[Gfoss] Orario dei tram - ex Libro Bianco per il riutilizzo dell'informazione del settore pubblico

a.furieri a lqt.it a.furieri a lqt.it
Ven 27 Apr 2012 11:47:50 CEST


On Thu, 26 Apr 2012 20:38:59 +0200, Andrea Peri wrote:
> Ma ora siamo veramente OT.
>

si, forse hai ragione, stiamo andando decisamente OT: ma anche no.
i sistemi di regolazione della mobilita' e del traffico rappresentano
proprio uno di quei tipici esempi che mettono fortemente in crisi il
classico paradigma GIS, perche':
- richiedono di usare tutte le tecnologie GIS al loro meglio
- ma richiedono contemporaneamente di usare in modo massiccio anche
   altre tecnologie che con il GIS classico hanno poco a che fare (DBMS,
   modelli matematici, reti di telecomunicazione, conoscenze specifiche
   del dominio applicativo)
- insomma, sono uno di quei casi in cui viene naturale seguire 
l'approccio
   "spatial is not special": in questi contesti abbastanza complessi le
   tecnologie GIS sono semplicemente una delle tante opzioni a 
disposizione,
   certamente non l'unica, ed altrettanto sicuramente non quella 
dominante.


> Se vedi che e' in ritardo di 5 minuti, puoi stimare con regole
> statistiche che alla fine arrivera' con un determinato ritardo, ma in
> effetti non lo sai, speri che succeda questo.
>

non dobbiamo mai scordarci che tutti i modelli sono sempre basati su
assunzioni statistiche (spesso euristiche); non ti possono mai dare
una certezza assoluta, ma al piu' una ragionevole aspettativa.
proprio come i modelli meteo: molto spesso fanno centro, piu'
raramente padellano in modo anche clamoroso.

poi ovviamente conta molto anche il livello di dettaglio spaziale e
di risoluzione temporale a cui vuoi spingerti: avere indicazioni
sensate sulla situazione complessiva del traffico in un dato quartiere
nell'arco di un paio d'ore e' molto ragionevole (macro-modelli).
pretendere di pronosticare lo stato di un singolo veicolo in un dato
istante ovviamente e' molto meno affidabile (micro-modelli).
proprio come per previsioni meteo: e' abbastanza facile predire che
a Firenze piovera' in mattimata, ma e' quasi impossibile indovinare
a che ora esatta iniziera' a piovere a Rovezzano piuttosto che a 
Novoli,
e che magari alle Cascine cadra' grandine invece di pioggia.

comunque, alla luce dell'esperienza, anche una proiezione a medio
dettaglio/risoluzione e' comunque molto utile: spesso spingersi oltre
serve solo a far lievitare enormemente la complessita' (ed i costi),
senza tuttavia che i benefici di ritorno migliorino in modo sensibile:
ma lo diceva anche mia nonna che "il meglio spesso e' nemico del bene" 
:-)


> Non capisco una cosa:
> ti riferisci alla mobilità pubblica o a tutta la mobilita' su strada 
> ?
>

no, solo ai mezzi pubblici: e' gia' di per se un'impresa titanica :-D
tieni pero' conto che non serve affatto monitorare tutti i singoli 
veicoli:
lo stato del sistema nel suo complesso lo conosci gia' abbastanza bene 
e
dettagliatamente sulla base dell'analisi dei dati storici a 
disposizione.
i mezzi pubblici sotto monitoraggio ti forniscono comunque una rete 
densa
e molto capillare di "sensori viaggianti": puoi usarli come 
"termometri"
per ricalibrare dinamicamente il modello-base in quasi-real-time.


> Ti servirebbe anche sapere dove sono diretti. :) La loro posizione
> istantanea è certamente utile, ma da sola non ti aiuta,
> a meno che non pensi di riscaricare tutto quanto a ogni minuto...
>

ma dove sono diretti lo sappiamo gia' :-)
(almeno, statisticamente): l'analisi dei dati storici serve proprio per
determinare le matrici origine/destinazione, cioe' per quantificare da
dove la gente inizia a muoversi, e dove vuole arrivare.
il seme di partenza e' il censimento ISTAT: pochi ci fanno caso, ma
tra le tante domande c'e' anche "il giorno X hai fatto un viaggio ?
da dove sei partito, dove sei andato, che ora era ?"
dopo di che questi dati vengono aggiornati periodicamente proprio in
base alle successive evoluzioni del sistema: ecco perche' e' cosi'
vitale conservare un ricco archivio storico sui dati del traffico
e del trasporto pubblico.
ed acco anche spiegato perche' magari sarebbe una buona idea rendere
pubblicamente accessibili questi dati per tutti :-)


> Magari ti puoi fare un modello su misura, per la specifica città, ma
> qui si entra in un altro campo e poi farsi un modello per ogni città,
> finisce per fare aumentare i costi, senza contare che poi ci sono gli
> eventi speciali che in quanto tali scombinerebbero i modello.
>

infatti, la dura realta' e' esattamente questa: se vuoi avere risultati
sicuramente approssimativi ma comunque utili, allora occorre calibrare
minuziosamente il modello caso per caso (con relativi costi).
firenze non e' pistoia, e pistoia e' diversa da siena: serve sempre una
calibrazione fine su misura.
e naturalmente tanto piu' l'evento e' eccezionale, tanto piu' alto 
diventa
il rischio che il tuo modello inizi a "prendere farfalle"
esattamente proprio come accade per le previsioni meteo :-D


> Il punto e' che per fare business, occorre disporre di dati
> aggiornati, che sia cartografia o mobilità, sempre di aggiornamenti
> si parla, e l'aggiornamento costa.
>

ovvio, sfondi una porta assolutamente aperta


> Se punti a fare un business devi tenere il dato piu' aggiornato di
> quanto serve per gli ipieghi normali per cui e' stato prodotto, e
> quindi devi aumentare i costi, chi si sobbarca quell'aumento di costi 
> ?
>

mica sempre, non necessariamente; la PA comunque gia' oggi spende e 
spande
per scopi suoi interni: il grafo stradale serve per mille attivita', le
variazioni alla viabilita' le determina proprio la PA stessa (nuove 
strade,
cambio sensi unici, isole pedonali, piani del traffico etc).
conoscere gli orari programmati aggiornati serve per potere pagare i 
contributi
alle aziende e per procedere alle ispezioni/verifiche di conformita' 
rispetto
agli obblighi imposti dai contratti di servizio, idem dicasi per i 
sistemi AVM
di controllo delle flotte.
i vigili urbani hanno gia' le loro reti di sensori che usano per 
pilotare i
semafori "intelligenti", le societa' che gestiscono i parcheggi 
conoscono
perfettamente quanto/quando/come vengono utilizzati etc etc

quindi i dati ci sono gia', forse anche in misura sovrabbondante: 
quello che
invece manca e' una cultura di condivisione e di integrazione: che non
necessariamente implica ulteriori costi esorbitanti.
N.B.: qua non necessariamente e' solo un problema di Open Data: spesso 
le
varie branche della PA hanno gia' grossi problemi nella condivisione 
dei
dati e nell'integrezione delle rispettive reti anche quando non 
c'entrano
per nulla soggetti terzi privati ;-)
paradossalmente, potremmo anche sostenere gli Open Data in primis 
servirebbero
proprio alla PA, perche' consentirebbe finalmente di potere accedere ai 
dati
"del cugino", che oggi invece preferisce tenerseli chiusi nel cassetto 
:-P

IMHO il ruolo di eventuali soggetti privati non e' certo nel campo 
della
produzione dei dati grezzi: ma e' piusttosto nel riuscire a dare a quei 
dati
un senso, uno scopo ed un'utilita' pratica e tangibile per i comuni 
cittadini
(che invece non necessariamente / non sempre e' lo scopo della PA).

ma tutto questo evidentemente passa attraverso l'integrazione 
(mash-up), lo
sviluppo di algoritmi sofisticati, il deploy di servizi smart, 
l'invenzione di
bussiness models innovativi: i dati esistenti sarebbero gia' piu' che 
sufficienti,
se fossero effettivamente accessibili e condivisibili.

la PA non deve sobbarcarsi nessun ulteriore investimento: deve 
semplicemente
limitarsi a mettere in rete quanto gia' possiede; e questo ovviamente 
lo
puo' fare affrontando costi veramente modesti, e' sicuramente piu' un 
problema
di volonta' politica che di costi.

il resto lo deve fare la libera iniziativa e la competizione di 
mercato: chi
avra' le idee migliori avra' successo, chi non avra' sufficienti 
capacita' di
innovazione sparira' o si occupera' di altro.

se la PA e' furba, cerchera' comunque di ottenere indietro da tutti 
questi
processi di condivisione qualcosa di utile per i propri scopi senza 
dovere
affrontare ulteriori costi.
ma qua sicuramente servirebbe un quadro normativo di riferimento ben 
diverso
dall'attuale e piu' al passo con i tempi, su questo mi pare che tu 
abbia
perfettamente centrato il punto.

ciao Sandro



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