Mi sento di dover intervenire, anche se con un pò di difficoltà, considerato il fraintendimento che con il mio articolo ho generato.<br>Di certo non mi rivolgevo al vostro gruppo e ad oggi devo dire che aver scoperto molti aspetti della vostra realtà è stato per me una vera sorpresa.<br>
A questo punto devo esporre alcune premesse che sono state alla base del mio articolo.<br>Giorni fa, partendo dalla precisa volontà di suscitare un dibattito tra coloro che
si interessano dell'informazione geografica in Italia,
avviammo un discorso con alcuni blog italiani del settore. Trovandoci
tutti d'accordo su questa necessità ci lasciammo con delle perplessità
su quale strumento utilizzare per diffondere al meglio il dibattito.
GEOmedia dichiarò che avrebbe messo a disposizione la sua piattaforma,
rendendosi però conto della limitazione della stessa e propose a tutti i
blog intervenuti di realizzare degli articoli - ad esempio - da pubblicare in Prima
Pagina di GEOmedia a turno, magari poi replicandoli sulla rivista
cartacea e sui blog stessi.<br>
Essendo il promotore per rompere il ghiaccio ho deciso di scendere in campo
per primo, affrontando appunto l'argomento della libertà dei dati geografici nella speranza che questo potesse suscitare un vero dibattito. <br>Mi
sembra che l'effetto ci sia stato, forse un po troppo, e comunque non tra coloro a cui si dirigeva.<br>Se ho espresso opinioni troppo personali tengo subito a
precisare che la mia posizione deve essere ritenuta al pari di quella
di qualsiasi autore di GEOmedia, svincolata da quella generale della
Rivista che, come noto, è da sempre fautrice delle operazioni liberali
che spesso anche propone. <br>
<br>Gli autori in GEOmedia sono responsabili delle loro affermazioni e NON rappresentano l'opinione della Rivista.<br><br>Fatta
questa doverosa precisazione vengo a chiarire alcuni aspetti di quanto
da me dichiarato e sul quale mi auspico si possa continuare in altre
sedi e anche con coloro che andrebbero chiamati in causa e che non hanno
espresso la loro opinione.<br>
<br>Sulla libertà del dato
geografico non posso negare quello che ho sostenuto nell'articolo, anche se era velatamente provocatorio, però mi rendo
conto che molte cose sono state travisate, perchè
scritte in modo poco comprensibile.<br>
<br>Va precisato cosa intendo per dato geografico, giusto. Per semplicità e
sintesi rimando a una serie di slides relative ad una mia conferenza allo IUAV
di Venezia tenuta nel Febbraio 2010:<br><a href="http://www.slideshare.net/rcarlucci/conferenza-venezia-iuav-2010" target="_blank">http://www.slideshare.net/rcarlucci/conferenza-venezia-iuav-2010</a><br>
in particolare lo schema di distribuzione dei dati geografici in cui evidenzio con due stelle arancioni i problemi che si insinuano nella "libera distribuzione dei dati geografici"<br><br>Spero che la mia posizione venga chiarita, lo so scusate, vi chiedo troppo, tutte queste slides... ma non è un argomento così facile. <br>
<br>Vorrei anche dire che la mia posizione è mediata con
quella che è oggi la direttiva INSPIRE (che ritengo l'unica nostra vittoria se si vuole rimanere al passo con le Istituzioni)<br>Certo amerei migliorarla
e questo potrebbe essere un futuro intendimento. Credo anche che in
Inspire si accenni ai "costi" e ai principi di sostenibilità,
imponendo però agli stati di non avviare finanziamenti per la sua attuazione.<br>
<br>Io ribadisco che mettere in distribuzione dati geografici come
quelli che si "scaricano" nei peer to peer della rete sia deleterio per
tutto il settore, avere un mercato di scambio di vettoriali catastali
non è degno della nostra era e se il Catasto nell'ambito della
legislazione attuale si trova impossibilitato come tante altre
amministrazioni, allora è li che dobbiamo convergere, a trovare
soluzioni per sciogliere i nodi non per tagliare le funi. <br>
<br>Una traccia per continuare la discussione? forse lo schema della distribuzione
dei dati geografici nella slide 36 della presentazione sopra citata ove le
stelle arancioni individuano i nostri grandi problemi.<br><br>Chiudo ricordando che GEOmedia è e resta quella che è sempre stata: uno spazio per promuovere la massima
diffusione e divulgazione dell'informazione geografica.<br>
<br>Considerate la redazione a disposizione per la pubblicazione di qualsiasi vs intervento e se deve essere contro di me, non me la prenderò!<br><br>Se volete inviate i vostri commenti per la pubblicazione a <a href="mailto:redazione@rivistageomedia.it">redazione@rivistageomedia.it</a><br>
<br>-- <br>Renzo Carlucci<br><br>... aggiungo alcune note personali, visto che mi sono presentato alla lista in modo inusuale<br><br>Personalmente non sono mai stato d'accordo con coloro che hanno aggiottato dati al fine di perseguire
il proprio potere, sin dagli anni '80, quando venni accusato - dai
membri dell'accademia universitaria - di aver pubblicato codice sorgente
di algoritmi che, frutto della ricerca personale, avrebbero, secondo
loro, dovuto rimanere nascosti nei "cassetti" ( cfr. <i><span style="font-size:9.0pt">R. Carlucci, D. Tufillaro,<span> </span>Sull'ottimizzazione di classiche procedure di
calcolo nei problemi di compensazione di reti, Rivista del Catasto e dei
Servizi Tecnici Erariali. Poligrafico di Stato. n. 2/89 Roma</span></i> in cui nel programma "Calvelox" con sorgente pubblicato avevamo posto le basi del successivo Pregeo, oggi in uso in Sogei).<br>
Ho
personalmente fatto tutto quello che si poteva, per lo scambio libero
dei dati catastali tra amministrazione delle finanze e dei beni
culturali, quando, ad esempio, all'epoca del sisma Umbria-Marche nel '96,
avevamo bisogno di conoscere con certezza le particelle catastali dei
beni terremotati per consentire la scrittura dei Decreti per la
distribuzione di fondi per la ricostruzione. Ho ancora il preventivo di
ca. 500 milioni di lire all'epoca che ho ricevuto dal Catasto per la
sola provincia di Perugia, immaginate quale sconforto.<br>
Sempre nello stesso progetto ho lavorato ancora anni per poter mettere a
disposizione tutti i dati rilevati per il sistema della Carta del
Rischio del Patrimonio Culturale a tutti. Ma le risposte erano sempre le
stesse, la complessa situazione della legge sulla privacy e le altre noiose negazioni che
alla fine portavano ad far naufragare quello che ormai per me era stato solo un sogno...
dal 1992 al 2008, e ancora ad aggi almeno a quanto mi risulta, il Ministero per i Beni Culturali non è riuscito a
mettere a disposizione le informazioni importantissime, anch'esse su
GIS, relative ad oltre 120.000 beni catalogati e georiferiti sul
territorio nazionale.<br>
Voglio
anche precisare che non partecipo all'accademia universitaria come qualcuno
crede. Insegno dal 1982 - A CONTRATTO - per un insegnamento che reputo
fondamentale, la Topografia e Cartografia (oggi Geomatica), con un
compenso che è sceso nel 2010 al di sotto dell'immaginabile (ultima busta
paga annuale inferiore ai 1000 euro). La mia è stata una passione per
la ricerca e l'insegnamento non pagata. Una scelta di vita per evitare
compromessi di sorta.<br>