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Paolo Cavallini cavallini a faunalia.it
Sab 24 Dic 2016 10:39:19 CET


Ciao Francesco,
è sempre un piacere leggerti.

Il 24/12/2016 10:14, Francesco P. Lovergine ha scritto:

> Approfitto della pausa natalizia per una riflessione. Fermo restando che OO
> è un caso da manuale di software fintamente aperto, ovvero con un grosso
> problema di governance, esattamente come ormai appare chiaramente per MySQL -
> tanto per citarne un altro - rimane però una considerazione: troppo grosso
> (usato) per morire non è uno statement valido in FOSS. 

e questo è un buon principio di pulizia, IMHO.

> Ci sono progetti legacy di larghissimo uso (per es. OpenSSL, tanto per
> citarne uno) che sono perennemente sull'orlo del collasso da anni, e su
> cui ci sono seri dubbi di sostenibilità a lungo termine. Eppure sono
> prodotti chiave del mondo FOSS, molto più di un GIS che onestamente è
> un coso che usano pochi sfigati.
> 
> Il problema quindi, non è di uso, diffusione, o finanche finanziamento, ma
> strettamente di governance del progetto. Un progetto che non sia appealing
> per i developer (vecchi e nuovi) è destinato alla morte. Ora e sempre. Amen.

giustissimo. la risorsa vera ultima sono gli sviluppatori. i
finanziamenti, se gestiti opportunamente, sono al più un proxy per
facilitarne la motivazione. pompare un sacco di soldi in un progetto con
una governance inefficace non serve nel medio periodo.

> Sull'online, è tutto da vedere. Io, anche per motivi generazionali, ci credo
> poco. La prima volta che faranno intrusione (o meglio, che si verrà a sapere :-)) 
> sui documenti on-line delle aziende a molti passerà la fantasia. Ci sono
> compagnie che hanno requirement strettissimi sulla riservatezza delle
> informazioni e non le vanno certo a dare in giro al primo cloud che gli
> passa sotto il naso, pure (o soprattutto?) se targato Google, Microsoft o
> ESRI. Altro che Office 365 :-D

sarei d'accordissimo con te; mi meraviglia però che compagnie anche
grandi, e che dovrebbero essere consapevoli dei problemi, si buttino
allegramente. o c'è qualcosa che mi sfugge, o siamo in mano spesso a CEO
irresponsabili, che decidono sull'onda della hype del momento, o
dell'euforia chimicamente indotta. ho qualche prova della seconda
ipotesi (dei CEO irresponsabili, non della chimica).

saluti.
-- 
Paolo Cavallini - www.faunalia.eu
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