[Gfoss] Economia dell'Informazione [era: Chi è Giancarlo? Un ideario sui dati geografici liberi]

a.furieri a lqt.it a.furieri a lqt.it
Gio 4 Apr 2013 12:36:10 CEST


On Thu, 4 Apr 2013 11:39:57 +0200, Francesco P. Lovergine wrote:
> Concordo in toto. Personalmente mi sento di collaborare alla 
> produzione
> di un dato - come di un software - quando so che esiste una 
> condivisione
> paritaria. Per lo stesso motivo per cui apprezzo GPL rispetto a 
> BSD/MIT/X
> ritengo che i dati debbano essere liberi e non aperti. Ed è lo stesso
> motivo per cui apprezzerei maggiormente licenze 'virali' per progetti
> crowdsourcing come lo stesso OSM. Che invece - se capisco e ricordo 
> bene -
> è esposto al rischio della non paritarietà: posso prendere quei dati,
> integrarli/modificarli e usarli senza restituire niente alla 
> comunità.
> Sbaglio?
>

no, non mi pare che sbagli, anzi hai decisamente ragione.

ma vale per i dati che vengono prodotti da una community che si e'
dotata di una infrastrutture "pensata apposta" proprio per consentire
l'interazione di numerosi utenti, rendendo semplice e facile l'editing
da parte di molti soggetti autonomi.

e' il meccanismo tipico p.es. di Wikipedia, e pure di OSM: chiaro che
in questi casi una clausola "virale" di tipo ShareAlike e' piu' che
opportuna, visto che l'intero progetto sta in piedi proprio grazie alla
collaborazione e condivisione tra molti soggetti.

completamente diverso e' il caso delle PA, in cui ben difficilmente
possiamo dire che esistono progetti collaborativi e cooperativi; di
fatto esiste un unico "produttore" (che per inciso, e' chiamato a
rispondere ufficialmente dell'attendibilita' del dato).
ergo, non ha molto senso pratico imporre clausole ShareAlike in questi
contesti, visto che non producono ritorni utili.

e quindi, come gia' ricordava Napo, la tendenza prevalente e' quella
di adottare licenze CC-BY ed al limite anche CC-0 (public domain), 
visto
che sono quelle "piu' economiche" per l'Ente.
nel senso che non generano nessun ulteriore costo indotto, se non 
quello
marginale richiesto per mettere in piedi l'infrastruttura di 
pubblicazione
dei dati; e per inciso, l'Ente potrebbe anche legittimamente richiedere 
il
pagamento di un "ragionevole corrispottetivo" da parte dei fruitori dei
servizi di pubblicazione.

del resto, non sono certo novita'; sono precise posizioni "ufficiali"
dell'associazione, frutto di un'elaborazione collettiva che vide la
vivace partecipazione di molti Soci, e che vennero a suo tempo 
formalizzate
nel documento di Bologna [1]

ciao Sandro

[1] http://www.gfoss.it/drupal/opendata




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