[Gfoss] Utilizzo di dati WMS offerti da enti - questioni legali

Andrea Peri 2007 aperi2007 a gmail.com
Dom 31 Ott 2010 22:43:00 CET


>Faccio un esempio terra-terra: sicuramente una
>grossa compagnia assicurativa, finanziaria o
>bancaria potrebbe trarre enormi vantaggi economici
>se riuscisse ad entrare in possesso dell'anagrafe
>tributaria.
>Con tutti i danni del caso per la privacy, la libera
>concorrenza, la libertà di iniziativa economica dei
>cittadini e delle imprese etc etc.
>
>Ma tu, seguendo il criterio "uso commerciale" non
>riusciresti mai ad impedire che questo accada: perchè
>loro si limiterebbero semplicemente ad utilizzare la
>banca dati all'interno della propria struttura aziendale
>per finalità di analisi statistica e di supporto
>alle decisioni strategiche e di marketing: che fino a
>prova contraria sicuramente non possono essere definiti
>utilizzi di tipo commerciale.


Oops, forse ho generato un equivoco io nella precedente risposta:

>...Se ad esempio un soggetto potesse prendersi i dati di tutti i comuni, di tutte le province, di tutte le regioni, e in piu' ci mette i suoi.


In effetti non lo avevo precisato, ma intendevo riferirmi ai soli dati 
GIS, non certo a tutte le banche dati che sono presenti in una PA.

Io rispondevo alla questione posta da Cavallini, ovvero liberare i dati 
per far nascere
delle realta' commerciali dai servizi GIS.
In questo caso che riporti te si parla invece di liberare i dati per far 
trarre vantaggi dalle informazioni intrinsece contenute nei dati.
E questo e' un altro aspetto del problema.
Ora forse il tuo esempio e' un po' troppo esagerato.
Infatti l'anagrafe tributaria non e' un dato GIS.

Magari un altro esempio potrebbe essere una ipotetica società che prende 
i dati GIS dell'ente pubblico per stabilire dove mettere una centrale a 
energia solare.

Questi aspetti sono squisitamente da giurisprudenza.
Infatti solo in tale ambito riescono a identificare i principi base ai 
quali attenersi per riuscire a dare una direzione coerente e una 
altrettanto coerente interpretazione delle norme.
Infatti si puo' stare benissimo che alla fine emerga che non sia cosi' 
disdicevole che una societa' utilizzi dei dati GIS per il suo lavoro 
interno.
Senza restituire alcunche' alla comunità che ha fornito i dati di partenza.

>personalmente, ci vedrei bene vanche una bella
>"clausola virale" stile GPLv2/3:


Non lo so' quanto potrebbe funzionare.
la licenza GPL vnon obbliga a rilasciare i sorgenti di software che 
viene usato al proprio interno.
L'obbligo di fornitura dei sorgenti si attiva solo quando divulghi il 
software all'esterno.

 >dopotutto se riusciamo a garantire la maggior circolazione

>possibile per i dati e nella forma più aperta, in fondo
>garantiamo efficacemente che si stabilisca un regime aperto
>alla libera concorrenza a parità di condizioni per tutti.

Parita' di condizioni puo' voler dire anche che nessuno li usa. Sarebbe 
sempre una condizione paritaria, oppure se tutti li pagano, anche quella 
e' paritaria.

Il fine che indichi e' chiaro e condivisibile, ma è la soluzione che non 
mi sembra completamente adeguata. Far circolare i dati nella forma piu' 
aperta non mi sembra una soluzione cosi' lineare e funzionale. Proprio 
per le cose che ho gia' espresso.
Chi li usa in casa sua senza alcuna divulgazione, li usa e finisce li'.
Chi li arricchisce con dati extra, propone un qualcosa di piu' che 
supera la proposta di altri.
Chi usa solo tali dati si ritrova con un qualcosa di livello base che 
non supera l'offerta di altri.

Il consentire a tutti di possedere i dati GIS della PA per qualsiasi uso 
interno o commerciale di qualsiasi tipo esso sia, non fa' altro che 
alzare il lvello minimo che ci si aspetta da un servizio che impieghi i 
dati GIS. Il dislivello di condizioni resta tale e quale a come era prima.
Per cui verrebbe meno uno degli obiettivi che te stesso indichi, libera 
concorrenza a parita' di condizioni per tutti.

Faccio un esempio provocatorio e assolutamente fantasioso:

se ad esempio la PA mettesse una licenza con cui dice che i suoi dati 
GIS sono usabili per uso anche commerciale purche' non siano 
assolutamente mescolati con altri dati , ne' alterati in alcun modo
con altri dati provenienti da fonti diverse dalla PA stessa.
In quel caso certamernte si' avrebbe parita' di condizioni.
La grande società che possiede dei dati propri non li potrebbe mettere 
insieme ai dati della PA per avere un prodotto piu' concorrenziale in 
condizioni di predominanza.
E in quel caso tutti sarebbero veramente nelle medesime condizioni.

Ma e' veramente questo quello che si cerca ?

Andrea.


Il 31/10/2010 21:32, a.furieri a lqt.it ha scritto:
> Ciao Andrea,
>
> sto seguendo con attenzione questo thread
> che mi sembra particolarmente interessante,
> anche perchè tocca da vicino quelli che saranno
> i "temi caldi" del prossimo GFOSS-Day di Foligno.
>
> Gli elementi che metti in evidenza sono sicuramente
> ragionevoli e ben fondati.
> Certamente nessuno di noi vuole che la liberalizzazione
> dei dati della PA possa rappresentare (in un modo o
> nell'altro) un grosso regalo per il monopolista o per la
> grande multinazionale di turno.
> Specie se questo dovesse alla fine produrre un danno
> rilevante per la collettività nel suo complesso.
>
> I pericoli che tu evidenzi sono sicuramente molto
> concreti: anche perchè ormai le multinazionali
> spesso dispongono di risorse finanziarie comparabili
> se non addirittura maggiori di quelle degli Stati
> Nazionali: e sicuramente dispongono di una efficienza
> operativa con tempi di reazione ben più rapidi.
>
> Ma proprio per questi motivi non condivido l'idea
> che il criterio "uso commerciale / non commerciale"
> possa essere una buona trincea sulla quale impostare
> le nostre linee di difesa.
>
> Faccio un esempio terra-terra: sicuramente una
> grossa compagnia assicurativa, finanziaria o
> bancaria potrebbe trarre enormi vantaggi economici
> se riuscisse ad entrare in possesso dell'anagrafe
> tributaria.
> Con tutti i danni del caso per la privacy, la libera
> concorrenza, la libertà di iniziativa economica dei
> cittadini e delle imprese etc etc.
>
> Ma tu, seguendo il criterio "uso commerciale" non
> riusciresti mai ad impedire che questo accada: perchè
> loro si limiterebbero semplicemente ad utilizzare la
> banca dati all'interno della propria struttura aziendale
> per finalità di analisi statistica e di supporto
> alle decisioni strategiche e di marketing: che fino a
> prova contraria sicuramente non possono essere definiti
> utilizzi di tipo commerciale.
>
> Viceversa, il criterio "uso commerciale" rischia di
> generare un oceano di situazioni confuse, ambigue e
> poco chiare per tutti quegli operatori economici
> medio-piccoli che p.es. vogliono semplicemente mettere
> in piedi un sito WEB (magari anche farci soldi, perchè
> mai no ?).
>
> Mi pare che il caso di partenza (PCN / Lombardia) ne
> rappresenti un esempio canonico.
> Io personalmente fossi nei panni di Andrea Pogliaghi
> ci penserei due volte prima di pubblicare quel sito:
> perchè poggia su fondamente giuridiche altamente dubbie
> ed opinabili ... e quindi instabili e franose ...
>
> Insomma, io credo che il problema andrebbe esaminato in
> un'ottica differente: e mi permetto di suggerire un
> paio di elementi-chiave ripresi di peso dalle licenze
> OpenSource per il SW, ma anche dalla Creative Commons.
>
> a) hai ricevuto dati liberi e gratuiti
> b) fanne un po' l'uso che meglio ti pare
> c) però sei tassativamente vincolato a redistribuire
>     in forma altrettanto libera e gratuita tutti i
>     materiali frutto della tua rielaborazione
>     a chiunque te ne faccia richiesta
>
> personalmente, ci vedrei bene vanche una bella
> "clausola virale" stile GPLv2/3:
>
> d) e se per caso integri strettamente il materiale
>     che hai ricevuto liberamente con altri materiali di
>     tua proprietà ... allora sei obbligato ad offrire
>     liberamente anche tutto il materiale di tua proprietà
>
> per il SW questo tipo di licenze funziona alla
> grande: non vedo perchè non possa funzionare anche
> per i dati.
>
> dopotutto se riusciamo a garantire la maggior circolazione
> possibile per i dati e nella forma più aperta, in fondo
> garantiamo efficacemente che si stabilisca un regime aperto
> alla libera concorrenza a parità di condizioni per tutti.
>
> e la libera concorrenza in un mercato aperto è senza ombra
> di dubbio il miglior deterrente per difendersi dai monopoli
> e dalle distorsioni del mercato che vanno sempre a favore
> dei soliti "furbetti del quartierino" :-)
>
> ciao Sandro
>
>



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