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Massimiliano Cannata massimiliano.cannata a supsi.ch
Gio 16 Giu 2016 14:09:04 CEST


Condivido pienamente il punto di vista di Andrea e Sandro.

Maxi

Il giorno 16 giugno 2016 12:35, <a.furieri a lqt.it> ha scritto:

> On Thu, 16 Jun 2016 10:15:41 +0200, andrea antonello wrote:
>
>> Io sviluppo software open source da tanti anni perche' mi da
>> liberta' assoluta.
>> E se lo volessi davvero, avrei anche la liberta' di non restituire
>> nulla, se la licenza me lo permette.
>>
>> Se poi fossi uno che mantiene diversi progetti e mi si venisse a dire
>> pubblicamente che dovrei donare a Libreoffice, perche' nel mio
>> pacchetto lo vendo, mi sentirei molto offeso. Proprio perche' sono
>> anni che in un modo o nell'altro contribuisco.
>>
>>
> Andrea,
>
> mi pare che in due frasettine concise hai centrato perfettamente
> il cuore del problema.
>
> 1) il sw libero nasce innanzitutto da una pulsione etica; nessuno
>    e' obbligato ad impegnarsi nello sviluppo open source, proprio
>    come nessuno e' obbligato ad utilizzare sw libero.
>    chi compie una scelta di questo tipo lo fa innanzitutto perche'
>    e' arrivato a maturare l'intima convinzione che la condivione
>    aperta del sapere, della conoscenza e degli strumenti tecnologici
>    e' sempre la via maestra.
>    ovviamente intervengono anche fattori economici in queste
>    scelte, ma la consapevolezza della liberta' e della condivione
>    doveebbe venire sempre al primissimo posto.
>    invertire l'ordine dei fattori porta solo a brutti pasticci
>    concettuali che faticano a stare in piedi e che rischiano
>    di essere controproducenti.
>
> 2) il sw libero non e' un singolo prodotto; e' un ecosistema
>    molto complesso e ramificato, in cui tutti finiscono per
>    dipendere da tutti gli altri.
>    alcuni packages hanno ovviamente una visibilita' molto
>    maggiore di altri: tutti conoscono Firefox o LibreOffice,
>    gisto per citare due mostri sacri largamente diffusi.
>    ma e' sempre bene ricordare che Firefox e LibreOffice
>    esistono semplicemente perche' altri gruppi di sviluppo
>    molto meno noti al vasto pubblico si danno da fare
>    per sviluppare e mantenere i compilatori e relativi
>    strumenti di sviluppo (gcc, automake etc).
>    e perche' altri sviluppatori ancora mettono a disposizione
>    tutte quelle librerie di base che sono il vero motore
>    del FLOSS (da zlib a libcurl, passando attraverso libiconv,
>    openssh, libjpeg, libpng, libxml2 e millantamila altre):
>    se non ci fossero tutte queste librerie sviluppare un web
>    browser come Firefox sarebbe semplicemente inconcepibile,
>    cosi' come sarebbe impossibile sviluppare sw GFOSS.
>
> Applicando alla lettera una interpretazione estremistica
> (che personalmente non condivido affatto), si potrebbe
> addirittura arrivare ad argomentare che Firefox e LibreOffice
> (che notoriamente raccoigono ricchi finanziamenti) "sfruttano
> da parassiti" il lavoro di tutti gli sviluppatori che mantengono
> gli strumenti di sviluppo e le librerie di base.
> E continuando su questa linea di pensiero si arriverebbe
> dritti filati a stabilire che qualsiasi Web-App su base
> open source "sta sfruttando senza restituire nulla" tutto
> il lavoro svolto dagli sviluppatori di Apache, di Firefox,
> di OpenLayers, di Leaflet, di PostgreSQL, MySQL, PHP etc.
> In ultima analisi, saremmo tutti "parassiti" che vivono
> alle spalle di Linus Thorvalds e degli altri sviluppatori
> del kernel di Linux, giusto per non parlare dell'oscuro ma
> fondamentale lavoro (assolutamente gratuito e non retribuito)
> svolto da tutti i packagers di Debian, di Fedora etc.
>
> E' evidente che una linea di ragionamento di questo tipo
> non ci puo' portare nulla di buono.
> Per ripartire equamente i proventi delle donazioni tra
> tutti quanti gli attori del processo evitando che solo
> pochi packages fortunati "ad alta visibilita'" ricevano
> qualcosa servirebbe il mitico bilancino del farmacista.
> Verosimilmente chi si avventura' su questa strada finira'
> per scoprire che il meccanismo piu' equo e piu' semplice
> che si possa immaginare e' proprio quello ben consolidato
> delle licenze d'uso a pagamento. :-D
> che e' un modello che funziona di sicuro, ma e' anche
> la negazione assoluta di tutti quei principi etici
> fondamentali di liberta' e di condivione aperta da cui
> eravamo partiti all'inizio.
>
> Infine mi permetto di sottoporre alla vostra paziente
> attenzione (ormai sicuramente duramente provata da
> questa mia lunga e-mail) un ultimo punto.
> Siamo proprio sicuri che una ditta (piccola o grande
> ha poca importanza) che offra un servizio su basi
> commerciali tutto interamente basato su componenti
> FLOSS e GFOSS prende senza restituire nulla ?
> e' proprio cosi' ?
>
> a ma pare che in effetti (se informa correttamente i
> propri clienti) sta contribuendo attivamente al progresso
> generale del FLOSS e del GFOSS con qualcosa di fonamentale:
> porta buona pubblicita' positiva, perche' dimostra
> tangibilmente che il FLOSS ed il GFOSS funzionano
> realmente, che sono affidabili e degni di fiducia, e
> che rappresentano un'alternativa realistica all'uso
> del sw proprietario.
> e magari ottengono pure un ulteriore risultato non
> meno significativo: riescono ad offrire al mercato
> soluzioni tecnologighe molto sofisticate a costi bassi
> e ragionevoli, e quindi contribuiscono comunque ad
> allargare ulteriormente la nostra platea di riferimento,
> con ovvi benefici per tutti qyanti.
>
> insomma, concludendo: si tratta di problematiche molto
> complesse ed articolate, che andrebbero sempre ponderate
> a ragion veduta in tutti i loro molteplici aspetti,
> evitando di focalizzare l'attenzione su singoli packages
> perche' come abbiamo visto sopra "tutti dipendono da
> tutti gli altri", e comunque sempre nel rigoroso rispetto
> dei principi etici di base: liberta' e condivisione.
>
> ciao Sandro
>
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> Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti.
> I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni
> dell'Associazione GFOSS.it.
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-- 
*Massimiliano Cannata*

Professore SUPSI in ingegneria Geomatica

Responsabile settore Geomatica


Istituto scienze della Terra

Dipartimento ambiente costruzione e design

Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana

Campus Trevano, CH - 6952 Canobbio

Tel. +41 (0)58 666 62 14

Fax +41 (0)58 666 62 09

massimiliano.cannata a supsi.ch

*www.supsi.ch/ist <http://www.supsi.ch/ist>*


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