[Gfoss] Finanziare sviluppo di software libero (era: QGis Grass PlugIn 2.0)

G. Allegri giohappy a gmail.com
Sab 1 Ago 2015 11:33:50 CEST


Penso (e spero) sia chiaro a tutti che il sw libero, come ogni altro sw,
non nasce spontaneamente come l'erba medica. E' ovvio che ci sia dietro un
modello di business per sostenerne sviluppo, manutenzione, diffusione, ecc.
Anch'io, come Alessandro e Sandro, campo praticamente di sw libero.
Il fatto della libertà è una questione che dovrebbe interessare a tutti gli
stakeholder, dallo sviluppatore, al soggetto utente (genericamente inteso),
perché è il presupposto per rendere sostenibile, credibile e affidabile
questo modello. Chi ha scritto in questo thread so che comprende e
condivide.

Detto ciò, questo non toglie nulla agli assiomi del mercato, tra cui la
responsabilità di accontentare l'utente prima di tutto. A volte percepisco
un certo arroccamento da parte della comunità degli
sviluppatori/manutentori nel cercare di motivare agli utenti i limiti che
si possono incontrare, giustificandoli con argomentazioni che all'utente,
giustamente, possono non interessare.

Allora, se emerge da più parti (come nel caso della questione LTR) che
forse si potrebbe cercare di migliorare ulteriormente l'approccio, forse si
potrebbero valutare alternative e nuove strategie, più che motivare la
situazione con uno stato de facto tecnico, e rendendo all'utente l'onere di
arrangiarsi.
In questo vedo il vantaggio dell'approccio partecipativo ed inclusivo del
sw libero, che lo differenzia da quello tipicamente proprietario.
Ovviamente nei limiti di un dialogo sensato, onesto e comprensivo.

giovanni
Il giorno 31 luglio 2015 21:09, Marco Guiducci <
marco.guiducci a regione.toscana.it> ha scritto:

> On Fri, 31 Jul 2015 18:55:27 +0200
> Sandro Santilli <strk a keybit.net> wrote:
>
>
>
> > Io non ho detto che non e' possibile.
> > Assieme all'ultima versione 2.8.x hai ricevuto una licenza di modifica
> > e distribuzione del codice. Hai tutto il diritto di modificare quella
> > versione e pure di distribuirla con le modifiche che vuoi.
>
> certo, ma noi siamo utilizzatori, io sono per formazione cartografo.
> il mio tempo lo dedico anche ad aggiornarmi sulle nuove procedure di
> produzione, ma non fino al punto di compilarmi software o stare dietro ai
> log dei bug e così via.
> da qui, come si diceva, dell'esigenza di un terzo che esegua questa
> funzione.
> e, di nuovo, il software libero è sul mercato e ne segue le stesse
> logiche: crea il bisogno e soddisfa il bisogno. (il dumping, voluto o non
> voluto, è dietro le porte e qualcuno potrebbe certo approfittarne,
> confidando del fatto che l'utlizzatore finale in alcuni casi potrebbe non
> avere tutti i mezzi necessari per essere autonomo).
> in definitiva: non CI (notare il ci che ci accumuna, appunto) dovremmo
> sentire tanto diversi da chi, in maniera palese, ci fa b‎usiness, cioè le
> software house. a volte ho colto questo atteggiamento "superiore".
> diciamo semplicemente che è un'altro modo di far girare i soldi.
>


Ciao,

Discussione un po' difficile da seguire, sicuramente utile per capire il
punto di vista dell'utilizzatore finale e capisco la frustrazione che in
alcuni casi può coglierci, ma questa affermazione (conclusione?) mi pare
decisamente riduttiva e non la condivido.

Io (come molti altri che lavorano nel/col software libero), "business" ce
lo faccio (o almeno, ci provo :) ) , in maniera palesissima: ho una ditta,
sono iscritto alla camera di commercio, sono sul MEPA con prodotti e
servizi basati su sw libero, partecipo a gare e bandi ed emetto regolare
fattura se riesco a prendere un lavoro.

Quindi dove sta la differenza tra me/noi ditte e quelle che vendono
prodotti e servizi basati su software proprietario?
È solo un altro modo di far girare i soldi?

Si: è un altro modo di far girare i soldi (o perlomeno un timido tentativo
di farlo), ma non è **solo** questo!

Davvero dobbiamo spiegarlo un'altra volta?


-- 
Alessandro Pasotti
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