[Gfoss] Archeologia Subacquea e ESRI: il soldo conta

Andrea Peri aperi2007 a gmail.com
Dom 12 Feb 2012 19:27:54 CET


Il giorno 12 febbraio 2012 14:50, Stefano Costa <steko a iosa.it> ha scritto:

> Quoting Luca Mandolesi <mandoluca a gmail.com>:
>
> > >
> > > Non sarebbe logico che la ESRI metta a disposizione i fondi per
> > > l'inventariazione e poi la messa in rete la possa fare qualcun altro.
> > >
> > > NOn vi e' niente di male in un ritorno pubblicitario, oltretutto questo
> > > crea comunque ricchezza perche' alla fine l'Universita del Salento avra
> > > come ritorno un inventario e una base-dati che certamente potranno
> usare
> > > anche per altri scopi.
> > >
> > > E la esri avra' come ritorno extra un altro buon numero di neo-laureati
> > > che escono dall'universita' con una robusta conoscenza dei sistemi
> esri.
> > >
> >
> > Il problema secondo me sta nel fatto che i dati sono di proprietà
> > ministeriale e pubblica, quindi mi pare strano che il Ministero dei Beni
> > Culturali possa decidere di far finanziare un progetto pubblico
> > direttamente ad ESRI che sfrutta i dati per farsi pubblicità.
>
> Luca, Andrea,
> l'argomento è molto importante, e complesso. L'analisi fatta da Andrea non
> mi
> sembra del tutto corretta, nel senso che il paradigma "win-win" si può
> considerare effettivamente tale solo se al termine dell'opera di
> catalogazione
> il MIBAC e l'Università avranno il completo e autonomo controllo sulla
> banca
> dati.
>
>
Lo avevo detto, occorre vedere se ci sono delle clausolette "extra".
Ovviamente la proprieta' deve restare all'ente, altrimenti e' una altra
cosa.





> Questo caso rischia di essere simile, e in più di essere una operazione
> pubblicitaria non paragonabile a quella del Colosseo (Della Valle non ci
> vuole
> aprire un negozio di scarpe) perché di fatto si tratta di una "prima dose
> gratuita" di un prodotto che poi verrà venduto e rivenduto (sotto forma di
> licenze, assistenza, corsi, certificazioni).
>
>
Chi vivrà vedra'.
Parliamo per ipotesi ovviamente.

Ammesso che il sistema non sia nel controllo dell'ente, cosa forse
abbastanza plausibile.
Indubbiamente, se il sistema avra' un futuro, certamente a un certo momento
nel futuro qualcuno si dovrà porre la domanda se riacquisire in casa il
sistema oppure no.
Riacquisirlo probabilmente non vorrà dire pagare licenze, ma forse qualche
corso si'.
Ma occorre non dimenticare che il valore alla base di questo lavoro e' la
pubblicità che ne deriva.
Il che significa che ora ha un valore.
Tra un certo numero di anni non avra' il medesimo valore.
Il sistema sara' vecchio e obsoleto, magari Internet sara' tutto 3D o anche
4D e questo sistema sara' invecchiato abbastanza.
Per cui riaacquisirlo significa anche essere pronti a ri-investire per
ammodernarlo.
A quel punto potrebbe anche darsi che l'ente faccia 4 cocnti e decida di
abbandonarlo, tanto pubblicitariamente e' ormai consumato,
tecnologicamente non sarebbe piu' adeguato, e allora che si riprnede a fare
?

Potrebbero riprendersi la base-dati (se gia' non ne erano in possesso) e
finirla li'.

Come dicevo , chi vivra' vedrà.



> Comunque, mi sembra affrettato dare giudizi senza conoscere nel dettaglio
> la
> vicenda. E mi sembra invece urgente conoscerne i dettagli, COME MINIMO per
> la
> dovuta trasparenza che una pubblica amministrazione deve avere in tutto il
> suo
> operato. Riusciamo a ottenere queste informazioni?
>
> I problemi che solleva Luca nella seconda parte della sua e-mail sono un
> problema centrale, ma non sono in grado di contribuire alla loro
> discussione se
> non in termini molto generici.
>
> Ciao
> steko
>
> --
> Stefano Costa
> http://www.iosa.it/ Open Archaeology
>
>


-- 
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Andrea Peri
. . . . . . . . .
qwerty àèìòù
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