[Gfoss] No alla privatizzazione

Marco Curreli marcocurreli a tiscali.it
Gio 4 Apr 2013 22:05:25 CEST


On 17:51 Thu 04 Apr     , Paolo Cavallini wrote:
> Diciamocelo chiaro: la privatizzazione e' una fregatura.
> Per il software, come per i dati, come per l'acqua.
> Ora chi la vuole prosegua a cavillare; mi auguro che la maggioranza silenziosa in
> questa lista sappia vedere qual e' l'interesse collettivo reale.
> Si scrive dati, si legge democrazia.

Paolo, con me sfondi una porta aperta.

Ho letto buona parte della discussione precedente, ma alla fine ho
desistito vista la lunghezza degli interventi (mi ci sarebbe voluto un
mese circa per leggerla tutta).

Sull'argomento avrei alcune considerazioni da fare, in aggiunta
(forse) a quelle gia fatte.

Si è discusso sui termini 'dati aperti' o 'dati liberi'; io a questo
punto direi che si dovrebbe parlare di 'dati abbandonati' da parte della
PA, se non ho capito male il concetto.

Si è detto: il dato prodotto dalla PA è pagato da tutti, quindi
chiunque può prenderlo e farci quel che gli pare; e a questo proposito
ci citano (molto spesso) articoli, opinioni e documenti provenienti da
oltre oceano. Senza considerare che la Repubblica italiana si fonda su
principi per certi aspetti diversi da quelli di altre democrazie.

Poiché sono fermamente convinto che gli sopi della PA abbiano come
fonte prima ed assoluta la Costituzione (la nostra non quella degli
altri), ne cito alcuni articoli:
 
Art. 41:
 L'iniziativa economica privata è libera.
 Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da
recare danno alla sicurezza, alla libertà,  alla dignità umana.
 La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché
l'attività economica pubblica e privata possa   essere indirizzata e
coordinata a fini sociali.

Art. 42. 
 La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo
Stato, ad enti o a privati.
 La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne
determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo
scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a
tutti.


Da qui ne discende che nessuna PA può permettere che i dati di
proprietà di tutti i cittadini, presenti e futuri, vengano usati per
scopi che non abbiano una utilità sociale; e quindi deve controllare
che ciò non avvenga.

Inoltre, poiché l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul
lavoro, e che al lavoro vengono riservati diversi articoli della
costituzione, giustamente una qualsiasi PA dovrebbe consentire
unicamente che venga remunerato il lavoro di elaborazione del dato
grezzo.

Riguardo poi il presunto 'scopo di lucro', direi che non c'è nessuno
scopo di lucro se i proventi della cessione di dati vengono utilizzati
per migliorare i servizi di produzione e pubblicaizone degli stessi.

Scusate se mi sono dilungato,

Ciao a tutti,
         Marco 




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