[Gfoss] Geomedia "Perche i dati geografici non possono essere liberi"

G. Allegri giohappy a gmail.com
Mer 13 Lug 2011 10:40:42 CEST


Complimenti Sandro,
righe ricche di contenuti e, in più, di piacevolissimo valore estetico ;)

gio

Il giorno 13 luglio 2011 09:52, <a.furieri a lqt.it> ha scritto:

> Ghino di Tacco, chi era costui ?
>
> Quelli più grandicelli tra di voi probabilmente si
> ricorderanno vagamente questo nome, visto che era uno
> dei vari pseudonimi che Bettino Craxi amava usare per
> firmare i propri editoriali polemici negli anni '80.
>
> Nella realtà storica invece: pittoresco personaggio,
> un po' leggendario, vissuto verso la fine del '200;
> per metà brigante e per metà signorotto feudale,
> con qualche tratto alla Robin Hood.
>
> Il suo nome è rimasto inciso nelle pagine della storia
> in quanto Signore della Rocca di Radicofani in Val
> d'Orcia, giusto al confine tra la Repubblica Senese
> e lo Stato della Chiesa.
>
> Per chi non fosse pratico della zona: Radicofani incombe
> in posizione dominante su un passaggio obbligato della
> via Cassia Nova.
> Tutti i pellegrini che intendevano recarsi a Roma
> provenendo da Nord dovevano necessariamente transitare
> sotto alla Rocca di Ghino.
>
> Quindi Ghino, avvalendosi dei propri diritti feudali
> e sfruttando la posizione strategica, taglieggiava a
> piacer proprio tutti i malcapitati viandanti e pellegrini:
> e lo faceva con tal sistematica efficienza da meritarsi
> appunto un posto sempiterno nella memoria.
>
> Insomma, Ghino di Tacco è la metafora perfetta di chi
> cerca di sfruttare a proprio vantaggio una rendita di
> posizione qualsivoglia, anche quando questo provoca danni
> ingenti alla collettività nel suo complesso.
> E magari lo fa pretendendo di ammantarsi di un qualche
> simulacro di ragionevole legalità e legittimità.
>
> Molti secoli ci separano da quei tempi bui e cupi.
> Per gran fortuna di noi tutti alla fine ha prevalso
> la libera circolazione delle merci, delle persone
> e soprattutto delle idee, delle conoscenze, delle
> informazioni e della cultura.
>
> ---
>
> In fondo Ghino di Tacco rappresentava un'anomalia ed
> una degenerazione del sistema feudale (e non a caso è
> rimasto celebre); l'idea di fare pagare un pedaggio
> a tutti quelli che transitavano sopra un determinato
> ponte o strada era allora un modo ragionevole ed
> efficace per finanziare un minimo di manutenzione
> all'interno di un contesto caotico e polverizzato.
>
> Ma il concetto tipicamente "moderno" di finanziare le
> opere pubbliche con i proventi della fiscalità generale
> è un criterio di gran lunga migliore e più efficace:
> perché consente di ottenere una rete stradale più vasta
> ed omogenea, e soprattutto liberamente accessibile per
> tutti senza ostacoli ed impedimenti.
> Eccezione: le autostrade sono "a pedaggio".
> Ma spesso appartengono a concessionari privati, oppure
> sono state finanziate con consistenti apporti di capitali
> di investimento esterni, che ovviamente devono essere
> adeguatamente remunerati.
>
> Si noti bene: nel caso delle banche dati pubbliche invece
> (geografiche o meno che esse siano) i costi di produzione
> e di aggiornamento già oggi cadono per intero sulle spalle
> della fiscalità generale.
> A me personalmente non risulta neppure un singolo caso
> in cui soggetti privati abbiamo partecipato o cofinanziato:
> ma siete liberi di smentirmi.
>
> E peraltro notoriamente "i dati non si logorano", quindi i
> costi iniziali di produzione sono assolutamente e di gran
> lunga prevalenti.
> E' facile dimostrare come gli eventuali costi di distribuzione
> sono sicuramente marginali e praticamente trascurabili.
>
> Quindi l'idea di introdurre a valle un sistema di pubblica
> distribuzione dei dati "a pedaggio" significa creare un
> ibrido mostriciattolo bicefalo dalla più che dubbia efficacia
> economica: assai spesso gli introiti sono del tutto marginali
> ed a malapena ricoprono le spese di gestione degli incassi.
> Ed in qualche modo fa nascere lo spiacevole sospetto che
> in questo modo "paghi 2 e prendi 1".
>
> Ma di sicuro in questo modo si impedisce e si rende
> inutilmente difficoltosa la libera circolazione dei dati
> ed il loro efficace riutilizzo in tutti i contesti possibili
> ed immaginabili. Con ovvio danno per la collettività.
>
> -----
>
> Tornando al nostro Ghino di Tacco: l'abolizione delle
> asfittiche economie curtensi e municipali, dei dazi e
> delle gabelle, di tutti i mille vincoli, impedimenti,
> barriere, ostacoli e privilegi di origine feudale alla
> fine si è rivelata un'enorme opportunità di crescita e
> di sviluppo per le nostre economie.
>
> Passare da mille piccoli sistemi chiusi e rigidamente
> compartimentati ad un unico grande sistema aperto,
> libero ed ampiamente interconnesso si è rivelato una
> mossa decisamente vincente tanto per lo sviluppo
> economico quanto per quello culturale e sociale.
>
> E se questo si è rivelato vero al vaglio dell'esperienza
> storica in tutti i settori, non si capisce perché mai i
> dati geografici e territoriali dovrebbero rappresentare
> un'eccezione mistica al principio generale.
>
> Alla fine nel passaggio dal sistema feudale al sistema
> “moderno” tutti ci hanno guadagnato: e (quasi**) nessuno
> ci ha scapitato.
> (**ad eccezione di qualche migliaio di nobili francesi
> e russi, ivi compresi un re, una regina, uno zar ed una
> zarina, che hanno sofferto alcuni spiacevoli inconvenienti:
> ma si sa che la storia non è sempre necessariamente un
> ballo di gala, come diceva qualcuno che se intendeva).
>
> In genere chi ama la storia ama anche la geografia:
> ma evidentemente l'inverso non sempre è dato.
> Pare che ancor oggi alcuni autorevoli geomatici sono
> rimasti tenacemente ancorati al buon vecchio orizzonte
> di riferimento culturale delle economie chiuse e rigide,
> dei dazi, dei pedaggi, delle gabelle, delle gilde e
> delle corporazioni d'arte e mestieri.
> ... magari anche un po' alla Ghino di Tacco.
>
> Peccato: perché nel frattempo il resto del mondo si
> sta muovendo velocemente nella direzione opposta :-)
>
> ciao Sandro
>
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