[Gfoss] Info cartografia nazionale --> Griglie libere

G. Allegri giohappy a gmail.com
Sab 17 Mar 2012 15:15:02 CET


Non ho modo di avallare o confutare le tue ipotesi Sandro. Immagino siano
vere, ma andrebbe visto il bilancio dell'IGM per capire la reale entità di
un "business model" diverso. Chissà se se ne trova traccia, visto che è un
ente pubblico...

giovanni

Il giorno 17 marzo 2012 10:33, <a.furieri a lqt.it> ha scritto:

> On Sat, 17 Mar 2012 10:01:13 +0100, G. Allegri wrote:
>
>> Non so definirlo giuridicamente, e non ho dati in mano, ma mi pare
>> piuttosto ovvio che nel bilancio dell'istituto rientrino gli introiti
>> dalla vendita di prodotti e servizi...
>>
>>
> Un dato oggettivo di informazione potenzialmente interessante che sarebbe
> sempre bene tenere nella debita considerazione:
>
> molti Enti ed Amministrazioni che hanno recentemente deciso di rilasciare
> un buon numero di datasets come Open Data, si sono decisi a compiere
> questo passo non solo in base a valutazioni di ordine politico, sociale e
> culturale, ma anche in base a mere valutazioni di convenienza economica.
>
> - vendere i dataset porta sicuramente qualche profitto (spesso magari
> modesto)
> - ma per incassare occorre mettere su una struttura apposita; che comunque
>  avra' un costo, se non altro per gli stipendi del personale addetto.
> - se si sceglie la strada "closed", poi naturalmente l'Ente e' tenuto
>  a vigilare istituzionalmente contro eventuali abusi: altra struttura,
>  ulteriori costi.
>
> spesso, a conti fatti, rilasciare Open Data si traduce in un risparmio
> netto;
> e' vero che spariscono gli incassi, ma e' anche vero che spariscono anche
> tutti i costi di gestione.
> ed in non pochi casi e' emerso chiaramente come i costi di gestione siano
> corposamente superiori agli incassi: si tratta quindi di attivita'
> intrinsecamente
> anti-economiche, che paradossalmente impovericono l'Amministrazione invece
> di
> arricchirla. :-D
>
> BTW questo e' un buon argomento che milita decisamente a favore
> dell'adozione
> di licenze CC-0 (in pratica, Public Domain) come regola-base ed in assenza
> di altre condiereazioni di opportunita', ritorni attesi, processi
> partecipativi etc
>
> Perche' tante meno condizioni e vincoli si impongono, tanto piu' si
> riducono
> gli obblighi di vigilanza e controllo: con ovvio beneficio per i costi.
> La CC-0 non impone obblighi di sorta, e quindi consente efficacemente di
> azzerare i costi.
> Rimangono semplicemente i meri costi di esercizio dell'infrastruttura
> informatica per il download dei datasets Open Data: ma e' facile dimostrare
> che si tratta di costi assolutamente marginali e praticamente irrilevanti.
>
> Nell'ambiente Open Data gira insistemente una storiella (probabilmente
> vera),
> relativa ad un grosso Ente di rilievo nazionale che alla fine ha deciso
> di rilasciare la maggior parte dei propri datasets come Open Data CC-BY.
> Si sarebbero decisi al "grande passo" anche perche' i Revisori dei Conti
> avevano scoperto che incassavano circa 80.000 euro/anno dalla vendita
> dei datasets, ma i costi di gestione corrispondenti ammontavano a circa
> 130.000 euro/anno.
> Insomma, vendere i datasets causava una perdita economica secca di circa
> 50.000 euro/anno all'Amministrazione :-D
>
> Naturalmente non tutti i casi sono identici, andrebbe fatta una valutazione
> oculata e mirata caso per caso evitando troppo facili approssimazioni
> "ideologiche".
> ma come e' emerso in molti casi concreti, rinunciare agli incassi spesso
> puo' anche
> tradursi in un beneficio economico ;-)
>
> ciao Sandro
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