[Gfoss] licenza dati PA [dati geologici]

G. Allegri giohappy at gmail.com
Mon Nov 5 12:09:00 CET 2007


Ringrazio tutti per l'interessantissimo thread. In questo weekend non
avevo potuto leggere e vedo che il disocrso si è "staccato da terra".
E a volte serve!
Sono interessanti tanti punti di vista.
Contribuisco con una piccola riflessione, forse banale.

Se una legge ipotetica definisse i dati geografici e le ingormazioni
geolocalizzate, in mano alle PA, di PD (precisando meglio, come norme
attuative, i dati sensibili indicati nella 195/2005), c'è il rischio
di realizzare un connubio tra PA e privati che, assumendo la
possibilità di commettere disonestà e di non lavorare in completa
trasprarenza, potrebbe generare un circolo vizioso a carico dei
cittadini.
Questo pericolo credo sia reale, e ne è testimone la storia delle
nostre PA (favoritismi, abusi d'ufficio, ecc.), ed una legge, fatta
con coscienza, non può prescinderne.
Sarebbe così astruso proporre allora un doppio tipo di licenza in base
all'uso finale che se ne fa?

Licenza non-commerciale: ricerca in ambito accademico ed istituti di
ricerca pubblici e privati i cui risultati possono anche essere ceduti
commercialmente, ma non i dati; enti no-profit e ONLUS/ONG; uso
personale, ecc.

Licenza commerciale: ricerca in ambito accademico, istituti di ricerca
pubblici e privati ed aziende private, i cui risultati possono anche
essere ceduti ed i dati possono essere ulteriormente utilizzati e/o
trasmessi solo a valle di un contributo economico definito, a favore
dell'ente che li ha prodotti e li mantiene.

Concludo dicendo che allo stato attuale di situazioni paradossali ce
ne sarebbero comunque tante da citare. Esempio, Ente pubblico A che
compra dati dall'Ente B per poi rivendere i risultati ad A. Bolle di
soldi che creano una sfiducia micidiale nei cittadini!!!! Tanto quanto
i pericoli citati nel thread...

Infine, una risposta ad Andrea Cappugi:
>Un soggetto che produce beni o servizi, aumenta la ricchezza
collettiva (PIL) oltre che la
>propria.
Questa è la cosiddetta "mano invisibile" di Adam Smith. Basta leggere
un qualsiasi testo introduttivo di Economia politica per scoprire che
è un concetto ideale passato, la cui inconsistenza reale è stata
ampiamente dimostrata...

Giovanni

Il 05/11/07, strk<strk a keybit.net> ha scritto:
> On Sun, Nov 04, 2007 at 11:57:10AM +0100, Andrea P. wrote:
>
> > Il problema e' che a fronte di una richiesta del tipo "pubblicare il dataset" il dubbio sarebbe come interpretarla.
> > Pro tecnici o pro utente finale ?
> >
> > Te potresti rispondermi salomonicamnete in entrambi i modi.
> > Ma pero' poiche' il significato di una disposizione deve essere univoco, se uno dei due va bene l'altro no.
>
> Ovviamente "entrambi i modi".
>
> Rispetto all'univocita', parli del significato di una disposizione legale ?
>
> Come cittadino a me servono entrambi.  Anzi, di solito quel che succede e' che uno dei due
> (la presentazione) spesso non va bene (non e' compatibile coi sistemi cui ho accesso e non mi permette
> una ridistribuzione dell'informazione in una veste piu' accessibile o all'interno di un'alta appliczione)
> e di conseguenza l'altro (il dato grezzo) e' una boccata d'ossiggeno (ad esempio, potrebbe essere redistribuita
> da Open Street Map o usata in soluzioni commerciali che abbisognano di una mappa di base).
>
> Voglio dire e' possibile ricavare una presentazione dal dato grezzo, ma non il contrario.
> Quindi le due cose non sono sullo stesso piano.
> La presentazione e' un in piu'.
> Pensa ad esempio al TG parlamento (o come si chiama). Quel servizio con un giornalista fuori dalla
> camera che riassume e commenta quello che hanno detto dentro. I verbali delle assemblee (il dato grezzo)
> sono un diritto basilare. La spiegazione, il sunto, la presentazione, sono anch'essi molto importanti
> ma non possono sostituire i verbali.
>
> > E se penso che in un caso farei contenti alcuni tecnici, ma non farei un servizio utile per altri, e con cio' dismetterei un dato che e' patrimonio comune.
>
> Che vuol dire "dismettere un patrimonio comune" ?
> Tipo... smettere di manutenere un giardino pubblico ?
> In questo caso si sta dando un maggiore accesso al parco (i dati), senza smettere di manutenerlo.
>
> > In merito al discorso che poiche' i dati sono pagati dai cittadini e'ritenuto giusto che se ne approprino per farci quello che gli pare (licenza PD).
> > Io non sono un giurista e non so' se e quanto chi fa' questi discorsi si sia ben informato.
> > Pero' mi viene in mente un contro-esempio.
> >
> > Se vai in un cantiere pubblico e ti porti via qualche camionata di rena perche' la hai pagata te' con i tuoi soldi delle tasse, ti sentiresti in diritto di farlo ?
> >
> > Oppure vai in montagna e ti porti via qualche fastellata di legna per il tuo camino o per la tua pizzeria (ipotesi ovviamente), visto che paghi le tasse.
> > E' questo quello che intendi ?
>
> Scusa ma ne' la rena ne' la legna si copia.
> Se me le porto via dal cantiere o dal bosco ne privo altri.
> Gli archivi informatici si moltiplicano come i pani e i pesci di Gesu'...
> Non c'e' privazione nella copia di un archivio informatico.
>
> > Penso di no, ma allora cosa distingue il diritto che voi sostenete di poter usare un dato che e' assimilabile in tutto e per tutto a un bene, che la collettivita' ha
> > pagato, per scopi di lucro privati e senza dover pagare dei diritti di sfruttamento alla collettivita' che tali dati li ha pagati ?
> > Rispetto agli altri esempi che ti ho citato ?
>
> Credo sia abbastanza chiara la distinzione fatta sopra.
> La copia di un archivio informatico e' una cosa diversa dall'appropriazione privativa.
>
> Qui tu parli di perdita di guadagno.
> Cioe' sostieni che siccome e' possibile farsi pagare per accedere a quei dati, darli via pubblicamente
> sarebbe una perdita economica per l'amministrazione pubblica, quindi in ultima istanza per i cittadini,
> che pagano le tasse.
>
> Ora, e' pubblicato il bilancio cosi' che noi cittadini possiamo vedere le entrate derivanti da questa
> vendita di proprieta' intellettuale ? A proposito, di chi e' questa proprieta' ? Del pubblico no ?
> Quindi un cittadino (persona o societa') paga per comprare diritti di applicazione di una forma
> intellettuale che gia' gli appartiene ? E' macchinoso, non trovi ?
>
> > Sto parlando del diritto di poter usare tale dato per scopi personali , senza lucro, ovvero senza il diritto di usarlo per scopi commerciali o roba simile.
> > Perche' mi pare di capire che la vostra posizione sia di volere che i dati siano liberi di essere usati come pare e piace, anche per scopi di lucro.
>
> La mia personale posizione e' quella. Liberi di poter essere usati anche per scopi di lucro.
> Magari con l'obbligo di comunicare le fonti dei dati, cosi' che si diffonda l'informazione della
> disponibilita' dei dati gratuita direttamente dal sito della PA.
>
> Magari, per ricostruire una forma di ritorno economico, la PA potrebbe mettere in piedi un
> servizio di "certificazione" della congruita' semantica di un servizio di presentazione di
> tali dati.
>
> > E comunque tieni presente che esiste anche un "diritto dello stato", e un "diritto delle societa'" nel senso che non puoi limitarti a non ledere i diritti del
> > singolo cittadino, ma non preoccuparti di non ledere i diritti di una societa' privata o dello stato medesimo. Ogni persona fisica o giuridica ha i propri diritti.
>
> Quali diritti societari sarabbero lesi ?
>
> --strk;
>
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