[Gfoss] Fwd: ottime notizie in arrivo

G. Allegri giohappy a gmail.com
Ven 27 Lug 2012 14:28:32 CEST


Credo anch'io che vincolare i fondi a produrre materiale OS sarebbe un
dovere da parte dell'istituzione pubblica.
Questo chiama in causa anche la produzione bibliografica. Possibile che io,
privato cittadino, non possa leggere quel che viene prodotto
dall'università pubblica se non spendendo centinaia/migliaia di euro per
una rivista scientifica?!?!!! L'unica alternativa è chiedere ad amici e
colleghi universitari di scaricarmi e girarmi ogni tanto un articoletto.
Non l'ho mai digerito, e mi sembra roba da preneandertaliani!

L'unica eccezione che vedo è per quella parte di ricerca che viene prodotto
all'interno di spin-off nella quale un'università partecipa come socio. In
questo caso si capisce che la questione si mischia con l'attività di tipo
privato, ed è tutto un altro discorso...

giovanni


Il giorno 27 luglio 2012 12:36, <a.furieri a lqt.it> ha scritto:

> On Fri, 27 Jul 2012 12:11:46 +0200, Andrea Peri wrote:
>
>> Se cosi' fosse allora sarebbe utile che la PA che fornisce fondi
>> all'universita' li subordinasse a una clausola di distribuzione
>> libera.
>>
>>
> Andrea,
>
> nota bene: praticamente quasi tutti i casi di cui stiamo parlando sono
> relativi al mondo anglo-sassone.
> ed in quel contesto le Universita' assai spesso sono istituzioni private;
> i ritorni economici della ricerca e degli eventuali brevetti derivati sono
> proprio uno dei principali canali di auto-finanziamento, oltre ovviamene
> alle rette (immagino, salatissime) pagate dagli studenti.
> e' un modello assolutamente differente dal nostro.
>
>
>
>  Qualcosa del tipo:
>>
>> "ti do' i fondi per la ricerca purche' tutti i risultati del lavoro
>> algoritmi e codici sorgenti compresi sia distribuito con licenza GPL o
>> LGPL."
>>
>> Ma non è che questo sarebbe una violazione di qualche diritto
>> fondamentale ?
>>
>>
> non direi; dopo tutto rilasciare sotto GPL etc e' proprio una garanzia
> "robusta" che il frutto dell'investimento pubblico rimane a disposizione
> di tutti quanti e non va ad esclusivo beneficio di pochi.
>
> ma posso anche farti un esempio specifico: quando la Toronto University
> ha contributo a SpatiaLite il parser WKT facendoci lavorare sopra una
> ventina dei suoi studenti per un paio di mesi, mi e' stato esplicitamente
> richiesto di dichiarare formalmente che tutto il codice prodotto sarebbe
> stato rilasciato sotto una qualsiasi licenza OSI-approved, perche'
> altrimenti l'operazione era per loro impossibile.
>
> immagino che la Toronto University sia pubblica; l'unico riferimento
> che trovo su Wikipedia recita:
> " It was founded by royal charter in 1827 as King's College, the first
> institution of higher learning in Upper Canada. Originally controlled by
> the Church of England, the university assumed the present name in 1850
> upon becoming a secular institution."
> a naso, puzza piu' di pubblico/statale che di privato ;-)
>
> comunque la policy interna che si sono dati e' proprio quella che tutto
> il lavoro di sviluppo di studenti e dottorandi pagato con fondi pubblici
> deve necessariamente venire rilasciato come Open Source.
> evidentemente (almeno in Canada) non ci riscontrano nessuna violazione
> di alcun diritto fondamentale :-)
>
>
> ciao Sandro
>
> --
> Il messaggio e' stato analizzato alla ricerca di virus o
> contenuti pericolosi da MailScanner, ed e'
> risultato non infetto.
>
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