[Gfoss] Ris:Re: Regione Sardegna e OpenStreetMap

Andrea Peri aperi2007 a gmail.com
Dom 24 Nov 2013 10:12:44 CET


Forse una puntualizzazione su questo concetto potrebbe aiutare il
ragionamento:

I dati vengono sempre prodotti per rispondere a una ben precisa esigenza.
E di rimando per l'esigenza che ne ha motivato la nascita vengono sempre
usati.


Quando Trevisani parla di favorire la conoscenza del territorio.
Intende riferirsi a ulteriori occasioni di conoscenza del territorio.

Mi spiego con un esempio:

Puo' succedere che un comune debba rifare il proprio RU dopo svariati anni,
e per questo potrebbero decidere di rifare la cartografia CTR in alcune
localita' (non tutto il comune di solito) piu' significative o dove si sa'
che il territorio è cambiato parecchio.

aggiungo:
operazione , questa, per niente facile, a cui ci sono dei colleghi preposti
(non io per fortuna) e che con difficolta' mettono insieme tutte le
esigenze dei vari soggetti per far quagliare tutto quanto e riuscire pure a
fare risparmi di scala

Aggiornata la cartografia, il dato viene sicuramente usato per cio' a cui
serviva, ovvero supportare il nuovo RU.

E quindi tale scopo è stato raggiunto.

Questo pero' non vuol dire che tale dato non possa servire anche per altri
scopi.

E' a questi scopi ulteriori che si riferiva Trevisani.

La tua obiaezione, poteva indurre nell'errore di ritenere che i dati
geografici venissero realizzati in maniera trasversale, ovvero senza uno
scopo preciso, ovvero genericamente per supportare qualsiasi attività di
conoscenza del territorio.

Ovviamente saremmo felici se cio' accadesse.
Ma non pu' essere cosi'.

La ragione è presto detta.
Quando si fa' cartografia, proprio per ragioni di costi, si deve anche fare
i conti con quello che si puo' sapere e cio'che non si puo' sapere.
Si deve fare i conti con detemrinate scelte:
ricognizione si, ricognizione no.

Per cui quando si usa cartografia, occorre sempre capire per quale ragione
essa è stata prodotta. Solo se si applica quesot ragionamento iniziale si
riesce a usarla per bene.
Perche' aiuta a comprendere quali informazioni sono piu' affidabili e quali
lo sono meno.

Se faccio cartografia per supportare un piano regolatore, probabilmente
privilegero' certe informazioni e ne sottovalutero' altre.
e faccio cartografia per supportare interventi di emergenza, probabilmente
faro' certe scelte che privilegiano certi aspetti a discapito di altri.
Queste sono le cose importanti da sapere.

Ovviamente queste informazioni sono tutte informazioni che dovrebbero
essere nella sfera della MetaInformazione ISO19115.

In tale scheda infatti vi sarebbe spazio per descrivere lo "scope" che
motiva la produzione di un dataset.
E anche il processo qualitativo (di tipo lineage) che aiuta a comprendere
la qualit'a delle singole informazioni.

Ma qui si apre un mondo.
Perche' per avere un vero dataset riusabile, occorrerebbe una
metainformazione all'altezza del suo ruolo. Cosa in effetti ben difficile
da fare.

Per cui mettere a disposizione i dati, è solo uno delgi aspetti.
L'altro è mettere a disposizione le informazioni necessarie per comprendere
il livello qualitativo dei dati stessi.

Il problema è che invece la gente si prende un dato e pensa di poterlo
usare indistintamente per qualsiasi cosa.

my 2ct.




Il giorno 24 novembre 2013 02:10, Marco Curreli
<marcocurreli a tiscali.it>ha scritto:

> Ciao Maurizio,
>
> Maurizio Trevisani wrote
> > [...] per favorire nuove possibilità di crescita economica.
> >
> > Inoltre l'apertura dei dati favorisce anche una migliore conoscenza
> > del territorio e consapevolezza delle sue criticità e potenzialità
>
> Io invertirei l'ordine di priorità.
> La diffusione e liberazione dei dati deve rispondere alle stesse finalità
> per cui sono stati prodotti.
> L'Unione Europea è nata come comunità economica e, nonostante
> le balle che ci raccontano, lo scopo che persegue è sempre e solo
> quello economico.
>
>
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