[Gfoss] [Semi-OT] Licenze chiuse e dati aperti

Giuseppe Naponiello beppenapo a gmail.com
Gio 7 Maggio 2015 16:44:47 CEST


Grazie a tutti per la pazienza con cui mi avete risposto, ora ho le idee
molto più chiare!

Però c'è ancora qualcosa che mi sfugge, ma mi rendo conto che è un mio
problema ;)

Andrea, non volevo ridurre il discorso a "è open se si può aprire con un
editore di testo", il mio era più un tentativo di trovare il modo per avere
un accesso più agevole sia al dato che al metadato, così da poter
automatizzare eventuali procedure...ho in mente, ad esempio, le richieste
"json" a geoserver, formato di cui sto "abusando" per le cose su cui sto
lavorando.

Alessandro, sono d'accordo sull'esempio che hai fatto sui PDF ma, se avessi
materiale storico importante pianificherei la possibilità, ad esempio, di
una trascrizione, l'ho fatto per un paio di progetti e la cosa ha
funzionato... quello che voglio dire è che, secondo me, con un minimo di
sbattimento in più si possono facilmente trovare altre soluzioni.

Ripeto, la mia esperienza da pseudo-progammatore-fai-da-te è limitata
rispetto alla vostra, e posso non rendermi conto dei problemi oggettivi
legati allo sviluppo e al mantenimento di un sistema di gestione dati ma mi
sono ritrovato spesso a dover gestire dati eterogenei forniti da persone
diverse in diversi formati, dai dwg ai file di photoshop, e mi sono reso
conto che pianificando bene il workflow in fase di progettazione, anche il
mantenimento risulta più agevole.

In archeologia, ad esempio, gestiamo tante liste, tabelle ecc., quindi mi
chiedo: se tanto devo lavorare con excel, cosa mi costa salvare anche in
csv? Oppure, se metto su un webgis, quasi sempre passo da geoserver o
mapserver, quindi perché non fornire i dati, oltre che in shp, in formati
alternativi tipo json? E perché non sfruttare anche wms o wfs? Non credo
"costi" tanto.

Per un sistema che sto sviluppando abbiamo deciso con i responsabili del
progetto di fornire agli utenti (ad esempio le ditte archeologiche) dei
"template" per i dati, sia alfanumerici che vettoriali, in diversi formati,
(ad esempio oltre al classico shp forniremo anche un file sqlite); in
questo modo da un lato sono sicuro di avere dei dati coerenti con il db che
li deve gestire (a meno che l'utente non faccia strane cose sui file
originali!), dall'altro diamo la possibilità all'utente di conoscere
formati con cui, probabilmente, non ha mai lavorato.

Un sistema che mi piace moltissimo per come è stato strutturato è
confiscatibene.it., ecco, secondo me un servizio di open data dovrebbe
essere così!

Grazie ancora per la stimolante chiaccherata

;)

-beppe-

Il giorno 3 maggio 2015 17:30, Geo DrinX <geodrinx a gmail.com> ha scritto:

>
>
>> personalmente raffredderei di molto i sacri entusiasmi per il
>> semantic web, che troppo spesso come diceva fantozzi "e' una
>> boiata pazzeca", specie quando viene fatto con i piedi come
>> troppo spesso accade.
>> oppure quando finisce col diventare semplicemente un grimaldello
>> per cercare di spillare sonanti soldini a qualche PA.
>> (e purtroppo accade pure questo, specie qua in italia).
>>
>
> Alessandro,  qua scatta un applauso con "standing ovation" da parte mia.
> Sono sicuro che in molti seguiranno il mio esempio e arriveremo alla
> "oola" di gratitudine nei tuoi riguardi.
>
> Finalmente una voce libera  :)
>
> A quando, le folle grideranno compatte "Basta con XML come metadati" ?
> E anche "Viva il ReadMe.txt"  oppure  "Finiamola con l'XTD e la sem-antìca
> burocratese".
>
>
>
>> sarebbe sempre opportuno ricordarsi che gli open data nascono
>> come riuso intelligente di patrimoni informativi gia' esistenti
>> (perche' prodotti per tutt'altri scopi e finalita') tramite
>> condivisione libera ed aperta.
>> insomma e' un modo molto figo per riciclare tutto quello che
>> hai gia' in casa affrontando solo dei costi marginali.
>> investire soldi freschi per produrre Open Data fatti ad hoc
>> e' un'asineria macro-economica di dimensioni colossali.
>>
>
>
> Parole sante !
>
> Meno tag e più sostanza !
>
> :)
>



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