[Gfoss] Software e pirateria in Italia
Paolo Dionisi Vici
paolo.dionisivici a poste.it
Dom 22 Maggio 2011 17:08:12 CEST
Ciao a tutti,
seguo la lista da molto lontano sia geograficamente che professionalmente, ma
continuo a trovare così vivace e stimolante il dibattito, anche per la sua
"ideologicità" e chi se ne lamenta non me ne voglia...
Credo che su questo punto siamo arrivati a identificare uno dei nodi profondi
dello strapotere dei software proprietari che tanto ammirabilmente state
cercando di erodere...
Vorrei solo aggiungere un link esplicativo di quello che secondo me rappresenta
un indice di quanto il mondo accademico possa diventare conservatore e di
ostacolo ad una sana libertà di scelta:
http://www.geolab.unifi.it/it/index.htm
Ai paragrafi Risorse viene orgogliosamente sbandierata la disponibilità di una
completa suite ESRI, in sequenza sul paragrafo Progetti potete vedere quanti
fondi il laboratorio ha ottenuto da collaborazioni altisonanti.
Le persone che hanno collaborato con questa struttura hanno fatto ovviamente (e
meritoriamente, non voglio dire...) carriera e probabilmente ogni sera dicono la
loro preghierina a sant'ESRI, il che, come in precedenti threads, non sarebbe
scandaloso se si trattasse di professionisti che fanno le loro scelte su base di
convenienza commerciale.
Il problema del mondo accademico è che "forma" e se l'imprinting che una tale
struttura dà è basato sulla tossicodipendenza da una "marca", come se il mondo
GIS fosse stato inventato da un'azienda... Ma il delitto perfetto consiste nel
fatto che quando grazie a quel software un accademico ci fa pure carriera e
nessuno eccepisce nulla, perché cambiare?
Per cambiare ci vorrebbe un motivo etico, che purtroppo nell'università non è
sempre particolarmente sentito...
Dal mio punto di vista posso dire che era dai tempi del dottorato (dal 2000)
proponevo ai colleghi almeno di
provare l'esperienza diversa e ricevevo solo sorrisetti benevoli (perché col
software libero "finché si scherza va bene, ma poi per le cose serie...").
Da questo punto di vista è emblematico che molti di voi abbiano fatto questa
scelta in quanto professionisti strangolati dalle licenze, mentre l'accademia va
a traino in modo così supino... solo che i soldi delle loro profumatissime
licenze glieli paghiamo noi!
Come si fa a non essere ideologici su argomenti del genere (istruzione, ricerca,
creatvità...)?
Buon lavoro
Paolo
----- Messaggio originale -----
Da: Pietro d'Orio <pietro.dorio a r3-gis.com>
A: Paolo Cavallini <cavallini a faunalia.it>
Cc: silvio grosso <grossosilvio a yahoo.it>; gfoss a faunalia.it
Inviato: Lun 2 maggio 2011, 02:32:02
Oggetto: Re: [Gfoss] Software e pirateria in Italia
Il 29/04/2011 18:41, Paolo Cavallini ha scritto:
> Ottime notizie, grazie. Posso chiedere a tutti, e specialmente ai
> docenti e agli studenti, di farci sapere dove vengono usati, quali sw,
> quali sono i motivi che hanno portato alla scelta, quali i problemi e i
> vantaggi riscontrati?
> Sarebbe bello che gli accademici della comunita' ci dessero una mappa
> dell'adozione di GFOSS.
> Saluti.
Quando frequentavo l'università i software utilizzati erano ArcMap 3 e 9 per il
laboratorio GIS, il motivo della scelta era semplicemente che questi erano
sempre stati i programmi utilizzati. In altri esami utilizzavamo ENVI per
l'analisi di dati raster. Il motivo di questa scelta era probabilmente il fatto
che il professore utilizzava questo strumento al lavoro e lo conosceva molto
bene. Neanche l'ombra di un sw. open source, con tutti i problemi del caso: come
sapete per imparare a utilizzare i desktop gis inizialmente bisogna utilizzarli
quasi quotidianamente per capirli, tra studenti eravamo costretti a procurarci a
nostro modo i sw e in alcuni casi erano i professori a passarci delle licenze
sotto banco. Quando gli si proponeva la soluzione open source (al tempo
rispettivamente Qgis e GRASS) ci veniva risposto che non erano all'altezza.
L'ultimo anno ho tentato di riproporre insistentemente l'utilizzo dei sw. open
source, spiegando ai docenti che questi applicativi avevano ormai se non
raggiunto, addirittura superato i più famosi prodotti proprietari. La cosa più
importante però sarebbe stata la facilità e la semplicità con cui studenti e
docenti avrebbero potuto procurarsi un ambiente didattico comune, efficiente e
soprattutto non piratato. Convinsi alcuni docenti ma il preside di facoltà che
(posso permettermi di dire) non aveva nessuna competenza GIS in quanto la sua
materia è nell'ambito della geografia umana, stroncò il tutto dicendo che si
doveva utilizzare ArcMap senza dare alcuna motivazione.
Pietro d'Orio
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