[Gfoss] Software e pirateria in Italia

Pietro d'Orio pietro.dorio a r3-gis.com
Lun 2 Maggio 2011 08:32:02 CEST


Il 29/04/2011 18:41, Paolo Cavallini ha scritto:
> Ottime notizie, grazie. Posso chiedere a tutti, e specialmente ai
> docenti e agli studenti, di farci sapere dove vengono usati, quali sw,
> quali sono i motivi che hanno portato alla scelta, quali i problemi e i
> vantaggi riscontrati?
> Sarebbe bello che gli accademici della comunita' ci dessero una mappa
> dell'adozione di GFOSS.
> Saluti.

Quando frequentavo l'università i software utilizzati erano ArcMap 3 e 9 
per il laboratorio GIS, il motivo della scelta era semplicemente che 
questi erano sempre stati i programmi utilizzati. In altri esami 
utilizzavamo ENVI per l'analisi di dati raster. Il motivo di questa 
scelta era probabilmente il fatto che il professore utilizzava questo 
strumento al lavoro e lo conosceva molto bene. Neanche l'ombra di un sw. 
open source, con tutti i problemi del caso: come sapete per imparare a 
utilizzare i desktop gis inizialmente bisogna utilizzarli quasi 
quotidianamente per capirli, tra studenti eravamo costretti a procurarci 
a nostro modo i sw e in alcuni casi erano i professori a passarci delle 
licenze sotto banco. Quando gli si proponeva la soluzione open source 
(al tempo rispettivamente Qgis e GRASS) ci veniva risposto che non erano 
all'altezza.
L'ultimo anno ho tentato di riproporre insistentemente l'utilizzo dei 
sw. open source, spiegando ai docenti che questi applicativi avevano 
ormai se non raggiunto, addirittura superato i più famosi prodotti 
proprietari. La cosa più importante però sarebbe stata la facilità e la 
semplicità con cui studenti e docenti avrebbero potuto procurarsi un 
ambiente didattico comune, efficiente e soprattutto non piratato. 
Convinsi alcuni docenti ma il preside di facoltà che (posso permettermi 
di dire) non aveva nessuna competenza GIS in quanto la sua materia è 
nell'ambito della geografia umana, stroncò il tutto dicendo che si 
doveva utilizzare ArcMap senza dare alcuna motivazione.

Pietro d'Orio


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