[Gfoss] Era: licenza dati PA [dati geologici]

G. Allegri giohappy at gmail.com
Thu Nov 8 13:56:06 CET 2007


Qualcuno sa com'è andata con ASITA?

Giovanni

Il 08/11/07, Piergiorgio Cipriano<pg.cipriano a gmail.com> ha scritto:
> Maurizio Trevisani ha scritto:
> > Due cose: la PA non credo possa rendere disponibili dati (o qualsiasi cosa
> > che abbia acquisito e pagato) come Pubblico Dominio: non può alienarsene
> > la proprietà, proprio perchè li ha pagati (con denaro pubblico) e sono
> > suoi.
>
> Maurizio, qualche link:
> Cronache dall'e-government: Dati pubblici tra riuso, business e democrazia
> ... dove si parla di CreativeCommons.
> Tra le risposte formulate al convegno vi è quella di adottare, in maniera
> estensiva, le licenze di tipo " Creative Commons", [...] Si tratta di
> licenze d'uso - disponibili in sei versioni diverse, in base alle esigenze
> specifiche - che, adottando la formula "alcuni diritti riservati", si
> propongono di stabilire un punto di equilibrio tra le esigenze dei detentori
> di diritti e quelle degli utenti, e pertanto si collocano a metà strada tra
> il copyright ("tutti i diritti riservati") e il pubblico dominio ("nessun
> diritto riservato"). Uno dei vantaggi di queste licenze è che esse, già
> largamente praticate in rete, sono di immediata comprensibilità anche ai
> profani, e consentono a chi "scova" una risorsa di proprio interesse di
> capire immediatamente - anche grazie all'ausilio di una speciale simbologia
> grafica - quali usi sono consentiti per essa.
>
> Proprio CreativeCommons (ShareAlike) è il tipo di licenza che in Olanda
> pensano seriamente di utilizzare per i dati geografici pubblici.
> Un esempio analogo:
> http://geodatacommons.umaine.edu/about.php?about=whatis
>
> Per qualche riferimento normativo (Carbone, Travostino, 2004)
> http://www.regione.piemonte.it/sit/argomenti/pianifica/iniziative/interreg/dwd/gisday/dati.pdf
>
>
> pg
>
>
> p.s.
>  PA non significa il singolo ente, la singola agenzia, o peggio ancora il
> singolo assessorato o settore.
>  Se la PA paga l'acquisizione di un dato (es. carta tecnica o database
> topografico) lo fa con denaro pubblico, come hai scritto.
>  Diverso è se acquista un prodotto sotto licenza (es. immagini da
> satellite).
>  Denaro pubblico = denaro della collettività: quindi il dato dovrebbe essere
> della collettività. Nei termini di legge (cioè considerando questioni di
> privacy o altro).
>
>
> Il 06/11/07, Maurizio Trevisani <M.Trevisani a arpat.toscana.it> ha scritto:
> > Forse la discussione su questi temi si è un po' "incartata".
> >
> > Traggo da una lettera che è stata inviata ad APAT ed alle varie ARPA:
> > " ... la Direttiva Inspire 2007/2/CE adottata il 15 marzo 2007 aggiunge un
> > tassello importante nelle strategie che l'Europa sta impostando per
> > raccordare le politiche in materia ambientale con le direttrici definite
> > dalla Convenzione di Aarhus (accesso alla informazione ambientale,
> > partecipazione ai processi decisionali, accesso alla giustizia in materia
> > ambientale). L'attuazione di queste strategie richiede importanti
> > investimenti per garantire un'efficace organizzazione, un'esauriente
> > documentazione e reperibilità di quadri conoscitivi ufficiali.
> > Assistiamo ad una evoluzione dei processi di costruzione dell'informazione
> > territoriale (dalla classica cartografia topografica, a tutti gli
> > ulteriori strati informativi: altimetria, uso del suolo, idrografia,
> > infrastrutture di trasporto, ecc.), che la vede sempre piu' veicolo e base
> > di appoggio e di riferimento di quella conoscenza ambientale sulla cui
> > costruzione le Regioni e le Agenzie sono impegnate. Si pensi
> > all'idrografia ed alla qualità delle acque, o alle strade ed alle
> > problematiche dell'inquinamento acustico.
> > E' evidente la necessità che non si verifichino scollamenti e carenze di
> > coordinamento tra quanto si cerca di costruire sul fronte della conoscenza
> > ambientale e quanto si va a realizzare sul fronte della conoscenza
> > geografica e cartografica: la progettazione dei diversi strati informativi
> > deve farsi carico di perseguire coerenza e sinergie, proprio per costruire
> > quel riferimento conoscitivo senza il quale né l'attuazione di Aarhus, né
> > la capacità di efficace governo dell'ambiente, né la piena consapevolezza
> > e trasparenza nei processi decisionali sono possibili.
> > Appare altrettanto evidente che il riferimento conoscitivo deve, secondo
> > regole e standard comuni, nascere al piu' basso livello territoriale: ci
> > si attende che le politiche degli Enti Locali si basino sempre di piu'
> > sulle stesse conoscenze su cui, in forma piu' aggregata, poggiano le
> > decisioni del livello nazionale ed europeo.  ...".
> >
> > La visione che sostanzialmente tutti i dati geografici siano dati
> > "ambientali" e quindi soggetti al D.Lgs.195/2005 è una posizione su cui si
> > debbono "catalizzare" tutti gli interlocutori che hanno voce in capitolo.
> > Su questo fronte appare più innovativo il legislatore europeo, e questa è
> > ottima cosa: piano piano saremo obbligati a seguire queste linee guida.
> >
> > Due cose: la PA non credo possa rendere disponibili dati (o qualsiasi cosa
> > che abbia acquisito e pagato) come Pubblico Dominio: non può alienarsene
> > la proprietà, proprio perchè li ha pagati (con denaro pubblico) e sono
> > suoi.
> >
> > Può condividerli: si parla di riuso (vedi ad esempio
> >
> http://www.cnipa.gov.it/site/it-IT/Attivit%C3%A0/Riuso_dei_dati_pubblici/
> > ), come di riuso del SW (anche lì credo che la PA non possa produrre
> > Freeware, ma in qualche modo rendere disponibile il SW per un riuso -
> > anche rendendone  disponibile il codice sorgente).
> >
> > Sia per i dati che per il software l'aspetto assolutamente da sciogliere è
> > quello della licenza con cui la PA può condividere dati/software con altri
> > soggetti (pubblici/privati).
> > Considerate che anche tra diverse PA non sempre è garantita la
> > condivisione dei dati (vedi, anche qui innescata da una direttiva europea,
> > la Direttiva 2003/98/CE, il D.Lgs. Decreto legislativo 24 gennaio 2006, n.
> > 36).
> >
> > Su questo credo sarebbe utile un confronto/verifica con gli altri stati
> > (in primis europei): avete contatti per simili approfondimenti?
> >
> > Ciao,
> > Maurizio
> >
> >
> >
> >
> >
> > Risposta a: < Andrea P.>
> > >
> > >>quanti di questi dati sono legati alle tematiche ambientali e quindi di
> > >>diritto, già oggi in europa, a disposizione del cittadino?
> > >>(un altro uccellino mi dice: quasi tutti)
> > >
> > > Ciao L.
> > >
> > > giusto per la precisione:
> > >
> > > volevo aggiungere una ulteriore informazione.
> > >
> > > se guardi ai seguenti links,
> > >
> http://www.rete.toscana.it/sett/territorio/carto/repertorio/specifichetecniche.htm
> > >
> > > e in particolare l'acquisizione in formato digitale di dati geografici
> > > tematici 1, 2 e 3.
> > >
> > > troverai le specifiche tecniche di archivi digitali che a oggi sono
> stati
> > > realizzati o in corso di realizzazione.
> > >
> > > Direi che gli archivi prettamente ambientali sono nell'economia
> > > complessiva una unghia.
> > >
> > > A meno che i tuoi uccellini non considerino archivi ambientali i Piani
> > > sturtturali o i PTC o la vincoklistica archeologica, pesaggistica o
> quanto
> > > altro.
> > >
> > > Se guardi su geoscopio, noterai che gli archivi ambientali aree protette
> > > sono solo alcuni rispetto alla gran massa di archivi.
> > >
> > > la tua notizia "quasi tutti" direi che e' a dir poco sbagliata.
> > >
> > > direi invece "quasi nessuno" o "molto pochi".
> > >
> > > Almeno per quello che riguarda gli archivi in carico al SGR.
> > >
> > >
> > >
> > > On Sat, 03 Nov 2007 13:07:03 +0100, Lorenzo Becchi wrote:
> > >
> > >>quanti di questi dati sono legati alle tematiche ambientali e quindi di
> > >>diritto, già oggi in europa, a disposizione del cittadino?
> > >>(un altro uccellino mi dice: quasi tutti)
> > >
> > >>>
> > >>>> ciao
> > >>>> Lorenzo
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