[Gfoss] [Semi-OT] Licenze chiuse e dati aperti

Andrea Peri aperi2007 a gmail.com
Gio 30 Apr 2015 16:27:39 CEST


Ciao,

formato aperto e' inteso nel senso di formato "documentato".

O, in altri termini, che leggendo un documento liberamente scaricbaile
puoi venire a sapere come e' fatto internamente.
Per questo e' detto aperto.

Te invece intendi "aperto" nel senso che e' apribile da un editor di testo.
:)

Ti diro' di piu':

se io ti faccio un formato testo , con un sacco di numeri codificati
con una codifica che conosco solo io e che non documento da nessna
parte.
Per te e' aperto perche' lo leggi con il text-editor, ma pero' vedi
dentro un sacco di numeri imbrigliati in una codifica criptica.
E non riesci a tirarci fuori niente.

Quindi: aperto e' intsso nel senso di "documentato", non di testuale
anziche' binario.

Per cui lo shapefile e' aperto, ilgm e' aperto, il dxf e' aperto.
Il DWG non lo e' perche' non ci sono documenti che ne spieghino la struttura.

Ciao,,
A.



Il 30 aprile 2015 15:31, Giuseppe Naponiello <beppenapo a gmail.com> ha scritto:
> Ciao Alessandro,
>
>> se tu passi a CC0 (public domain) da quel punto in poi rendi invisibile
>> l'attribuzione alla fonte iniziale.
>> devi continuare ad usare CC-BY, perche' anche chi casomai riutilizza
>> i tuoi dati modificati e' comunque tenuto legalmente a citare la
>> fonte iniziale.
>
>
> verissimo, non ci avevo mai pensato, forse perché non mi è mai capitato...se
> anche io cito la fonte per correttezza, chi utilizza dopo di me i miei dati
> in CC0 non è tenuto a farlo e quindi violo la licenza iniziale...perfetto,
> chiarissimo ;)
>
> Sul resto della tua risposta ci sono alcuni punti che non mi tornano...forse
> perché, da buon novellino, ho una visione ancora un po' rigida della
> questione.
> I miei dubbi nascono intorno alla definizione di Open Data, in particolare
> al discorso della neutralità "rispetto agli strumenti tecnologici necessari
> per la fruizione dei dati stessi...", e aggiungiamoci anche il discorso del
> formato aperto che forse io confondo con "apribile"!!!
> Il pdf, per come la vedo io, non è un formato aperto (di fatto lo è ma è
> chiuso nel senso della struttura!) e se anche i pc lo leggono e lo scrivono,
> in pratica non posso fare, ad esempio, analisi statistiche sui contenuti del
> pdf (quante parole contiene un testo, quali sono le parole più ricorrenti
> ecc.), soprattutto se il file è l'insieme di una serie di scansioni: il
> testo non è più testo ma immagine (giusto?);
> quindi, nella mia ottica, va bene il pdf scaricabile ma io offrirei
> all'utente anche formati tipo html (html5 ha fatto passi da gigante verso il
> semantic web), xml o csv; un file strutturato mi permetterebbe, ad esempio
> di fare un mesh-up tra contenuti presenti a giro per a rete e crearmi la mia
> biblioteca personale estraendo, ad esempio, solo i titoli e gli abstract
> degli articoli dei convegni che seguo, con link agli originali.
>
> Lo shp, per come la vedo io, non è un formato standard (almeno fino a
> qualche tempo fa non lo era per l'OGC, sinceramente non so se è cambiato
> qualcosa), anche se "de facto" lo è diventato, e soprattutto non è
> aperto/apribile (si ok, lo è il dbf ma secondo me non è abbastanza). Qui
> entra in gioco anche il discorso sw: il file .prj, a mio avviso
> fondamentale, non viene generato da tutti i sw; qgis lo crea, arc-gis non lo
> so, di sicuro non open-jump. Come fa giustamente notare Andrea Borruso [0]
> distibuire shp come open data, può creare problemi.
> Credo sia capitato un po' a tutti di dover "cercare" la proiezione giusta
> per shapefile che non avevano un sistema dichiarato, finché siamo in Italia
> ok, a me è capitato di lavorare con dati armeni, ed ho avuto un po' di
> problemi!
> Altro esempio legato agli shapefile è quello dell'encoding: dovevo importare
> degli shp in una tabella postgis ma mi dava errore sull'encoding dello
> shapefile (il db era utf8), il proprietario non sapeva manco cosa fosse un
> encoding, per me era la prima volta che avevo 'sto problema quindi ho perso
> tempo per cercare di capire la codifica dello shapefile (si ok, la codifica
> è legata sia al sw che al sistema operativo, bastava capire queste 2 cose e
> risolvevo subito, ma 7 anni fa non ero così sveglio! Si ok, posso settare la
> codifica del mio shapefile, ma il problema non si pone per chi lo sa, e non
> credo che la maggior parte degli utenti che usano quotidianamente un gis lo
> sappia...e in ogni caso il problema resta).
> Tutti questi problemi non li ho se lavoro con altri formati (aperti e
> apribili) tipo gml, json ecc.
>
> Infine, se è vero che posso applicare una licenza open ad un dwg, mi/vi
> chiedo: ha senso? Non violo i principi base dell'open data circa
> l'usabilità, l'assenza di restrizioni tecnologiche, i formati aperti ecc.
>
> Mi scuso per la lunga mail ma sto cercando di convincere una PA a rilasciare
> i dati in formati aperti ma se ho delle lacune in materia, o sono ancora un
> po' confuso su alcuni aspetti, come faccio a convincerli?
>
> ;)
>
>
> [0]
> http://blog.spaziogis.it/2013/03/19/2013-anno-degli-opengeodata-lentusiasmo-mio-e-calante/
>
>
> Il giorno 30 aprile 2015 12:13, <a.furieri a lqt.it> ha scritto:
>>
>> On Thu, 30 Apr 2015 11:22:53 +0200, Giuseppe Naponiello wrote:
>>>
>>> Buongiorno a tutti,
>>> per sicurezza in oggetto ho specificato "semi-ot", nel caso fossi
>>> completamente off topic vi chiedo scusa!
>>> Il problema che mi è stato posto, e che mi ha trovato un po'
>>> spiazzato, è il seguente:
>>> Mario crea un dato, geografico ma non solo, con un software chiuso,
>>> mettiamo uno shp fatto con arc-gis o, meglio, un dwg.
>>> Carica questo file sul web, in un suo repository e ci appiccica una
>>> licenza libera, mettiamo cc-by. Io scarico il dwg, me lo faccio
>>> convertire da un mio amico in dxf, con qualche magheggio lo importo in
>>> postgres e, via geoserver, lo pubblico sul mio webgis con cc0, citando
>>> la fonte come chiesto dalla licenza iniziale.
>>
>>
>> Giuseppe,
>>
>> questo non lo puoi fare perche' violi la licenza.
>> se tu passi a CC0 (public domain) da quel punto in poi rendi invisibile
>> l'attribuzione alla fonte iniziale.
>> devi continuare ad usare CC-BY, perche' anche chi casomai riutilizza
>> i tuoi dati modificati e' comunque tenuto legalmente a citare la
>> fonte iniziale.
>>
>> puoi "salire in alto", introducendo qualche ulteriore vincolo:
>> "se volete riusare i miei dati modificati invece di quelli originali
>> allora vi beccate una CC-BY-SA" :-)
>> ma non puoi mai rilassare i vincoli di partenza.
>>
>>
>>> Vi chiedo:
>>> 1. una licenza libera o open data è compatibile con un dato creato
>>> con software chiuso?
>>>
>>
>> le mele sono mele, le pere sono pere, i gatti sono gatti, i cani
>> sono cani, il software e' software, i dati sono dati.
>> che c'azzecca il dato con il sw che l'ha prodotto oppure con
>> quello che utilizzarai per la fruizione ? nulla di nulla
>>
>> licenze sw e licenze dati viaggiano su piani distinti e separati.
>>
>>
>>> 2. Non c'è qualche limitazione presente nelle licenze tipo eula
>>> legate al riutilizzo, opere derivate et similia?
>>>
>>
>> dipende ovviamente dalla eula e da come e' scitta: in genere no,
>> non ci sono limitazioni relative ai dati che produci con un sw.
>> li usi con quel che ti pare meglio (se riesce a leggerli).
>>
>>
>>> 3. A parte tutte le considerazioni di tipo filosofico, posso creare
>>> dati aperti con software chiusi? Intendo se c'è qualche
>>> considerazione di tipo tecnico che sconsiglia l'utilizzo di sw chiuso
>>> a favore di quello aperto.
>>>
>>
>> prendi il caso di un file XML, meglio ancora GML: se e' pienamente
>> conforme alle specifiche non contiene nessun elemento che ti consenta
>> di capire con quale sw particolare e' stato prodotto.
>> al massimo ci potrai trovare dentro un commento che dice "by pinco 1.0";
>> ma quel commento l'avresti anche potuto aggiungere o rimuovere facilmente
>> con un banale text editor senza alterare minimante il contenuto vero e
>> prorpio, non e' un elemento significativo
>> idem dicasi per JPEG, PNG, TIFF, Shp etc etc etc
>>
>> l'unico problema tecnico reale puo' nascserse quando un sw non genera
>> dei files perfettamente coerenti con le specifiche.
>> allora si che rischi di avere problemi che ne limitano la reale
>> interoperablita'
>> ma questo ovviamente dipende dal singolo sw e magari anche dalla
>> specifica versione, non ha assolutamente nulla a che vedere con la
>> dicotomia open vs closed.
>>
>> quando si parla di dati le uniche domande tecnicamente sensate sono:
>> - e' un formato aperto, pubblicamente documentato e non gravato
>>   da brevetti ?
>> - oppure e' un formato chiuso, oscuro e protetto da vincoli ?
>>
>> comunque assai spesso usare sw open per creare open data e' un'opzione
>> che non ha solo un mero valore "filosofico".
>> se usi sw open sei sempre sicuro di usare formati aperti e documentati;
>> e presumibilmente l'implementazione sara' altamente interoperabile.
>> cosa non sempre ovvia e scontata con i sw proprietari.
>>
>>
>>> Alla prima domanda ho fatto notare che una licenza open data per sua
>>> natura non può essere applicata a tutti i file ma solo a quelli con
>>> determinate caratteristiche: uno shp non può essere open data, json e
>>> csv, ad esempio, si. Giusto?
>>>
>>
>> no, sbagliatissimo :-D
>>
>> gli shapefiles possono essere ottimi open data, e di fatto quasi tutti
>> i materiali gis-like che trovi in giro come open data sono proprio
>> in formato shp.
>> e' vero che il formato SHP e' stato "inventato" da ESRI; ma e'
>> anche vero che tutta la documentazione tecnica relativa e' sempre
>> stata abbondamente pubblica, in forma gratuita e senza nessun
>> vincolo di brevetto o di copyright.
>> ergo: shapefile e' un legittimo "formato aperto" a tutti gli effetti
>>
>> la stessa identica cosa avviene per TIFF (inventato inizialmente
>> da Adobe) e per PDF (sembre made in Adobe): in entrambi i casi
>> le specifiche tecniche del formato sono sempre state pubbliche
>> e non gravate da brevetti, e quindi sono formati aperti.
>> addirittura il PDF nella variante PDF/A oggi e' diventato uno
>> standard internazionale ISO
>>
>> altre aziende hanno preferito seguire strade diverse: puo'
>> essere interessante il caso AutoDesk.
>> il formato DWG e' sempre stato chiuso e blindato; e quindi
>> e' decismente pessimo come materiale open data
>> viceversa il formato DXF e' sempre stato pubblicamente
>> documentato, e la stessa AutoDesk ha inivitato esplicitmanete
>> gli sviluppatori indipendenti ad adottarlo come formato
>> aperto ed interoperabile.
>> ergo DXF puo' essere considerato un ragionevole candidato
>> per un rilascio open data.
>>
>> ciao Sandro
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