[Gfoss] Geomedia "Perche i dati geografici non possono essere liberi"

Luca Morandini lmorandini a ieee.org
Mer 13 Lug 2011 12:38:20 CEST


On 07/13/2011 11:26 AM, iacopo a controgeografie.net 
wrote:

> La cosa folle è che si vorrebbe far pagare molto l'acqua ai
> cittadini che la ricevono via acquedotto e le concessioni invece sono
> bassissime.

Il prezzo dell'acqua di rubinetto incorpora il costo del trasporto, la concessione 
no, per questo può essere più bassa.


> Ecco proviamo a fare il parallelo: dati geografici a pagamento

Occhio a non tirare troppo i paralleli: se per l'acqua o le strade vi è il 
fenomeno della  "tragedy of the commons" 
(http://en.wikipedia.org/wiki/Tragedy_of_the_commons) che suggerisce di limitarne 
l'utilizzo, nei beni immateriali (come i dati) questo non avviene.


> per tutti e per tutti uguali significa che per me privato che voglio
> usarli per scopi non commerciali costano tanto (ricordo da studente di
> architettura che pagavamo una tassa per le carte regionali e ci giravano
> le scatole notevolmente), mentre se le acquisto per scopi commerciali,
> alle stesse condizioni, costano poco, ma se i dati sono un bene pubblico
> non sarebbe al limite ragionevole fare come per l'acqua minerale e
> chiedere una concessione per lo sfruttamento commerciale?

Teoricamente fila: se voglio fare un sistema di geo-marketing pago le sezioni di 
Censimento, se debbo fare una tesi di laurea no... però il discorso si complica 
subito: non posso far pagare lo stesso prezzo a chi ne compra una copia e a chi ne 
compre 50.000 (magari per incorporarli in dei navigatori), e che dire dei server 
in cluster che hanno, per motivi di ridondanza, diverse copie dello stesso dato ma 
ne servono solo una alla volta ?

Insomma, si ricade subito nelle complicazioni e nelle "frizioni" delle licenze di 
software proprietario che penso nessuno di noi ami particolarmente. Data poi la 
pluralità di enti che producono dati certografici in Italia, le frizioni indotte 
dalle diverse condizioni di utilizzo e/o vendita da parte degli enti sono un 
problema in se: sarebbe opportuno che si dessero tutti le stesse regole.

Anche per via delle complicazioni di cui sopra, come faceva notare Alessandro, 
spesso costa più mettere in piedi il "negozio" rispetto ai proventi che se ne 
ricavano: in questo caso una distribuzione gratuita generale ha più senso.

Però qualche esempio in giro c'è:

- L'Aeronautica Militare produce i dati meteo, questivengono forniti a pagamento 
ai vari siti meteo che ci sono in giro sul web o ai giornali, ma sono consultabili 
liberamente sul sito dell'aeronautica.

- La Gazzetta Ufficiale si può scaricare per 60 gg gratuitamente, per le ricerche 
di archivio occorre invece essere abbonati.

Insomma, le strade sono diverse, alcune (come quella della Gazzetta Ufficiale) 
anche discutibili, ma il fine è sempre quello di separare l'utente privato da 
quello professionale.


Saluti,

Luca Morandini
http://www.lucamorandini.it



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