[Gfoss] Rilascio ufficiale di pyArchInit, il plugin per l'archeologia di Qgis

piergio pierpiggi a gmail.com
Ven 28 Mar 2014 10:36:10 CET


Il 27/03/2014 18:34, Luca Mandolesi ha scritto:
>
>         Ergo puoi anche buttarlo nel bidone. Tutte le leggi a cui fai
>         riferimento portano a quella conclusione. Se tengo sul mio PC
>         i dati di uno scavo, che dopo la consegna vengono modificati
>         dall'ispettore, i miei dati a cosa servono? Il dato "buono" è
>         solo quello vidimato dall'ispettore, il mio una volta
>         consegnato è una copia non buona quindi inutile, quindi può
>         essere eliminata.
>
>     Anche qui direi che ti stai esprimendo male o forse non sto
>     capendo io. Potresti citare la fonte di ciò che dici?
>
>
> La fonte è l'esperienza quotidiana dei rapporti con gli ispettori e 
> non c'è legge scritta che tenga...purtroppo
Mi risulta che al di là di ciò che avviene presso lo scavo in corso 
d'opera o a fine lavori (dove il funzionario ha ovviamente bisogno di 
attingere alle relazioni della ditta esecutrice per poter dare pareri su 
asporti o altro al committente e non può che firmare a nome suo tali 
documenti), le ditte esecutrici devono consegnare obbligatoriamente a 
fine lavori il post scavo (o come si vuol chiamare la documentazione che 
viene prodotta a fine lavoro). Questa documentazione della ditta 
esecutrice viene archiviata e conservata così come viene consegnata, con 
nomi e attribuzioni ed è tutto ciò che resta del deposito archeologico 
(e vedendo cosa c'è negli archivi, posso dire che molte volte è 
purtroppo assai poco).  E' aprendo gli archivi e questi documenti (con 
il consenso di chi li ha prodotti) che un giorno si potrà finalmente 
avere accesso ai dati archeologici.  Perché dici che la tua copia è 
inutile e buona a nulla?
>
>     Premettendo che non si può in due righe spiegare tutto il codice
>     dei beni culturali, in linea di massima direi che le cose non
>     stanno come le hai esposte tu, ma stanno così:
>     La ricerca archeologica è prerogativa del ministero. Quando una
>     ditta, un privato o un ente eseguono uno scavo o una ricerca lo
>     fanno su concessione del ministero.
>
>
> Noi non abbiamo una concessione. Scaviamo facendo le veci di... La 
> Soprintendenza si avvale di noi (perchè loro comandano dove scavare in 
> una concessione tu hai la possibilità di pianificare, come avveniva 
> con l'Unisi) e siamo pagati dal privato. L'ispettore gira al 
> proprietario la relazione con la sua vidimazione, perchè quello che 
> scriviamo noi non ha valore per loro.
E anche qui partirei distinguendo i contesti. Se parliamo di scavo con 
committente, ditta esecutrice e soprintendenza, parliamo di un contesto 
in cui in corso d'opera o a fine lavori è necessario che il funzionario 
responsabile dello scavo comunichi tramite pratiche amministrative con i 
committenti e la vidimazione del funzionario in questo caso è ovviamente 
necessaria perché è lui l'incaricato di queste pratiche. Non può essere 
un esterno a fare le veci del funzionario. Ma la documentazione che 
viene consegnata dalla ditta o dal professionista alla soprintendenza a 
fine lavori resta archiviata in Soprintendenza con il  nome della ditta 
o del professionista che l'ha prodotta, questo non credo sia diverso in 
Emilia Romagna rispetto alle altre regioni.


>     La concessione di scavo prevede che venga consegnata una
>     documentazione a termine lavori, che viene protocollata e
>     archiviata. Tale documentazione non viene modificata da alcun
>     ispettore e resta archiviata con il nome di chi l'ha prodotta.
>
>
> Mai stato così in 10 anni di esperienza in Emilia Romagna...vogliono 
> tutto cartaceo e modificabile, dirò di più, non vogliono nemmeno le 
> intepretazioni che loro e solo loro possono scrivere, pena cazziatoni 
> infiniti e vieni tagliato fuori dal mercato.
Meno male chiedono ancora anche il cartaceo, almeno finché non si 
doteranno di una infrastruttura solida e ben testata adatta alla 
conservazione di dati digitali. E' vero che la documentazione deve 
essere meno soggettiva possibile, perché si deve dare la possibilità a 
chi legge i dati di poterli interpretare anche in altri modi. Le 
interpretazioni (inserite assieme a tutta la documentazione richiesta) 
non le ho mai viste cassare, ma confesso di non sapere se l'accettazione 
o meno dipenda dal funzionario o da linee guida.


>     L'ispettore può però utilizzare i dati in essa contenuti
>     nell'ambito del suo lavoro di funzionario. Parimenti per
>     pubblicare tu la tua relazione su un bene per il quale hai avuto
>     la concessione di ricerca o scavo devi chiedere il consenso alla
>     soprintendenza.
>
> I consensi sono rilasciati dopo aver scritto mille richieste e c'è 
> sempre il veto su quanto si scrive. Se ho trovato una tomba e voglio 
> scrivere tomba e per la soprintendenza è una fossa da morto, devi 
> scrivere quello che vuole l'ispettore.
A me non è capitato così, non so cosa dire.
>
>     Per il tuo lavoro personale nessuno ti vieta di usare dati che hai
>     prodotto tu (o almeno non mi risulta che esista una legge che dica
>     ciò).
>
>
> Se per personale intendi in maniera privatissima, sono d'accordo. Ma 
> il mio lavoro personale comprende il poter sfruttare economicamente 
> qualcosa: se sono un muratore che fa una casa la devo poter vendere. 
> Se produco l'idea che c'è una casa  medievale devo poter vendere 
> l'opuscolo che lo spiega, ma senza diver chiedere ventimila 
> permessi.... oppure se faccio una conferenza pubblica devo poter far 
> vedere il mio GIS e invece è fatto divieto...anche per l'archeofoss mi 
> hanno fatto storie telefonandomi e minacciandomi per le immagini che 
> ho messo.
Anche su questo non so cosa dire. L'impressione è quella di un contesto 
con alcune problematiche.
>
>
> Parlavo con i fratelli Bezzi proprio ieri e non capivo come facessero 
> ad usare droni, 3D, ricostruzioni nel loro lavoro, quando a noi è 
> fatto divieto di disegnare un romano per una mostra e decidere in 
> maniera autonoma che calzari ha... a loro viene data carta bianca sui 
> dati che scavano...sarà il trentino e l'aria buona?
Anche io a Verona tutto sommato sto vivendo una situazione simile a 
quella dei Bezzi, dato che ho trovato persone disponibilissime in Sopri 
con cui sto lavorando bene. Da noi l'idea è quella di cercare di aprire 
i dati di archivio, però ci scontriamo con mille ostacoli, tutti quelli 
citati nell'articolo, che esistono non solo per chi fa la documentazione 
di scavo ma anche per chi poi la gestisce, dato che, diversamente da 
quanto dici tu, noi dobbiamo tenere ben conto dei nomi scritti sulla 
documentazione e non la possiamo certo pubblicare o divulgare senza 
consenso.
Come dicevo, secondo me la legge sulla tutela del patrimonio non è 
scorretta (vedi i casi dei bezzi e mio, in cui si può lavorare benissimo 
senza problemi), quello che è scorretto è il modo in cui il singolo 
funzionario può applicarla.
Secondo me lo sforzo andrebbe concentrato sull'apertura dei dati (perché 
lì c'è un margine di manovra ed è quello che realmente serve), non su 
altre questioni.
>
>
> Quello che vorrei è poter esportare in automatico a fine relazione i 
> riferimenti a quello che dicevi: il fatto che un disegno è di chi lo 
> disegna per me è una novità assoluta. se potessi far apparire in 
> tavola i diritti di chi disegna sarebbe molto bello. Se su ogni scheda 
> US ci fosse il riferimento ai diritti di chi la stila, oppure il 
> riferimento di legge che appare in fondo alla relazione ecc.
>
> Si può fare?
Si, ma lo vedo poco utile, nel senso che la paternità intellettuale si 
sa già che è di chi stende il documento e lo firma. Secondo me sarebbero 
più utili altre cose, come ad esempio che sul contratto di scavo fosse 
scritto che la ditta deve consegnare i dati con licenza CC-BY-SA.
Però mi sto imbarcando in considerazioni troppo generiche, che non si 
possono discutere in velocità in uno scambio di mail, ma vanno ragionate 
a tavolino con un avvocato, dato che quando parliamo di dati 
archeologici parliamo di dati che sono tutelati da tante leggi diverse, 
a seconda del tipo di dato e parliamo di anche di dati prodotti in modi 
diversi e con contratti diversi.

Ad Archeofoss, che si terrà quest'anno a Verona, ci sarà sicuramente una 
sessione dedicata agli aspetti legali. MAgari potermmo provare a 
discuterne lì.

Ciao
Piergio




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