[Gfoss] Roma, a pagamento le mappe della citta'

G. Allegri giohappy a gmail.com
Mer 5 Feb 2014 13:33:45 CET


Sandro, hai avuto il tempo e la voglia di esprimere perfettamente quello
che è anche il mio pensiero. Grazie!

giovanni


Il giorno 05 febbraio 2014 03:49, <a.furieri a lqt.it> ha scritto:

> On Wed, 5 Feb 2014 11:16:19 +0100, Stefano Iacovella wrote:
>
>> Mah! Se questo è il livello delle considerazioni poi non
>> meravigliamoci se l'open source non si riesce a far entrare nelle PA.
>>
>> Io nell'articolo ho letto che il comune esternalizza  un servizio,
>> senza aggavio di costi per la PA.
>>
>> Una società provvederà alla preparazione, stampa diffusione e
>> vendita.
>>  Una mappa dovrebbe costare 2,5 euro. Non è che un milone di euro
>> passa dai cittadini alla società, tu sei liberissimo di non comperare
>> la mappa.
>>
>>
> anche se questa discussione sta velocemente partendo per la
> tangente, mi pare che si presta comunque bene per puntualizzare
> un paio di principi basilari (che e' sempre utile ed opportuno).
>
> piccola premessa da tenere sempre ben a mente:
> Open Data / Open Source NON SIGNIFICA NECESSARIAMENTE GRATUITO :-D
>
> [please: sottolineare sette volte con l'evidenziatore !!!!]
>
> il punto di cui stiamo casomai discutendo e' la LIBERTA'; il
> fatto che spesso si abbini a GRATUITA' e' una conseguenza direttamente
> collegata, ma non e' affatto l'obbiettivo primario che piu' ci interessa.
>
> ergo: libera circolazione delle informazioni, libera circolazione
> della conoscenza, e soprattutto piena liberta' di condividere e
> diffondere ulteriormente tutto questo know-how (dati + codice)
> verso terzi senza ulteriori vincoli, se non quelli previsti dalle
> licenze.
>
> ma qualsiasi licenza Open (tanto dati quanto SW) lascia sempre la
> porta aperta alla richiesta di un corrispetttivo economico, purche'
> sia equo e commisurato ai reali costi di produzione materiale dei
> supporti.
>
> esempio: se tu vuoi i sorgenti di SpatiaLite, io posso offrirteli
> gratuitamente in download perche' tenere in piedi un server mi
> costa circa zero.
> ma se tu insisti per averli su un CD o DVD inviato per posta, e
> magari mi chiedi anche di stamparti su carta tutta la doc, allora
> io posso legalmente chiederti il rimborso delle spese per i supporti,
> spedizione etc: sono clausole esplicitamente previste p.es. dalla GPL,
> cosi' come da moltissime altre licenze open.
>
> ora, nel caso specifico, non stiamo parlando affatto di un dataset
> digitale, che per sua stessa natura e' duplicabile all'infinito
> a costi circa nulli.
>
> qua parliamo di CARTINE STAMPATE: ergo, pare abbastanza ovvio che
> esistono costi di produzione, tipografia, distribuzione, trasporto etc
> che sono abbondantemente prevalenti, e per nulla trascurabili.
> e non si capisce bene in base a quale principio i cittadini residenti
> a roma dovrebbero auto-tassarsi per pagare questi costi che vanno ad
> esclusivo beneficio dei turisti mordi-e-fuggi.
>
> per altro, visto che una mappa cartacea e' presumibilmente destinata
> a finire velocemente appallottolata per terra o in un cestino dei
> rifiuti, non sarebbe poi male tenere d'occhio anche i costi indiretti
> di natura ambientale (consumo di cellullosa, smaltimento rifiuti etc).
> per quanto modesti, saranno pur sempre costi a carico del contribuente
> romano: e non trovo affatto indecente che si cerchi di applicare una
> sorta di "rivalsa" (equilibrata) nei confronti dei turisti, che sono
> evidentemente i "beneficiari finali" dell'operazione.
>
> naturalmente nulla vieta che un Comune decida di finanziare con i
> soldi dei cittadini residenti qualche forma di incentivo per il
> turismo: ma non e' certo un obbligo, e' casomai una scelta di
> opportunita' da valutare caso per caso.
>
>
>  Onestamente su queste basi mi pare una polemica pretestuosa.
>>
>> Poi magari ci sono altri argomenti a discredito della decisione ma nel
>> link postato non sono riuscito a trovarli
>>
>>
> quello che a me personalmente non quadra in tutta questa operazione
> e' il ruolo istituzionale assunto dal Comune.
> se il comune volesse continuare ad offrire gratuitamente le cartine
> come incentivo al turismo non ci vedrei proprio nulla di strano:
> rientrebbe con tutta evidenza nei suoi poteri.
>
> ma che invece il comune intervenga in prima persona in un processo che
> a questo punto sembra avere assunto connotazioni esclusivamente commerciali
> (creando poi di fatto una situazione di monopolio a beneficio di un unico
> soggetto) lascia invece abbastanza stupiti.
> ci porta alla mente vaghe reminescenze "sovietiche" di eccessiva ingerenza
> della mano pubblica in problemi che potrebbe tranquillamente affrontare la
> libera iniziativa dei privati.
> non mi pare che nessuna legge imponga ai comuni di pubblicare cartografie
> turistiche certificate col bollino.
>
> se viceversa il comune avesse piuttosto deciso di pubblicare come Open Data
> tutti i files digitali ed i datasets che sono sicuramente alla base di
> quelle
> cartine avrebbe certamente operato in modo migliore e piu' trasparente:
>
> - si sarebbe immediatamente sbarazzato dei costi tipografici e di
>   distribuzione (con ovvia soddisfazione del cittadino contribuente)
> - sarebbe riuscito ad assicurare la sopravvivenza di un ricco patrimonio
>   di informazioni accumulato nel corso degli anni.
> - avrebbe comunque consentito ad una pluralita' di operatori di
>   intraprendere le proprie iniziative commerciali e/o promozionali
>   in regime di libera concorrenza vera e genuina scongiurando
>   cosi' qualsiasi tentazione monopolistica.
> - e certamente avrebbe indirettamente favorito il riuso di quei
>   datasets anche su media non cartacei di tipo innovativo (mobiles,
>   smartphones, siti web etc).
>
> insomma, personalmente non lo trovo scandaloso: ma sicuramente e'
> un brutto segnale che va nella direzione sbagliata.
> in epoca di Open Data non mi pare certo un esempio da imitare.
>
> ciao Sandro
>
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Giovanni Allegri
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