[Gfoss] dipendenza da software proprietario

a.furieri a lqt.it a.furieri a lqt.it
Sab 9 Apr 2011 00:23:28 CEST


On Fri, 8 Apr 2011 23:07:39 +0200, Vito Meuli wrote
> Il committente mi chiede di fornirgli:
> * dati elaborati secondo un certo capitolato, e gli vanno bene gli 
> shapefile: ok * progetto GIS immediatamente utilizzabile, con 
> campiture, scale, ecc.; a lui piace l'innominato, e me lo chiede in 
> quel formato (che fa pure rima)
> 

beh, chiaro che se il committente ti ha fatto una richiesta
di questa natura fin dall'inizio (e tu hai accettato e 
sottoscritto) poi sei tenuto ad adempiere, ci mancherebbe
altro.


> Il formato con cui se li vuole manipolare al suo interno, 
> e che vuole ottenere dal mio lavoro, sarà pure in diritto 
> di sceglierselo, no?

ovviamente e naturalmente: ma resta il fatto che un 
Ente saggiamente amministrato si dovrebbe preoccupare 
di farsi consegnare i dati richiesti nel formato più
generico, universale ed aperto possibile, proprio a 
tutela dell'investimento sostenuto.
Accettare una fornitura dati in un formato che può 
essere utilizzato solo ed esclusivamente con il 
software XY (e magari solo con la versione 123),
è veramente un modo barbaro ed intrinsecamente
stupido per gettare al vento i sudati soldini 
dei contribuenti.
E quindi non è più solo un problema privato tra 
l'amministrazione (o i suoi funzionari) ed il 
professionista: diventa un problema economico,
politico e giuridico che riguarda l'intera
collettività nel suo complesso, visto che stiamo
parlando di denaro pubblico.


> Fino a che punto io professionista, incaricato di svolgere un lavoro,
> posso appellarmi alle richieste del committente che non mi piacciono?
>

risposta ovvia e scontata: se hai firmato un contratto,
poi sei tenuto ad adempiere, per quanto scervellata
possa essere la richiesta.
ma se sei un professionista serio e conscenzioso 
cercherai comunque di convincere il tuo cliente ad
evitare gli errori più marchiani, spiegandogli con
la dovuta calma e pazienza perchè alcune soluzioni
sono più vantaggiose di altre sul lungo periodo:
se il geometra che ti hanno assegnato come referente
non ti capisce, tu cerca di parlare con l'ingegnere.
e se non ti capisce neppure l'ingegnere, prova a
parlare con l'assessore: vedrai che prima o poi
qualcuno capace di riconoscere il bianco dal nero
lo trovi di sicuro, se hai argomentazioni razionali
e ben motivate da esporre :-)
 

> E a me il progetto GIS che descrive campiture e scale non mi sembra
> così privo di valore come la mette Sandro
>

non dico che sia privo di valore: dico solo che
(almeno nella mia esperienza personale) di norma
è la parte più fessacchiotta del lavoro, che in
genere ti sbrighi in una mattinata.

ed inoltre trattandosi di questioni essenzialmente
estetiche, sono sicuramente fattori per nulla
oggettivi e men che meno durevoli: oggi li fai,
e dopodomani li butti via e li rifai daccapo.

posso giusto raccontarti una mia esperienza
personale diretta: quando lavoravo per 
l'Osservatorio Trasporti della Regione Toscana
abbiamo sfornato qualcosa come 7 o 8 vestizioni
grafiche completamente differenti per la CTR:
solo per scoprire che alla fine l'unica cosa
che serviva era fare un tool che consentiva
a ciascun singolo operatore di definirsi la
sua personalissima vestizione.
... e così alla fine sono venute fuori circa
un trentina di vestizioni, tutte assolutamente
differenti come impatto estetico, ma anche
tutte indifferentemente interscambiabili
per qualsiasi scopo funzionale utile.

insomma, non sono certo queste le cose serie
dietro a cui perdere tempo più di tanto :-)

ciao Sandro


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