[Gfoss] Roma, a pagamento le mappe della citta'

a.furieri a lqt.it a.furieri a lqt.it
Mer 5 Feb 2014 12:49:17 CET


On Wed, 5 Feb 2014 11:16:19 +0100, Stefano Iacovella wrote:
> Mah! Se questo è il livello delle considerazioni poi non
> meravigliamoci se l'open source non si riesce a far entrare nelle PA.
>
> Io nell'articolo ho letto che il comune esternalizza  un servizio,
> senza aggavio di costi per la PA.
>
> Una società provvederà alla preparazione, stampa diffusione e
> vendita.
>  Una mappa dovrebbe costare 2,5 euro. Non è che un milone di euro
> passa dai cittadini alla società, tu sei liberissimo di non comperare
> la mappa.
>

anche se questa discussione sta velocemente partendo per la
tangente, mi pare che si presta comunque bene per puntualizzare
un paio di principi basilari (che e' sempre utile ed opportuno).

piccola premessa da tenere sempre ben a mente:
Open Data / Open Source NON SIGNIFICA NECESSARIAMENTE GRATUITO :-D

[please: sottolineare sette volte con l'evidenziatore !!!!]

il punto di cui stiamo casomai discutendo e' la LIBERTA'; il
fatto che spesso si abbini a GRATUITA' e' una conseguenza direttamente
collegata, ma non e' affatto l'obbiettivo primario che piu' ci 
interessa.

ergo: libera circolazione delle informazioni, libera circolazione
della conoscenza, e soprattutto piena liberta' di condividere e
diffondere ulteriormente tutto questo know-how (dati + codice)
verso terzi senza ulteriori vincoli, se non quelli previsti dalle
licenze.

ma qualsiasi licenza Open (tanto dati quanto SW) lascia sempre la
porta aperta alla richiesta di un corrispetttivo economico, purche'
sia equo e commisurato ai reali costi di produzione materiale dei
supporti.

esempio: se tu vuoi i sorgenti di SpatiaLite, io posso offrirteli
gratuitamente in download perche' tenere in piedi un server mi
costa circa zero.
ma se tu insisti per averli su un CD o DVD inviato per posta, e
magari mi chiedi anche di stamparti su carta tutta la doc, allora
io posso legalmente chiederti il rimborso delle spese per i supporti,
spedizione etc: sono clausole esplicitamente previste p.es. dalla GPL,
cosi' come da moltissime altre licenze open.

ora, nel caso specifico, non stiamo parlando affatto di un dataset
digitale, che per sua stessa natura e' duplicabile all'infinito
a costi circa nulli.

qua parliamo di CARTINE STAMPATE: ergo, pare abbastanza ovvio che
esistono costi di produzione, tipografia, distribuzione, trasporto etc
che sono abbondantemente prevalenti, e per nulla trascurabili.
e non si capisce bene in base a quale principio i cittadini residenti
a roma dovrebbero auto-tassarsi per pagare questi costi che vanno ad
esclusivo beneficio dei turisti mordi-e-fuggi.

per altro, visto che una mappa cartacea e' presumibilmente destinata
a finire velocemente appallottolata per terra o in un cestino dei
rifiuti, non sarebbe poi male tenere d'occhio anche i costi indiretti
di natura ambientale (consumo di cellullosa, smaltimento rifiuti etc).
per quanto modesti, saranno pur sempre costi a carico del contribuente
romano: e non trovo affatto indecente che si cerchi di applicare una
sorta di "rivalsa" (equilibrata) nei confronti dei turisti, che sono
evidentemente i "beneficiari finali" dell'operazione.

naturalmente nulla vieta che un Comune decida di finanziare con i
soldi dei cittadini residenti qualche forma di incentivo per il
turismo: ma non e' certo un obbligo, e' casomai una scelta di
opportunita' da valutare caso per caso.


> Onestamente su queste basi mi pare una polemica pretestuosa.
>
> Poi magari ci sono altri argomenti a discredito della decisione ma 
> nel
> link postato non sono riuscito a trovarli
>

quello che a me personalmente non quadra in tutta questa operazione
e' il ruolo istituzionale assunto dal Comune.
se il comune volesse continuare ad offrire gratuitamente le cartine
come incentivo al turismo non ci vedrei proprio nulla di strano:
rientrebbe con tutta evidenza nei suoi poteri.

ma che invece il comune intervenga in prima persona in un processo che
a questo punto sembra avere assunto connotazioni esclusivamente 
commerciali
(creando poi di fatto una situazione di monopolio a beneficio di un 
unico
soggetto) lascia invece abbastanza stupiti.
ci porta alla mente vaghe reminescenze "sovietiche" di eccessiva 
ingerenza
della mano pubblica in problemi che potrebbe tranquillamente affrontare 
la
libera iniziativa dei privati.
non mi pare che nessuna legge imponga ai comuni di pubblicare 
cartografie
turistiche certificate col bollino.

se viceversa il comune avesse piuttosto deciso di pubblicare come Open 
Data
tutti i files digitali ed i datasets che sono sicuramente alla base di 
quelle
cartine avrebbe certamente operato in modo migliore e piu' trasparente:

- si sarebbe immediatamente sbarazzato dei costi tipografici e di
   distribuzione (con ovvia soddisfazione del cittadino contribuente)
- sarebbe riuscito ad assicurare la sopravvivenza di un ricco 
patrimonio
   di informazioni accumulato nel corso degli anni.
- avrebbe comunque consentito ad una pluralita' di operatori di
   intraprendere le proprie iniziative commerciali e/o promozionali
   in regime di libera concorrenza vera e genuina scongiurando
   cosi' qualsiasi tentazione monopolistica.
- e certamente avrebbe indirettamente favorito il riuso di quei
   datasets anche su media non cartacei di tipo innovativo (mobiles,
   smartphones, siti web etc).

insomma, personalmente non lo trovo scandaloso: ma sicuramente e'
un brutto segnale che va nella direzione sbagliata.
in epoca di Open Data non mi pare certo un esempio da imitare.

ciao Sandro




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