[Gfoss] Comunicato dell'Associazione GFOSS.it

stefano campus skampus a gmail.com
Gio 2 Apr 2015 11:01:34 CEST


Leggiamo, a corollario di un convegno GFOSS.it di qualche anno fa,
affermazioni fuorvianti [1], che crediamo utile rettificare, per aiutare ad
una chiara e serena comprensione del fenomeno "software libero" e ad un
progresso generale del GIS nel nostro Paese.
Chiariamo intanto che il software libero non è un'utopia: è, semplicemente,
un modo di fare software che ha dimostrato, con il suo successo nella
costruzione di Internet ed in molti altri settori, di essere vitale,
produttivo e strumentale alla costruzione di una società dell'informazione
più inclusiva.

Come tutti sanno e come l'associazione GFOSS.it indica fin dall'inizio della
propria esistenza, il valore fondamentale di questo approccio è la sua
libertà, non tanto il costo: è del tutto evidente a chiunque si occupi
professionalmente di software, che l'adozione di qualsiasi software richiede
sempre e comunque un investimento, di conoscenza ed anche economico. È però
ovvio come una spesa in licenze software, che hanno ricaduta minima o nulla
sul territorio nazionale, non sia equiparabile ad un investimento sulle
competenze e capacità locali che favoriranno aziende, studenti e la generale
crescita dell'economia nazionale. 
I GIS liberi sono finanziati, in misura davvero minuscola, anche con fondi
pubblici: però l'investimento di un ente si traduce immediatamente in
maggiori funzionalità disponibili anche per ogni altro ente, mentre le spese
(enormemente più massicce) effettuate per pagare la possibilità, esclusiva e
temporanea, di utilizzare un determinato software, non ha alcuna ricaduta
positiva se non per l'azienda venditrice.

Riprendendo la metafora adottata nell'intervento citato, per noi esistono
fornai migliori di altri: sono quelli che condividono le loro ricette, i
modi di produrre il pane, non cercano di costringere un affamato a comprare
il pane solo nella propria bottega, ma lo mettono in grado di fabbricarselo
da solo, o comunque scegliere quello che più gli aggrada.
Come tutte le metafore, anche quella del fornaio ha i suoi limiti: il bello
del software è che, a differenza del pane, se lo condivido non mi privo di
niente. Quindi, perché continuare a pagare (più caro) un pane che nutre
soprattutto altri e non possiamo condividere con i nostri colleghi ed amici?

Ci pare anche utile sottolineare che la questione dell'inteoperabilità dei
dati sia tutt'altro che una questione residuale.
È vero che esistono strumenti che consentono la conversione dei formati, ma
è del tutto evidente che l'interoperabilità sia invece cruciale per
garantire il reale utilizzo dei dati. 
Si moltiplicano infatti, soprattutto da parte dei players proprietari, le
iniziative volte a rendere difficile o impossibile l'utilizzo dei dati da
parte di chi non utilizza software di un determinato fornitore (un caso per
tutti: la guerra dei formati Lidar [2]).
Ribadiamo quindi, con la serenità di essere in linea con le direttive
europee e la ragionevolezza complessiva, e con la consapevolezza di fare gli
interessi di tutti, che garantire l'interoperabilità sia una conditio sine
qua non per qualunque sistema GIS attuale ed una necessità assoluta per
l'ente pubblico.

Infine, smentiamo  poi che l'Associazione GFOSS.it abbia mai richiesto è
ricevuto finanziamenti da Regione Puglia o da altri Enti pubblici.
Saremo lieti di un confronto pubblico su questi temi.

Stefano Campus
presidente dell'Associazione GFOSS.it

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[1]
https://www.facebook.com/notes/metarc-metodologia-della-ricerca-archeologica-universit%C3%A0-del-salento/il-buon-cuore-del-fornaio/10150519131640628

[2] http://rapidlasso.com/2013/12/30/new-compressed-las-format-by-esri



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