[Gfoss] Chi è Giancarlo? Un ideario sui dati geografici liberi
G. Allegri
giohappy a gmail.com
Gio 4 Apr 2013 01:31:40 CEST
Aggiungo, a quanto scritto poco fa (e ribadito da Maurizio) che, a mio
avviso, i paralleli con i beni comuni materiali (acqua, spiagge,
territorio, ecc.) sono fuorvianti, perché questi sono di loro natura
limitati, percui il godimento privatistico da parte di alcuni limita quello
di altri. Mi riferisco all'esempio degli ombrelloni sulla spiaggia o quello
del pianerottolo.
Nel caso dei dati aperti il libero utilizza non ne limita altri dal fare
altrettanto. Potrà sembrare un'ovvietà ma questo impone un approccio ben
diverso alla sua gestione.
In un libero utilizzo l'importante è che venga citata la fonte e che
l'utente dell'eventuale servizio/dato derivato sia messo in grado di
valutare quanto sia effettivamente il valore aggiunto rispetto al dato
originale, e quindi di giudicare il reale valore del prodotto venduto, per
non ritrovarsi a pagare (per ignoranza) nient'altro che il dato aperto
originale!
Giovanni
Il giorno 04/apr/2013 01:13, "Maurizio Napolitano" <napo a fbk.eu> ha scritto:
>
> Vedo che non ci capiamo; magari sono troppo legato al software per vedere
>> i distinguo
>> relativi ai dati:
>> * le citazioni di fonti supposte autorevoli non sono un'argomentazione
>> valida (l'ipse
>> dixit e' stato accantonato da un bel po')
>>
>
> Veramente ho citato gli output di un progetto della commissione europea,
> ma, al di la' di questo, dovrei forse pensare che amministrazioni pubbliche
> come:
> - USA
> - Canada
> - UK
> - Germania
> - Francia
> - Austria
> - Nuova Zelanda
> - Norvegia
> - ... e molte altre ancora
> hanno preso un abbaglio?
> Si tratta nazioni che rilasciano i propri dati con licenze di tipo
> attribuzione o pubblico dominio
> Aggiungiamo poi a queste World Bank, Commissione Europea, Eurostat, ISTAT
> ...
>
> * i dati sono risorse, pero' non sono creati "a prescindere", ma con
>> specifici
>> investimenti del contribuente
>>
>
> ... fra cui ci sono anche le aziende ...
>
> * io semplicemente, come cittadino, esigo che i dati prodotti con risorse
>> mie debbano
>> rimanere pubblici, e non possano essere migliorati ed impacchettati dal
>> signor X e
>> rivenduti come cosa sua senza distribuire anche le migliorie
>>
>
> non capisco dove sta il problema: se i dati sono disponibili a tutti alla
> sorgente, allora chiunque può fare il lavoro di miglioramento,
> impacchettamento e farsi pagare per questo.
> Se me li vendono devono dimostrarmi che quei dati hanno qualcosa in più
> che mi fa risparmiare tempo o che non sono in grado di fare.
> Mi vendono alla fine un servizio.
> L'azienda e' straniera? I dati pero' descrivono un preciso territorio,
> quindi quell'azienda, ha capito che forse puo' trarre vantaggio a fornire
> un servizio basato su quel territorio, valorizzandolo e portando economia.
>
> In realta' pero' il calcolare il ROI dell'open data e' ancora argomento
> aperto.
>
> Ma, al di la' di questo, ragioniamo in senso opposto: quale e' il costo
> che ha una PA per stare dietro a queste violazioni?
> Dalle mie parti e' successo che un ufficio si e' sentito dire che poteva
> essere denunciato per danno erariale se perdeva il suo tempo a cercare di
> capire se una azienda stava facendo un uso improprio dei dati pubblici.
>
> * mi pare che la tua posizione tenda nei fatti a tutelare l'investimento
>> di questo
>> signore, piuttosto che quello del cittadino.
>>
>
> Potra' essere la mia posizione ma e' il risultato di quello per cui mi
> sono documentato in questi anni seguendo lo scenario open data
> internazionale.
> Gli imprenditori sono anche cittadini, e quindi anche loro e' un diritto
> quello di poter trarre profitto.
> Esistono comunque casi di aziende che hanno comprato cambi di licenza
> (compresa la cc-by).
>
> Devo forse supporre che i cittadini USA (dove il diritto sui generis non
> esiste) abbiano dormito fino ad ora?
> Consiglio questo articolo
> http://www.creativecommons.it/**ScienceCommons<http://www.creativecommons.it/ScienceCommons>
> per non perdere tempo bastano le poche righe al paragrafo "Le tradizioni
> statunitensi"
>
> Ciao
>
>
> http://www.paristechreview.**com/2013/03/29/brief-history-**open-data/<http://www.paristechreview.com/2013/03/29/brief-history-open-data/>
>
>
> ______________________________**_________________
> Gfoss a lists.gfoss.it
> http://lists.gfoss.it/cgi-bin/**mailman/listinfo/gfoss<http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss>
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> I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni
> dell'Associazione GFOSS.it.
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