[Gfoss] dipendenza da software proprietario

G. Allegri giohappy a gmail.com
Sab 9 Apr 2011 00:56:28 CEST


(Che nella maggior parte degli utilizzi, all'interno delle pubbliche
amministrazioni, uno stack completo ESRI sia sottoutilizzato siamo
perfettamente d'accordo. Quando però l'utilizzo diventa coscienzioso e
meditato, allora trovo difficile offrire soluzioni enterprise integrate come
quelle disponibili anche con un solo ArcGIS Server)

Ritengo che un punto di forza di un progetto .mxd stia nel fatto che la
complessità cartografica offerta da certi strumenti, non la si trova in
altri liberi. Sandro, permettimi di dire che l'aspetto cartografico, la resa
estetica di una carta, non è un accessorio in più, di cui si può anche fare
a meno. Dicendo così,azzerri secoli di ricerca cartografica! Un conto è un
formato GIS e un conto è un prodotto cartografico! E su questo aspetto, i
gfoss sono ancora un po' indietro, sebbene i grandi sforzi ad esempio nella
nuova simbologia di QGis.

Percui, se devi consegnare un prodotto cartografico di un certo tipo, non mi
stupisce la richiesta di avere un .mxd. Se si tratta di consegnare dati
elaborati, allora sono il primo a richiedere che il formato di scambio sia
aperto. E questo è una delle cose che faccio per prime nella firma di un
progetto!

Per il resto, faccio il tifo per tutto il mondo OS, nella speranza che piano
piano si riesca a portare le varie tecnologie ad essere competitive su tutti
i fronti che le infrastrutture GIS richiedono...

giovanni


Il giorno 09 aprile 2011 00:23, <a.furieri a lqt.it> ha scritto:

> On Fri, 8 Apr 2011 23:07:39 +0200, Vito Meuli wrote
> > Il committente mi chiede di fornirgli:
> > * dati elaborati secondo un certo capitolato, e gli vanno bene gli
> > shapefile: ok * progetto GIS immediatamente utilizzabile, con
> > campiture, scale, ecc.; a lui piace l'innominato, e me lo chiede in
> > quel formato (che fa pure rima)
> >
>
> beh, chiaro che se il committente ti ha fatto una richiesta
> di questa natura fin dall'inizio (e tu hai accettato e
> sottoscritto) poi sei tenuto ad adempiere, ci mancherebbe
> altro.
>
>
> > Il formato con cui se li vuole manipolare al suo interno,
> > e che vuole ottenere dal mio lavoro, sarà pure in diritto
> > di sceglierselo, no?
>
> ovviamente e naturalmente: ma resta il fatto che un
> Ente saggiamente amministrato si dovrebbe preoccupare
> di farsi consegnare i dati richiesti nel formato più
> generico, universale ed aperto possibile, proprio a
> tutela dell'investimento sostenuto.
> Accettare una fornitura dati in un formato che può
> essere utilizzato solo ed esclusivamente con il
> software XY (e magari solo con la versione 123),
> è veramente un modo barbaro ed intrinsecamente
> stupido per gettare al vento i sudati soldini
> dei contribuenti.
> E quindi non è più solo un problema privato tra
> l'amministrazione (o i suoi funzionari) ed il
> professionista: diventa un problema economico,
> politico e giuridico che riguarda l'intera
> collettività nel suo complesso, visto che stiamo
> parlando di denaro pubblico.
>
>
> > Fino a che punto io professionista, incaricato di svolgere un lavoro,
> > posso appellarmi alle richieste del committente che non mi piacciono?
> >
>
> risposta ovvia e scontata: se hai firmato un contratto,
> poi sei tenuto ad adempiere, per quanto scervellata
> possa essere la richiesta.
> ma se sei un professionista serio e conscenzioso
> cercherai comunque di convincere il tuo cliente ad
> evitare gli errori più marchiani, spiegandogli con
> la dovuta calma e pazienza perchè alcune soluzioni
> sono più vantaggiose di altre sul lungo periodo:
> se il geometra che ti hanno assegnato come referente
> non ti capisce, tu cerca di parlare con l'ingegnere.
> e se non ti capisce neppure l'ingegnere, prova a
> parlare con l'assessore: vedrai che prima o poi
> qualcuno capace di riconoscere il bianco dal nero
> lo trovi di sicuro, se hai argomentazioni razionali
> e ben motivate da esporre :-)
>
>
> > E a me il progetto GIS che descrive campiture e scale non mi sembra
> > così privo di valore come la mette Sandro
> >
>
> non dico che sia privo di valore: dico solo che
> (almeno nella mia esperienza personale) di norma
> è la parte più fessacchiotta del lavoro, che in
> genere ti sbrighi in una mattinata.
>
> ed inoltre trattandosi di questioni essenzialmente
> estetiche, sono sicuramente fattori per nulla
> oggettivi e men che meno durevoli: oggi li fai,
> e dopodomani li butti via e li rifai daccapo.
>
> posso giusto raccontarti una mia esperienza
> personale diretta: quando lavoravo per
> l'Osservatorio Trasporti della Regione Toscana
> abbiamo sfornato qualcosa come 7 o 8 vestizioni
> grafiche completamente differenti per la CTR:
> solo per scoprire che alla fine l'unica cosa
> che serviva era fare un tool che consentiva
> a ciascun singolo operatore di definirsi la
> sua personalissima vestizione.
> ... e così alla fine sono venute fuori circa
> un trentina di vestizioni, tutte assolutamente
> differenti come impatto estetico, ma anche
> tutte indifferentemente interscambiabili
> per qualsiasi scopo funzionale utile.
>
> insomma, non sono certo queste le cose serie
> dietro a cui perdere tempo più di tanto :-)
>
> ciao Sandro
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