[Gfoss] [Semi-OT] Licenze chiuse e dati aperti

Andrea Peri aperi2007 a gmail.com
Gio 30 Apr 2015 21:08:15 CEST


Aho Alessandro,
parla meglio del gml topology eh ?

Va bene che il GML topology, ovvero la estensione topologica del GML,
seppur codificata nello standard GML 3.1, non sia mai stata utlizzata
da nessuno al mondo , salvo una piccola amministrazione regionale sita
nell'italia centrale.

Il fatto che esista un unico software al mondo in grado di decodificarlo.
Che nessuna mente umana riesca a comprenderlo direttamente.
Che chi si e' cimentato nella sua comprensione sperando di riuscire a
scrivere una procedura automatica di decodifica, sia stato poi
ricoverato in una struttura riabilitativa per sindroni di stress
mentale.

Non vuol mia dire che fa schifo eh ?
eh ?

Anzi', esso e' l' apoteosi della strutturazione.
Pensa che schiccheri a se avessimoinserito un file in GML topologico
dentro la sonda voyager per dire agli extraterrestri dove si trovava
la terra.
Altro che dischetto con sopra impressa una immagine del sistema solare.
Puah !

:)

A.


Il 30 aprile 2015 18:39,  <a.furieri a lqt.it> ha scritto:
> Giuseppe,
>
> ti rispondo su qualche punto particolarmente stuzzicante:
>
>
>> Il pdf, per come la vedo io, non è un formato aperto (di fatto lo è
>> ma è chiuso nel senso della struttura!) e se anche i pc lo leggono e
>> lo scrivono, in pratica non posso fare, ad esempio, analisi
>> statistiche sui contenuti del pdf (quante parole contiene un testo,
>> quali sono le parole più ricorrenti ecc.), soprattutto se il file è
>> l'insieme di una serie di scansioni: il testo non è più testo ma
>> immagine (giusto?);
>>
>
> giustissimo: ma la scelta di un qualsiasi strumento tecnologico
> va sempre messa in relazione con lo scopo specifico.
>
> se mi pubblichi un bilancio solo ed esclusivamente in PDF di
> fatto mi stai rendendo molto difficoltoso se non praticamente
> impossibile analizzare e verificare nel dettaglio le tue cifre:
> quindi e' una scelta decisamente molto infelice.
>
> ma se invece mi pubblichi un carteggio manoscritto tra Garibaldi e
> Mazzini piuttosto che i diari di scavo del Maiuri a Pompei tra le
> due guerre mondiali (comprese tutte le planimetrie e magari pure
> con qualche foto), ecco che invece il PDF diventa una scelta
> assolutamente ragionevole e meritoria.
> (specie se ti assicuri che siano PDF/A)
>
> insomma, va valutato caso per caso; anche il PDF puo' avere
> una sua dignita' in certi contesti.
>
>
>> quindi, nella mia ottica, va bene il pdf scaricabile ma io offrirei
>> all'utente anche formati tipo html (html5 ha fatto passi da gigante
>> verso il semantic web), xml o csv; un file strutturato mi
>> permetterebbe, ad esempio di fare un mesh-up tra contenuti presenti a
>> giro per a rete e crearmi la mia biblioteca personale estraendo, ad
>> esempio, solo i titoli e gli abstract degli articoli dei convegni che
>> seguo, con link agli originali.
>>
>
> certamente si: se e' tecnicamente ammissibile pubblicare in
> qualche formato facilmente rielaborabile e' sicuramente molto
> meglio. e quando e' possibile mettere in piedi servizi di data
> harvesting e' meglio ancora.
> se poi hai abbastanza fiato e muscoli lasciare libera scelta
> tra due o tre formati alternativi sarebbe sicuramente il top.
>
> personalmente raffredderei di molto i sacri entusiasmi per il
> semantic web, che troppo spesso come diceva fantozzi "e' una
> boiata pazzeca", specie quando viene fatto con i piedi come
> troppo spesso accade.
> oppure quando finisce col diventare semplicemente un grimaldello
> per cercare di spillare sonanti soldini a qualche PA.
> (e purtroppo accade pure questo, specie qua in italia).
>
> serebbe sempre opportuno ricordarsi che gli open data nascono
> come riuso intelligente di patrimoni informativi gia' esistenti
> (perche' prodotti per tutt'altri scopi e finalita') tramite
> condivisione libera ed aperta.
> insomma e' un modo molto figo per riciclare tutto quello che
> hai gia' in casa affrontando solo dei costi marginali.
> investire soldi freschi per produrre Open Data fatti ad hoc
> e' un'asineria macro-economica di dimensioni colossali.
>
>
>> Lo shp, per come la vedo io, non è un formato standard (almeno fino
>> a qualche tempo fa non lo era per l'OGC, sinceramente non so se è
>> cambiato qualcosa), anche se "de facto" lo è diventato
>>
>
> qua stai confondendo concetti che invece vanno tenuti ben separati.
> "standard" e' un concetto sempre relativo, e sottintende tutta
> una scala gerarchica:
>
> - standard de facto: esiste e prendiamo atto che funziona: stop.
>   dopo tutto anche csv e txt/tab non hanno nessun documento di
>   specifica formale alle spalle: eppure funzionano.
>
> - standard codificato: qualcuno ha fissato formalmente una regola;
>   non e' tanto importante "chi" ha fissato la regola; l'importante
>   e' che la regola ci sia da qualche parte, e che tutti gli
>   interessati possano prenderne liberamente conoscenza senza
>   dovere sottostare a vincoli.
>
> - standard ufficiale: idem come sopra; ma questa volta con il
>   debito avallo di un ente o organizzazione autorevole.
>
> - standard internazionale: meglio ancora se si tratta di una
>   organizzazione o consorzio internazionale
>
> - standard univerale: in pratica e' sinonimo di standard ISO,
>   l'organizzazione che rappresenta tutti i governi del mondo
>   e che ha autorita' indiscussa ed indiscutibile su qualsiasi
>   altro organismo.
>
> spesso gli standard percorrono faticosamente tutta la gerarchia
> prima di arrivare alla vetta (ammesso che ci arrivino mai).
> p.es. KML e' nato come formato codificato in casa Google e
> solo successivamente e' stato adottato da OGC.
> PDF e' nato in casa Adobe: dopo di che PDF/A e' diventato uno
> standard ISO
> Spatial SQL, WMS e WFS sono nati dentro ad OGC ma poi si sono
> evoluti fino a diventare standard ISO
> viceversa l'ubiquo zipfile si basa per intero su qualche appunto
> sparso scritto dal signor Phil Karz nel 1989 quando rilascio'
> la primissima versione di PkWare.
>
> tra i formati di immagine piu' popolari TIFF sta in piedi
> semplicemente in base ad un documento pubblicato inizialmente
> da Aldus e poi in seguito da Adobe: cioe' e' esattanebte alla
> pari con lo Shapefile di ESRI.
>
> JPEG e JPEG2000 sono il frutto di un consorzietto ad hoc,
> seppure internazionale.
> dobbiamo arrivare a PNG per trovare finalmente uno standard
> a prova di bomba: ISO 15948
>
> se vuoi un mio personalissimo parere, quello piu' flessibile
> e che meglio ti garantisce piena interoperabilita' universale
> e' proprio TIFF, anche se tra tutti e' quello con ascendenze
> meno nobili e blasonate ;-)
>
>
>> soprattutto non è aperto/apribile (si ok, lo è il dbf ma secondo me
>> non è abbastanza).
>> Qui entra in gioco anche il discorso sw: il file
>> .prj, a mio avviso fondamentale, non viene generato da tutti i sw;
>> qgis lo crea, arc-gis non lo so, di sicuro non open-jump.
>>
>
> essere uno standard significa semplicemente garantire
> interoperabilita'; non significa necessariamente eccellenza
> tecnica.
> l'architettura Shapefile fa acqua da tutte le parti, sembra
> quasi un colapasta; criticare SHP e' un po' come sparare
> addosso alla Croce Rossa.
> ma questo non toglie che sia lo standard de facto nel suo ramo,
> e che abbia ben poche alternative realisticamente applicabili.
>
> il file .prj e' un'estensione ESRI non documenta e poco
> supportata: e non e' neppure strettamente indispensabile.
> molte PA che pubblicano open data sotto forma di shapefile
> aggirano elegantemente il problema in modo banalmente
> semplice:
> - p.es. scrivendo sulla pagina di download qualche utile
>   noticina relativa al sistema di riferimento
> - oppure (meglio ancora) allegando un PDF o un Readme.txt
>   dentro allo zip in cui vengono riportate sia le condizioni
>   di licenza che tutti gli altri eventuali metadati.
>
>
>> Tutti questi problemi non li ho se lavoro con altri formati (aperti e
>> apribili) tipo gml, json ecc.
>>
>
> ti lancio una domanda volutamente provocatoria.
> supponiamo che io voglia rilasciare qualche corposo dataset
> vettoriale, diciamo qualche centinaio di MB in totale.
>
> posso farlo sotto forma di shapefile, ed in questo modo
> saro' sicuro di fare felici e contenti indistintamente tutti
> i possibili interessati, a prescindere da quale sw usino.
> girera' sicuramente dappertutto, e posso dare per scontato
> che lo sapranno usare anche le scimmie sugli alberi.
>
> oppure posso fare una scelta nobilnebte elegabte: decido di
> rilasciare tutto come GML ... anzi, meglio ancora come
> GML Topology.
>
> questo introduce magari la spiacevole conseguenza che prima
> di riuscire a leggere quel pop' di besione di file GML Topo
> ci vorranno molte lunghe ore di paziente elaborazione, e
> magari servira' pure una macchina particolarmente muscolosa
> e con un sacco di RAM.
> per non parlare del fatto che molto verosimilmente servira'
> qualche sw abbastanza specialistico, sconosciuto ai piu'
> e non troppo diffuso, magari anche abbastanza complicatino
> da utilizzare: p.es. GDAL da riga di comando.
>
> secondo te, quale tra le due alternative favorira' maggiormente
> il reale riutilizzo dei dati da parte del maggior numero di
> utenti in modo semplice e con minori complicazioni ?
>
>
>> Infine, se è vero che posso applicare una licenza open ad un dwg,
>> mi/vi chiedo: ha senso? Non violo i principi base dell'open data circa
>> l'usabilità, l'assenza di restrizioni tecnologiche, i formati aperti
>> ecc.
>>
>
> certo che li viola: tutti quanti ed in un sol colpo.
> stai usando un formato chiuso, chiusissimo, che richiede
> necessariamente l'uso di sw molto specifico prodotto da
> una singola azienda.
> farai cosa sicuramente migliore e piu' saggia se ti prendi
> la (piccola) briga di esportare quei dati nel formato DXF.
>
> resta il fatto che la perfezione e' sempre un asintoto: la
> cosa piu' importante e' fare il primo passettino nella direzione
> giusta, poi tutto il resto seguira' inevitabilmente.
>
> ok, rilasciare sotto open data un DWG e' un abominio che grida
> vendetta al cielo.
> ma intanto hai ottenuto comunque qualcosa di molto significativo;
> ora quei dati sono sbloccati, sono diventati liberi, rielaborabili
> e pubblicamente condivisibili.
> se i tuoi dati sono realmente interessanti qualcun altro si
> prendera' sicuramente la briga di convertirli al posto tuo in
> un qualche altro formato meno sciagurato ed iniziera' a pubblicarli
> a sua volta.
> tu molto probabilmente ci farai la misera figuretta dell'incompetente
> assoluto, e verrai giustamente ricoperto di improperi e di infamia.
> ma comunque il dato liberato finira' prima o poi inevitabilmente
> col percorrere la propria strada.
>
> ergo: se per assoluta carenza di risorse finanziarie, di skill
> tecnologici e di know how specifico non si riesce materialmente
> a fare nulla di meglio ben venga anche lo sventuratissimo DWG
> open data.
> sara' sempre sicuramente molto meglio che continuare a tenersi
> quei dati belli chiusi dentro a qualche polveroso cassetto.
>
>
> ciao Sandro
> _______________________________________________
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> http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss
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