di produzione. La seconda e' invece un
> dato di fatto: apparentemente cambia la forma ma non la sostanza,
> tuttavia la pluralita' di soluzioni presenti, piuttosto che essere un
> male, e' sinonimo di liberta' e di ampiezza di vedute. Il mondo e'
> bello perche e' vario: se tutti utilizzassimo lo stesso software
> libero, paradossalmente potremmo ricadere in qualcosa di analogo
> all'oligopolio dei software proprietari attualmente in giro. Il
> riutilizzo delle stesse librerie sotto altre forme, invece, fa parte
> della stessa filosofia del software libero, aiuta a scovarne i bachi,
> a creare nuovi strumenti, a sviluppare nuove idee... insomma, un po'
> di sana competizione interna puo' spronare tutti a fare sempre meglio!

Antonio,
complimenti per la supercazzola brematurata, la mia domanda era molto
terra-terra però!

Se ho scelto di usare GVSIG (software GIS libero) invece di un analogo
proprietario (es. ArcGIS), perché per le funzionalità che mancano a
GVSIG dovrei usare l'analogo proprietario invece degli analoghi liberi
(es. GRASS) che hanno quella funzionalità?

Quanto all'oligopolio, cosa dire allora di librerie come GDAL che sono
ampiamente utilizzate sia in ambito GFOSS che da alcuni (famosi e
blasonati) software proprietari? Dovrebbe essere motivo di
preoccupazione? Forse no.

Ciao
Steko

-- 
Stefano Costa
http://www.iosa.it/ Open Archaeology
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