[Gfoss] Utilizzo di dati WMS offerti da enti - questioni legali

a.furieri a lqt.it a.furieri a lqt.it
Dom 31 Ott 2010 21:32:13 CET


Ciao Andrea,

sto seguendo con attenzione questo thread
che mi sembra particolarmente interessante,
anche perchè tocca da vicino quelli che saranno
i "temi caldi" del prossimo GFOSS-Day di Foligno.

Gli elementi che metti in evidenza sono sicuramente
ragionevoli e ben fondati.
Certamente nessuno di noi vuole che la liberalizzazione
dei dati della PA possa rappresentare (in un modo o 
nell'altro) un grosso regalo per il monopolista o per la 
grande multinazionale di turno.
Specie se questo dovesse alla fine produrre un danno
rilevante per la collettività nel suo complesso.

I pericoli che tu evidenzi sono sicuramente molto
concreti: anche perchè ormai le multinazionali
spesso dispongono di risorse finanziarie comparabili
se non addirittura maggiori di quelle degli Stati 
Nazionali: e sicuramente dispongono di una efficienza 
operativa con tempi di reazione ben più rapidi.

Ma proprio per questi motivi non condivido l'idea
che il criterio "uso commerciale / non commerciale" 
possa essere una buona trincea sulla quale impostare 
le nostre linee di difesa.

Faccio un esempio terra-terra: sicuramente una
grossa compagnia assicurativa, finanziaria o
bancaria potrebbe trarre enormi vantaggi economici 
se riuscisse ad entrare in possesso dell'anagrafe 
tributaria.
Con tutti i danni del caso per la privacy, la libera 
concorrenza, la libertà di iniziativa economica dei
cittadini e delle imprese etc etc.

Ma tu, seguendo il criterio "uso commerciale" non 
riusciresti mai ad impedire che questo accada: perchè 
loro si limiterebbero semplicemente ad utilizzare la
banca dati all'interno della propria struttura aziendale
per finalità di analisi statistica e di supporto
alle decisioni strategiche e di marketing: che fino a 
prova contraria sicuramente non possono essere definiti 
utilizzi di tipo commerciale.

Viceversa, il criterio "uso commerciale" rischia di
generare un oceano di situazioni confuse, ambigue e
poco chiare per tutti quegli operatori economici
medio-piccoli che p.es. vogliono semplicemente mettere
in piedi un sito WEB (magari anche farci soldi, perchè
mai no ?).

Mi pare che il caso di partenza (PCN / Lombardia) ne 
rappresenti un esempio canonico.
Io personalmente fossi nei panni di Andrea Pogliaghi 
ci penserei due volte prima di pubblicare quel sito:
perchè poggia su fondamente giuridiche altamente dubbie 
ed opinabili ... e quindi instabili e franose ...

Insomma, io credo che il problema andrebbe esaminato in
un'ottica differente: e mi permetto di suggerire un
paio di elementi-chiave ripresi di peso dalle licenze
OpenSource per il SW, ma anche dalla Creative Commons.

a) hai ricevuto dati liberi e gratuiti
b) fanne un po' l'uso che meglio ti pare
c) però sei tassativamente vincolato a redistribuire 
   in forma altrettanto libera e gratuita tutti i
   materiali frutto della tua rielaborazione
   a chiunque te ne faccia richiesta

personalmente, ci vedrei bene vanche una bella
"clausola virale" stile GPLv2/3:

d) e se per caso integri strettamente il materiale 
   che hai ricevuto liberamente con altri materiali di
   tua proprietà ... allora sei obbligato ad offrire
   liberamente anche tutto il materiale di tua proprietà 

per il SW questo tipo di licenze funziona alla
grande: non vedo perchè non possa funzionare anche
per i dati.

dopotutto se riusciamo a garantire la maggior circolazione 
possibile per i dati e nella forma più aperta, in fondo 
garantiamo efficacemente che si stabilisca un regime aperto 
alla libera concorrenza a parità di condizioni per tutti.

e la libera concorrenza in un mercato aperto è senza ombra
di dubbio il miglior deterrente per difendersi dai monopoli 
e dalle distorsioni del mercato che vanno sempre a favore 
dei soliti "furbetti del quartierino" :-)

ciao Sandro



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