[Gfoss] Basta tagli dalla parte sbagliata

Alessandro Radaelli a.radaelli a comune.prato.it
Lun 11 Mar 2013 16:15:04 CET


Sono d'accordo, anche se in questi tempi di outsourcing non va di moda:  la competenza interna è un grosso investimento, in termini di qualità ma anche di mero risparmio economico. Ed il discorso non vale solo per la PA, ma anche per il privato che se di grossa dimensione ha dinamiche e difetti assolutamente simili a quelle che avete descritto nei precedenti interventi (per esempio scelgo il grande nome così non rischio che mi venga rinfacciata una scelta più economica ma meno blasonata... tanto non sono mica soldi miei e non sono misurato su quanto risparmio) ; parlo per esperienza diretta, avendo avuto modo di lavorare in entrambi i contesti. Indubbiamente andare "contro corrente" non è facile e spesso non è possibile farlo nel 100% dei casi per tanti motivi di tempo, scadenze, investimenti già fatti, facilità di trovare personale già addestrato su certi strumenti etc.; l'inerzia anche dei sistemi informatici è notevole.

Sapendo "fare" le cose puoi avere il polso della situazione su come vanno fatte per evitare problemi o costi futuri e per avere un'idea della congruità dei costi. Senza contare il fatto che le scelte devono essere calibrate sulla realtà della propria organizzazione, cosa che valuta molto meglio un "interno". E in un campo come quello dell'IT, in continua evoluzione e cambiamento, non si mantiene questa competenza senza "fare" in prima persona le cose; ovviamente facendosi aiutare anche dall'esterno, ma come giustamente dice stefano "mantenendo il controllo".




Il 11/03/2013 15:48, Stefano Iacovella ha scritto:


	Condivido in pieno quanto hai espresso Andrea. A me pare, dopo quasi venti anni di lavoro con la PA, che questo sia un problema generale nell' assegnazione di porzioni di lavoro ad un fornitore. Ossia che la migliore garanzia dei suoi interessi il cliente può averla solo se mantiene il controllo dei progetti.
	Tu mi fai le cose perché mi conviene così piuttosto che fare tutto al mio interno, ma io debbo mantenere il controllo, ossia possedere anche le competenze tecnologiche per capire se la tua proposta nasconde delle insidie. Insidie e problemi che possono anche essere causati in buona fede dal fornitore. 
	Venendo all' Open Source io ritengo che da questo punto di vista un prodotto aperto è più facilmente controllabile. Fatto salvo che il controllore deve avere la voglia di esercitare il controllo e quindi attrezzarsi per farlo.

	Stefano

	Il giorno 11/mar/2013 15:20, "Andrea Peri" <aperi2007 a gmail.com> ha scritto:
	

		>Cavallini wrote:
		>Ecco, appunto: quando paghi ti tuteli; ergo, fai un contratto con una
		>ditta, che ti da' supporto, alle condizioni contrattuali.
		>Certo, se qualcuno vuole usare software libero, senza pagare niente a
		>nessuno, e poi avere anche garanzie, che probabilmente non ha neppure
		>con il sw proprietario, li' non so se ridere, arrabbiarmi, o chiamare
		>la neuro.
		
		Occorre pero' essere onesti altrimenti parrebbe che il software GFoss
		offra totali garanzia.
		Non è del tutto vero, e occorre stare attenti perche' addirittura
		introduce delle dinamiche nuove che non sono presenti nel softwares
		commerciali.
		
		E di cui occorre stare attenti e con gli orecchi dritti.
		
		Ad esmepio:
		Il software commerciale proprio per il fatto di essere chiuso un
		vantaggiolo ha ed è che tutte le volte che lo compri sai quello che
		compri. :)
		
		Mi spiego con il solito esempio della grande ditta.
		Si era ipotizzato che dal software proprietario ci poteva ricavare un
		extraguadagno da un eventuale sconto sull'acquisizione delle licenze.
		
		Ma anche dal software GFoss possono venire dei vantaggi, magari non
		come extra-guadagno subito, ma come ganrazia di una nicchia di lavoro
		per gli anni a venire.
		
		Infatti supponendo che abbia da mettere in piedi il solito sistema
		chiavi in mano, magari con un anno si manutenzione/gestione del
		sistema.
		SI prende il software GFoss, ci mete dentro tre o quattro cambiamenti
		al suo modo di funzionare, chesso' cambia qualche protocollo di
		comunicazione , mondifica insomma 4 bischeratine.
		
		Ovviamente lo fa' solo sulla versione rilasciata a quel cliente, ed
		ecco che ha creato una nicchia di mercato tutta sua.
		Se dopo quanche anno il sistema viene passato in appalto ad altro
		soggetto questi non riuscira' piu' a mettercile mani, i protocolli non
		tornano , non colloquino etc...
		
		Anche questo è uno scenario che il cliente potrebbe temere.
		Perche' creerebbe una sorta di dipendenza nei confronti di chi ha
		sviluppato/rimaneggiato il sistema.
		
		Chi gli garantisce che cio' che la ditta ha messo in piedi con il
		software GFoss di turno sia replicabile o non sia una cosa
		customizzata talmente che un altro soggetto non potrebbe rimetterci le
		mani ?
		
		Anche questo è un comportamento moralmente deprecabile, specie se
		viene compiuto all'insaputa del cliente oppure mascherato sotto
		discorsi del tipo:
		"abbiamo fatto delle correzioni a dei difetti riscontrati", o frasi
		del genere....
		I commerciali delle ditte sono maestri nell'intortare i discorsi in
		maniera da darla a bere a chiunque.
		
		In casi come questi il software commerciale offre una garanzia in piu'
		proprio dall'essere chiuso e quidi non modificabile.
		:)
		
		Saluti,
		
		--
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		Andrea Peri
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