[Gfoss] Chi è Giancarlo? Un ideario sui dati geografici liberi

aperi2007 aperi2007 a gmail.com
Gio 4 Apr 2013 02:53:15 CEST


On 04/04/2013 01:18, Maurizio Napolitano wrote:
> On 03/04/2013 18:41, Andrea Peri wrote:
>>  >E' ormai assodato a livello internazionale che i dati prodotti 
>> dalla PSI
>>  >non devono contenere alcun vincolo (al massimo quello di citare la 
>> fonte).
>>
>> I dati della PA devono essere un bene comune, ma non per questo qualcuno
>> se ne puo' appropriare a dispetto degli altri.
>> Prenderli, metterci sopra due o tre bischerate extra e ritargarli
>> equivale a appropriarsene sottraendo il bene al pubblico.
>
> non lo capisco: non vengono sottratti perche' comunque rimangono sempre
> disponibili all'origine.
>
Come ho precisato in una email successiva:

Un dataset sul mercato ha un valore finche' esso racchiude una 
informazione che attualmente non è posseduta.
Una volta che una informazione è posseduta anche da altri, il suo valore 
decade notevolmente fino a essere zero.

Per cui il fatto di poterla consultare all'origine non toglie niente al 
fatto che la PA vedrebbe deprezzarsi un qualcosa che ha un valore di base.

Non che ci si debba fare un profitto , ma almeno riprenderci i costi 
sostenuti , perche no ?
>> Che diresti se qualcuno prendesse una spiaggia libera ci mettesse sopra
>> qualche ombrellone e facesse pagare il biglietto per usarli ?
>
> Una spiaggia libera non la puo' clonare all'infinito come un dato
>

Il dato lo puoi clonare all'infinito ma il suo valore commerciale 
diminuisce via via che esso si diffonde.
Inteso come valore di mercato.

Certo esso continua ad essere di interesse per chi lo usa per lavoro, ma 
questi sono i soggetti a cui potrebbe aver senso fornirlo a costi 
bassissimi.
Proprio perche' lo usano nel loro lavoro che ha una ricaduta sul 
pubblico. Penso a lavori come i progettisti di infrastrutture o chi deve
impiantare un impianto di produzione di energia, una diga, una strada, 
una fabbrica, etc...
Parlo di chi lo usa per lavoro , ma al suo interno, che non ha 
l'obiettivo di ridistribuirlo, ma semplicemente di usarlo per il suo 
specifico lavoro.
Non parlo di chi di mestiere rivende pacchetti di dati.

>> Quindi non sono per niente daccordo con questa impostazione.
> ... quindi non sei d'accordo con tutto il movimento dell'open 
> government data e delle relative nazioni che lo hanno adottato
> http://en.wikipedia.org/wiki/Open_data#Open_data_in_government
>
> > [...]

Spiegami una cosa:

come funziona che una cosa finche' è pubblica è "opendata" e appena uno 
se la scarica ,
poiche' puo' ritargarla e rimetterla in vendita come se fosse sua, non è 
piu' "opendata" ?

e comunque leggendo nei siti mi pare di leggerci che poi alla fine dei 
salmi su questi portali le nazioni piu' "furbe",
ci hanno messo solo alcuni dei loro archivi, mica ce li hanno messi tutti.
:)

 >several national governments have created web sites to distribute a 
portion of the data they collect

 >Sul resto del discorso direi che non serve proseguire, il problema e' 
il paradigma di partenza sul concetto open data.

Ovvero che cio' che la PA acquista chiunque puo' prenderne possesso, 
diventandone difatto proprietario ?

> Il mio consiglio e' di confrontarsi con la proposta di questo thread
> il cui titolo e' "Chi è Giancarlo? Un ideario sui dati geografici 
> liberi" e negli spazi pensati per discuterne.

ok.

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