[Gfoss] Open (?) data

Maurizio Trevisani maurizio.trevisani a gmail.com
Ven 20 Feb 2015 14:50:50 CET


Il problema non è il benchmark in se' (né di prestazioni, né di
funzionalità, potenzialità, semplicità di utilizzo).

La questione, credo, è se con gli strumenti FLOSS e con gli strumenti
proprietari sia possibile fare le cose che normalmente ad una
istituzione interessa fare, con che costi, con che difficoltà.

Per il FLOSS i costi sono estremamente limitati (formazione, supporto,
avvio, poco più; semmai sviluppo di evoluzioni o plugin ad hoc).

Per i SW proprietari esiste anche il rischio, faustiano, di
imbrigliarsi in una nassa (formati proprietari (magari più
performanti), sviluppo procedure e progetti, ecc.) che obbligheranno
nel tempo a rimanere legati a quella soluzione commerciale e quindi a
farsi carico di canoni di manutenzione, ecc.

Come RT ci siamo posti come obiettivo che con il FLOSS e con il GFLOSS
le cose "si possono fare" e mi sembra che si testimoni che i limiti
(tutorial, formazione, supporto, avvio) non siano tali da
pregiudicarne l'utilizzo istituzionale anche da parte di realtà di una
certa dimensione.

Certamente anche la comunità può incentivare strategie per una
maggiore "visibilità" e per proporsi nei contesti pubblici: es.:
all'Open Data Day, forse anche GFOSS, come associazione, avrebbe
potuto sottolineare la stretta interrelazione che esiste e deve essere
sottolineata ed evidenziata tra Open Data, Open Formats e Open Source.

Altrimenti ci si trova nelle situazioni che a parlare di Open Data ci
si ritrova le multinazionali dei formati e dei software proprietari.

E magari, ragionateci, fare sua una idea che io ho suggerito (vedi
http://image.issuu.com/150217165523-91f1c3aa8ff725ce7b55d31ad91e1f03/jpg/page_40.jpg
): "....in ottemperanza alle indicazioni che il Codice
dell'Amministrazione Digitale, con l'articolo 68, fornisce: la scelta
di soluzioni software mediante l'acquisizione di licenze d'uso, da
parte della PA, deve  diventare residuale e consentita solo in caso di
indisponibilità o inadeguatezza di soluzioni a codice sorgente aperto,
nella convinzione che la filosofia del software libero/open source,
caratterizzata dalla trasparenza e accessibilità del codice sorgente,
così come dalla sua modificabilità ed adattabilità alle singole
esigenze operative, è pienamente in linea con l'idea di
un'Amministrazione aperta.
A questo proposito, sarebbe forse auspicabile l'assunzione di un
ruolo, da parte della stessa Agenzia per l'Italia Digitale, chiamata a
indirizzare e favorire il processo di informatizzazione delle
amministrazioni pubbliche, di supporto e cofinanziamento della
manutenzione e della evoluzione di quei pacchetti software, FLOSS e
GFLOSS, che le PA usano e sono sempre più chiamate ad adottare e
adeguare per lo svolgimento dei propri compiti istituzionali.".

Ciao,
Maurizio



Il 19/02/15, Paolo Cavallini<cavallini a faunalia.it> ha scritto:
> Il 19/02/2015 18:08, Stefano Iacovella ha scritto:
>> Ho sempre avuto un dubbio su questa cosa: ma la limitazione ad esprimere
>> il proprio libero pensiero su un software, sia pure sotto forma
>> comparativa, non è una limitazione della mia libertà personale? E quindi
>> in molti paesi non dovrebbe essere contro la legislazione a tutela dei
>> diritti fondamentali della persona?
>
> Se ricordo bene, nel caso di Oracle era ammesso fare benchmark, quello
> che era vietato era *pubblicarli*.
> In effetti sembra una limitazione della liberta' di espressione, ma
> considera che la conseguenza non e' una penalizzazione personale, ma una
> decadenza della validita' della licenza, quindi di un accordo
> commerciale. Chiaramente qui ci vorrebbe un legale.
> In pratica, non credo gli converrebbe molto var valere questa clausola,
> ma sarebbe interessante se qualcuno provasse a violarla pubblicamente :)
>
> Saluti.
> --
> Paolo Cavallini - www.faunalia.eu
> QGIS & PostGIS courses: http://www.faunalia.eu/training.html
> *New course* "QGIS for naturalists":
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