[Gfoss] dipendenza da software proprietario
a.furieri a lqt.it
a.furieri a lqt.it
Sab 9 Apr 2011 10:23:44 CEST
La discussione inizia a farsi interessante: a mia personale
memoria, forse è la prima volta in cui si esce dal generico
blah blah di posizione ideologicamente contrapposte e
si entra invece nello specifico di casi d'uso concreti.
---
faccio un piccolo passo indietro, e ritorno al post originale
di Luca Maldolesi:
> In soprintendenza archeologica in Emilia Romagna,
> hanno iniziato a valutare l'utilizzo del GIS (alleluja),
> ma mi hanno fatto presente, e in parte non a torto,
> che se tutti i comuni e le province stanno usando prodotti
> ESLI, sarebbe bene che anche loro si allineassero
>
eh no Luca: questo ragionamento è decisamente inaccettabile
e perverso.
Gli standard aperti esistono proprio per garantire
che sistemi eterogenei possano liberamente scambiarsi
i dati, a prescindere totalmente dall'uso di determinati
prodotti sw
Il fatto che tutti gli altri Enti usano il prodotto X
non è e non può essere giustificazione sufficiente
per costringere anche te a scegliere il medesimo
prodotto: evidentemente questo tipo di ragionamento
fa acqua da tutte le parti, e non resisterebbe
certo ad un eventuale ricorso legale.
> però il comune mi chiede di impacchettare il tutto
> dentro file .mxd e con vestizioni .lyr
>
e questo chiarisce definitivamente lo scenario (almeno
mi pare): la carta archeologica viene prodotta dalla
sopraintendenza, che poi cerca di passarla in formato
SHP al comune per opportuna conoscenza.
ma il comune a questo punto obbietta che se non vengono
forniti a corredo anche i files .mxd e .lyr loro non
sono in grado di utilizzare la carta archeologica.
Domando: a voi pare un ragionamento tecnicamente motivato
ed accettabile ?
vi risulta che siano questi i normali criteri che si
seguono abitualmente quando ci si scambiano dati tra
amministrazioni differenti ?
A me personalmente risulta tutt'altro ... ma magari
sono io che mi sbaglio :-)
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passo ora al post di Giovanni Allegri:
> Ritengo che un punto di forza di un progetto .mxd stia
> nel fatto che la complessità cartografica offerta da
> certi strumenti, non la si trova in altri liberi.
> Sandro, permettimi di dire che l'aspetto cartografico,
> la resa estetica di una carta, non è un accessorio in più,
> di cui si può anche fare a meno.
>
risposta A {scherzosa e per nulla seria}:
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grazie Giovanni, finalmente mi hai fatto capire come mai
ho dovuto passare assai spesso lunghe notti insonni cercando
di rattoppare affannosamente dati vector altamente tossico-nocivi
(pieni zeppi di geometrie illegali e malformate).
e/o cercando di ricavare un qualche succo logico utilizzabile
dall'elaborazione di attributi informativi incompleti,
omissivi, malformattati e logicamente inconsistenti ed
auto-contraddittori.
Scusami, non avevo capito che la cosa più importante di una
cartografia è che deve essere "esteticamente bella a vedersi":
evidentemente pretendere che sia anche geometricamemte
coerente e logicamente consistente è solo una mia fisima
personale (ma io non sono un cartografo, dopotutto) :D
risposta B {serissima}:
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obiezione in parte giustificata ed accettabile: definire
una vestizione ottimizzata per un progetto complesso con
un centinaio di layers non è certo una passeggiata.
è un processo lungo ed assorbe un bel po' di tempo,
quindi merita sicuramente tutelare l'investimento
sul lungo periodo.
ma proprio per questo non mi pare per nulla saggio
spendere soldi (del contribuente) per ottenere alla
fine qualcosa che puoi utilizzare solo con un ben
determinato prodotto/versione (ho trovato del tutto
illuminante il post di Andrea Peri in merito).
esiste uno standard aperto e del tutto neutro per gestire
questi aspetti: SLD [styled layer descriptor].
magari non proprio tutti lo supportano (... per ora ...):
ma sicuramente è il miglior candidato da prendere in
serissima considerazione per arrivare a rendere del tutto
trasparenti e neutri anche gli aspetti legati agli stili
grafici.
giusto come termine di confronto: ai tempi ormai lontani
della "guerra dei browsers" la pietra dello scandalo
furono proprio gli stili grafici 'sofisticati'.
M$ lanciò ad arte una raffica di pseudo-tecnologie che
supportavano ad hoc 'effetti speciali' mirabolanti
(di scarsa sostanza ma di grande impatto 'visual'),
e riuscì così a mettere fuori mercato Netscape.
Poi sono arrivati JavaScript+DOM, HTML-4 ed i CSS;
conclusione: oggi il browser che detiene il record
mondiale di incompatibilità con tutti gli standard
internazionali del W3C è proprio MSIE.
e la stessa M$ ha via via dichiarato obsolete, deprecate
e non più supportate un sacco di quelle tecnologie che
tanto aveva strombazzato all'epoca (vedi DCOM etc).
chi è stato così tanto sprovveduto da legarsi allora mani
e piedi alle offerte 'avvelenate' di M$ ora deve sudare
(e spendere) per liberarsi da tutte le scorie tossiche
e rientrare finalmente nella normalità.
ma in fondo questa triste storia del lock-in avvelenato
che ti inchioda pretestuosamente a tecnologie proprietarie
in chiave esclusivamente spilla-soldi la conosciamo tutti
a memoria fin dai remoti anni '60 (all'epoca dei mainframe
IBM): nulla di nuovo sotto il sole ...
semplicemente, stupisce che ancora così tanta gente abbocchi
ingenuamente ad un amo così vecchio e logoro :-)
ciao Sandro
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