[Gfoss] licenza dati PA [dati geologici]

Andrea P. cerebrogis at ipergeo.org
Sun Nov 4 11:57:10 CET 2007


>> Se invece parli dei dati grezzi sotto forma di shapefiles, allora il termine pubblicare lo troverei fuorviante e inappropriato.

>Perche' inappropriato ? Perche' fuorviante ?

forse "fuorviante" non e' il termine piu' giusto, piu' giusto era dire "ambiguo".

Esistono molti modi di intendere la pubblicazione di un dataset.

Per un tecnico pubblicare un dataset puo' voler dire mettere a disposizione i dati in un formato di interscambio perche' lui e' un tecnico e tanto gli basta.

Per un utente utilizzatore, pubblicare un dataset puo' voler dire avere la cartina con i simboli topografici gia' piazzati sopra.
Anche perche' senno' dovrebbe ricorrere al tecnico di cui sopra per farsi la cartina.

Anche perche' un dato grezzo richiede una adeguata simbologia per poterlo comprendere e questa simbologia non sempre e' disponibile.
Te la immagini una cartina in cui come simbolo di una strada viene usato il simbolo di una ferrovia ?
O al posto di un civio il simbolo di un albero ?
Sarebbe carina, ma assolutamente fuorviante.

Il problema e' che a fronte di una richiesta del tipo "pubblicare il dataset" il dubbio sarebbe come interpretarla.
Pro tecnici o pro utente finale ?

Te potresti rispondermi salomonicamnete in entrambi i modi.
Ma pero' poiche' il significato di una disposizione deve essere univoco, se uno dei due va bene l'altro no.
E se penso che in un caso farei contenti alcuni tecnici, ma non farei un servizio utile per altri, e con cio' dismetterei un dato che e' patrimonio comune.
Se invece lo interpretassi nel senso di pubblicare delle mappe che riportino in maniera intelleggibile i dati grezzi, dotandole di opportuna colorazione , 
simbolismi, etc... e garantendo che poiche' la mappa viene fatta da gente che conosce tali dati la pubblicazione e' fedele al contenuto informativo che si 
vuole comunicare.
Che non e' quello della validita' legale degli archivi, ovviamente, che e' un'altra cosa.

In merito al discorso che poiche' i dati sono pagati dai cittadini e'ritenuto giusto che se ne approprino per farci quello che gli pare (licenza PD).
Io non sono un giurista e non so' se e quanto chi fa' questi discorsi si sia ben informato.
Pero' mi viene in mente un contro-esempio.

Se vai in un cantiere pubblico e ti porti via qualche camionata di rena perche' la hai pagata te' con i tuoi soldi delle tasse, ti sentiresti in diritto di farlo ?
Oppure vai in montagna e ti porti via qualche fastellata di legna per il tuo camino o per la tua pizzeria (ipotesi ovviamente), visto che paghi le tasse.
E' questo quello che intendi ?
Penso di no, ma allora cosa distingue il diritto che voi sostenete di poter usare un dato che e' assimilabile in tutto e per tutto a un bene, che la collettivita' ha 
pagato, per scopi di lucro privati e senza dover pagare dei diritti di sfruttamento alla collettivita' che tali dati li ha pagati ?
Rispetto agli altri esempi che ti ho citato ?

Sto parlando del diritto di poter usare tale dato per scopi personali , senza lucro, ovvero senza il diritto di usarlo per scopi commerciali o roba simile.
Perche' mi pare di capire che la vostra posizione sia di volere che i dati siano liberi di essere usati come pare e piace, anche per scopi di lucro.

Mi piacerebbe proprio saperlo cosi' imparo qualcosa che non so'.


>Quanti dei dataset che hai sotto mano potresti rendere pubblici oggi stesso senza ledere nessuno ?

> [ ] Tanti
> [ ] Pochi
> [ ] Non lo so


La risposta e' non lo so'.

Non lo so' perche' non sono un giurista.

E comunque non voglio neanche esprimere un tale parere. 
Anche perche' queste sono valutazioni che se vengono messe sul piano della opinione personale, come farei se dessi una mia valutazione che potrebbe 
essere viziata da convinzioni personali etc... . Potrei dare delle ingiuste preferenze a certi archivi rispetto ad altri.
Per questo ci sono le leggi, che devono stabilire come ci si deve regolare.

Da ingegnere. Ti rispondo che non posso esprimerti una misura di quanti archivi possono ledere i diritti di qualcuno se non si stabilisce prima 
una "metrica" con cui misurare quanti rientrano in tali limiti.

Questo fa' una legge: enuncia delle regole e poi esprime una metrica, un modo di misurare il limite sotto il quale una azione rientra o no' nel suo campo di 
applicazione.

E comunque tieni presente che esiste anche un "diritto dello stato", e un "diritto delle societa'" nel senso che non puoi limitarti a non ledere i diritti del 
singolo cittadino, ma non preoccuparti di non ledere i diritti di una societa' privata o dello stato medesimo. Ogni persona fisica o giuridica ha i propri diritti.



On Sun, 4 Nov 2007 03:57:30 +0100, strk wrote:

>On Sat, Nov 03, 2007 at 02:44:03PM +0100, Andrea P. wrote:

>> Se invece parli dei dati grezzi sotto forma di shapefiles, allora il termine pubblicare lo troverei fuorviante e inappropriato.

>Perche' inappropriato ? Perche' fuorviante ?
>Quanti dei dataset che hai sotto mano potresti rendere pubblici oggi stesso senza ledere nessuno ?

> [ ] Tanti
> [ ] Pochi
> [ ] Non lo so

>> >quanti di questi dati sono legati alle tematiche ambientali e quindi di 
>> >diritto, già oggi in europa, a disposizione del cittadino?
>> >(un altro uccellino mi dice: quasi tutti)
>> 
>> l'uccellino, come tutti i volatili, conosce solo il suo mondo, vede le cose dall'alto e si immagina che a terra ci sia solo sporcizia insignificante.

>A me pare si sia immaginato soltanto che tu abbia sotto mano molti dati grezzi legati alle
>tematiche ambientali, e quindi di diritto, gia' oggi in europa, a disposizione del cittadino.
>Non l'ho sentito parlare di sporcizie. 

>> l'ambiente e' solo una faccia del problema. 
>> 
>> E' vero , come dicevano altri che da un certo punto di vista tutto e' ambiente,
>> ma qualcun'altro potrebbe anche dire che tutto e' pianificazione o che tutto e' topografia.

>Quindi stai dicendo che manca un protocollo per catalogare i dati e capire quali
>siano di diritto a disposizione del cittadino e quali no, capisco bene ?
>Credi che il CNIPA possa aiutare in questo senso ?

>> Qui ovviamente esprimo la mia personale opinione.
>> 
>> La PA e' una entita' amministrativa, e come tale deve amministrare, e non dismettere o regalare per sua iniziativa.
>> Queste sono decisioni che secondo me' spettano a chi fa' le leggi.
>> Poi la PA le deve applicare.

>Siete nelle condizioni di applicare la Legge 195/2005 ?

effettivamente eil sistema e' un po' scomodo, ma il suo lavoro lo fa'.

La legge che citi la conosciamo e ci stiamo attrezzando, per le parti mancanti.

La messa a disposizione delle info e' gia' in corso come puo' notare chiunque accede ai nostri sistemi di consultazione via browser.

Pero', scusa ma non capisco perche' me la citi.
Voi parlate di licenze PD, mentre in tale legge come gia' avrai notato, si parla di tariffe per servizi al di fuori della mera consultazione di un catalogo o l'esame 
presso il detentore dell'informazione.

Tale esame puo' avvenire venendo in sede da noi e osservando le cartine, oppure guardandosele da casa con comodita' con il proprio browser.

Inoltre, all'articolo 6 comma 3 si dice:
"nei casi in cui l'autorita' pubblica mette a disposizione l'informazione ambientale a titolo commerciale... si puo' applicare una tariffa sulla base del mercato".

e solttolieno "nei casi in cui...."

per cui non capisco perche' mi citi questa legge

Tante' che all'articolo 8.
Ove si parla di diffusione, viene detto anche che 
entro 2 anni vengono pubblicati testi, convenzioni, politiche, piani, etc..

al punto 3e viene chiaramente detto che in tali BD andranno messi

>i dati o le sintesi di dati ricavati dal monitoraggio di attività che incidono o possono incidere sull'ambiente;

i dati di monitoraggio qualunque monitoraggio sia non sono nelle disponibilita' del nostro servizio che si occupa prettamente di dati GIS e cartografia.
Quando si parla di dati di monitoraggio si parla sostanzialmente di misurazioni.

Su questo faccio una precisazione:

la posizione geografica di un punto di monitoraggio e' un dato GIS.
Pero', secondo me, in questa legge viene chiesto di mettere a disposizione la misurazioni del punto di monitoraggio e non la sua posizione geografica. Che 
non e' palesemente un dato di misurazione.
Le misurazioni sono i valori che sono riportati dal trasduttore che ogni tot minuti effettua la misurazione del ph, dei vari elementi chimici presenti nell'acqua o 
nell'aria in quel punto.
Inoltre la legge parla di dati di sintesi e non di tutte le misurazioni.

Secondo un certo punto di vista lo troverei anche logico perche' se sai dove e' il punto di monitoraggio, sai dove non devi andare a sversare :)

Comunque ribadisco, si tratta di un parere personale perche' non sono un giurista.

Ciao.


>Non posso mettere la URL qui causa miopia di chi gestisce il servizio web del parlamento italiano :/
>Non c'e' un indirizzo univoco per raggiungere la legge direttamente, comunque, dalla pagina di ricerca:
>http://banchedati.camera.it/Decretilgs/FormDlgs.Asp?LivRicerca=Avanzata&Anno=2005
>Scrivere la frase 'Informazione ambientale' e cliccare su 'avvia la ricerca'....

>Giovanni Allegri ne riporta l'articolo in cui si fanno le eccezioni in un messaggio
>su questa lista: http://www.faunalia.com/pipermail/gfoss/2007-November/006408.html

>--strk;








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