[Gfoss] GEOforUS - speciale "decreto spending review e dati geografici"

a.furieri a lqt.it a.furieri a lqt.it
Gio 9 Ago 2012 10:50:24 CEST


On Thu, 9 Aug 2012 10:02:46 +0200, GEOgrafica wrote:
> Il giorno 08/ago/2012, alle ore 21:06, Andrea Peri ha scritto:
>> Io leggo nel testo che "sono resi disponibili", dove sta' scritto 
>> downloadable e gratuiti ?
> non e' obbligatorio (anche se ovviamente auspicabile) che i dati 
> debbano
> necessariamente essere resi disponibili attraverso Internet.
>

certamente: offrire i dati in download e' un optional, non e' la 
sostanza.
e' sicuramente molto piu' comodo per gli utenti.
e molto verosimilmente e' anche piu' economico per l'ente: ma non e'
certo l'unico canale ammissibile.


> Non e' automatico che rendere disponibili i dati tramite una 
> infrastruttura
> informatica sia a costo zero, anzi direi che in linea di massima non 
> lo e'
> affatto.
>

ottima osservazione, molto pertinente.
in genere la risposta che viene dagli economisti favorevoli agli Open
Data si articola piu' o meno come segue:
"il costo reale e' quello di produzione del dataset, ed e' sicuramente
rilevante: in confronto il costo di pubblicazione e distribuzione e'
sicuramente molto piu' basso di diversi ordini di grandezza, e deve
essere quindi correttamente considerato come un costo marginale
all'incirca trascurabile"


> ... che continuano a NON ESSERE DISPONIBILI IN ALCUN MODO (ne'
> gratuitamente ne' a pagamento!!!!)
>

attenzione: il problema non e' affatto "gratis o pagare".
un Ente potrebbe anche ragionevolmente chiedere un corrispettivo
per la fornitura di un determinato dataset.

basta solo rileggersi il nostro documento di Bologna 2011 sugli Open 
Data:
http://www.gfoss.it/drupal/opendata
"Pricing: I dati pubblici devono essere disponibili al costo marginale
di distribuzione ovvero ad un costo di riproduzione ragionevole,
preferibilmente tramite il download gratuito via Internet"

il problema vero e' con quale licenza mi viene dato quel dataset:
se non mi viene esplicitamente riconosciuto il diritto di rielaborare
e riarrangiare il dato originale, magari integrandolo con altre
ulteriori informazioni, e poi di potere liberamente ridistribuire
senza vincoli di sorta il prodotto rielaborato che ho cosi' ottenuto
ALLORA NON SONO OPEN DATA :-)

saranno magari "dati consultabili", "dati pubblici" o quel preferite:
ma sicuramente non possono essere chiamati Open Data, almeno non
nel senso della definizione internazionale standard.


>> Domanda tendenziosa.... Un WMS non rende i dati dispoinibili ?
> Secondo me no. Un WMS e' solo una "visione" dei dati, non sono "I
> DATI".
>

sempre dal nostro documento di Bologna 2011:
http://www.gfoss.it/drupal/opendata
"Dato grezzo e servizi di consultazione WEB: E' auspicabile la messa
a disposizione del pubblico di dati tramite servizi web basati su
protocolli aperti (in particolare, per i dati geografici / dati
territoriali, mediante protocolli conformi agli standard OGC).
Tali servizi web possono affiancare ma mai sostituire la messa a
disposizione in forma ulteriormente rielaborabile dei dati grezzi
(raw data) corrispondenti."


>> Rendere disponibile non vuole dire fornire senza oneri.
>
> Infatti, ma il problema secondo me e' relativo. Se per esempio gli
> oneri sono quelli di invio di un DVD, che so, 20 euro per disporre
> della base dati GIS della Regione X, a titolo di copertura delle 
> spese
> (ricordiamoci che non ci deve essere onere aggiuntivo per lo Stato),
> non mi scandalizzerei. A me piu' che il titolo gratuito interessa la
> disponibilita' dei dati in se'.
>

vedi considerazioni di cui sopra: lo scoglio non e' certo il costo.
e neppure il supporto fisico che viene reso disponibile (DVD, WEB ...)

il problema fondamentale sono esclusivamente le condizioni di licenza
che accompagnano il rilascio dei dataset.
personalmente trovo abbastanza sconcertante il fatto che il decreto
lasci questi aspetti fondamentali nella totale indeterminatezza.

sicuramente non e' questa la via che hanno seguito altri paesi (USA,
Francia, Regno Unito etc), dove per prima cosa ci si e' saggiamente
preoccupati di stabilire (per legge) il principio fondamentale che i
dati devono essere rilasciati con modalita' pienamente compatibili
con i criteri Open Data, anche se magari declinate "in salsa 
nazionale".
evidentemente, le mille "anomalie" italiane sono dure a morire ;-)

ciao Sandro

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