[Gfoss] Salviamo la vecchia cartina

PietroBlu p.giandonato a gmail.com
Mer 22 Apr 2009 19:30:09 CEST



Paolo Cavallini wrote:
> 
> Luca Delucchi ha scritto:
> 
>> secondo me questo articolo dimostra come  l'IGM sia arretrato e
>> impaurito dalle novità, hanno paura di perdere importanza, tra l'altro
>> secondo me rispecchia un po' la situazione generale... esemplificativa
>> è la prima frase (Una «perdita vertiginosa di informazioni») come si
> 
> Concordo: la cosa curiosa e' che l'Italia ha un posto di rilievo nei GIS
> liberi, e loro non se ne sono accorti. De Agostini aveva fatto timidi
> accenni sull'OS pochi anni fa, poi si e' tirata indietro, e questi sono
> i risultati.
> --
> 

Scusate ma io non ho parole...

L'articolo citato mette in evidenza una situazione drammatica: sta svanendo
e perdendosi la tradizione cartografica italiana. Quella stessa tradizione
sulla
quale ci siamo fatti le ossa anche noi, senza la quale non esisterebbero
nemmeno i GFOSS.

L'IGM sarà anche poco sensibile al software libero, come pure DeAgostini,
ma qui stiamo parlando di due istituzioni depositarie della scienza
cartografica
italiana, e di una mole di dati e informazioni incredibili, tra carte e foto
aeree storiche.

Mi pare anche che lo stesso IGM stia facendo dei pur timidi passi in avanti,
mettendo a disposizione ad esempio il catalogo delle foto aeree online, come
pure la lenta ma progressiva digitalizzazione del materiale cartaceo.

Io penso che gente che lavora - anche se in maniera e con strumenti diversi
dai nostri - non meriti di essere derisa o liquidata semplicemente perchè
non
usa software OS. Probabilmente una strategia più aperta (con la
"liberazione"
di alcuni dati) avrebbe consentito loro di "stare più sul mercato", ma c'è
pure
un problema di paradigma cartografico che è cambiato: dalle mappe di carta
a quelle digitali.

Cosa che fa perdere completamente il valore di cosa c'è dietro una mappa,
dalla matematica e geometria per realizzarla, alla scelta dei simboli,
finanche
dell'allestimento. Si perde il valore di una mappa come vera e propria opera
d'arte, con un enorme valore storico.

Possiamo permetterci anche noi rinunciare a tutta questa conoscenza?
Possiamo pretendere che gente che lavora sulla cartografia da decenni
debba rinunciare al diritto di camparci solo perchè ormai i dati digitali
sono
disponibili gratuitamente (liberamente o meno)?

Se Piri Reis fosse ancora vivo, cosa credete ne penserebbe?

Ciao,
PB
-- 
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