[Gfoss] formati liberi [era: dati geologici]
strk
strk at keybit.net
Sat Nov 3 10:18:01 CET 2007
On Fri, Nov 02, 2007 at 11:20:07PM +0100, Andrea P. wrote:
> Infatti il problema non e' la distinzione tra formati proprietari e formati open,
> perche' una separazione cosi' netta, costringe a mettere dalla parte dei formati proprietari (i cattivi) anche quelli che hanno le specifiche rilasciate e usabili (piu' o meno gratuitamente).
Mi sembra che in questa discussione ci sia un difetto dibase: la mancanza di definizione
di "formato aperto" e "formato proprietario".
A mio avviso, se le specifiche sono rilasciate ed usabili questo e' sufficiente perche' si
possa parlare di formato aperto. Aperto ad essere visto e compreso in tutti i dettaglio.
Usabile nel poter sviluppare software di conversione verso altri formati.
Mi viene in mente lo Shapefile della ESRI. E' un formato ben documentato, e di conseguenza
ci sono molti software in grado di importarlo in altri formati. Non c'e' uno "standard body"
dietro, ma non importa per quel che riguarda l'apertura e l'usabilita'.
Da un'altra pare mi viene in mente il formato ShockWaveFlash.
E' un formato (non ben) documentato, ma la documentazione viene rilasciata con una EULA
che ne vieta ai lettori lo sviluppo di software che interpreti tale formato.
Specifiche rilasciate, ma non usabili.
Un'altro caso ancora e' il formato di un software di mappatura libero in cui sono incappato di recente
che utilizza un formato "aperto" ma senza specifiche rilasciato (se non il codice stesso).
Difficile utilizzarlo...
Poi pensiamo al codice ASCII. Adottato da uno standard body e tutt'ora utilizzato con successo.
> Nei formati open , poiche' chiunque e' libero di "metterci del suo" , il rischio in queste circostanze e' la "schizofrenia del formato" . Nel senso che si assiste a rilasci di nuove versioni che
> cambiano quanto previsto nelle precedenti. Versioni hce possono anche essere "eretiche" e quindi non rilasciate dal medesimo gruppo, ma da altri che partendo dall'assunto che sono "open" ne elaborano una
> nuova versione cercando di superare certi limiti e porsi come evoluzioni spesso in conflfitto con la versione originale.
Qui parliamo di stabilita' del formato, che e' un passo successivo.
Ovviamente all'emergere di un nuovo formato c'e' sempre una fase di transizione, di adattamento.
Ad esempio, io non mi trovo affatto bene con l'ascii esteso (8bit), l'UTF, l'Open Document Format, ...
E' scomodo dover adattare tutto il proprio software a nuovi formati.
Mi sono trovato scomodo (in passato) anche con le PNG (il mio browser non le supportava).
Per fortuna esistono formati aperti e stabili oltre a quelli aperti e non stabili, e quindi
si puo' scegliere quali usare a seconda delle esigenze.
> Per cui tendo a credere di piu' in formati dove chi li gestisce tiene in mano la barra del comando e indirizza la nave in una direzione ben precisa.
> L'idea che dietro a un formato ci possa essere una pletora di mani in cui ognuno tira da una parte diversa non mi renderebbe molto entusiasta nell'usare quel formato.
Sicuro, non basta che un formato sia aperto per adottarlo ad occhi chiusi.
Ad ogni modo un formato senza specifiche pubbliche o senza legittimita' di interpretazione
e' indubbiamente da escludere nel momento in cui si usa per comunicare informazioni
al pubblico, che e' quello che una PA fa o dovrebbe fare con la sua presenza web.
Pensa se per leggere la gazzetta ufficiale bisognasse comprare un "decodificatore"...
Or metti a confronto l'accessibilita di questi formati
(dai solo un'occhiata alle pagine su l'enciclopedia libera)
ASCII: http://en.wikipedia.org/wiki/ASCII
Shapefile: http://en.wikipedia.org/wiki/Shapefile
JPEG: http://en.wikipedia.org/wiki/JPEG
(vedi anche: Potential patent issues)
GML: http://en.wikipedia.org/wiki/Geography_Markup_Language
E00: http://en.wikipedia.org/wiki/E00
(http://avce00.maptools.org/docs/v7_e00_cover.html)
ECW: http://en.wikipedia.org/wiki/ECW
( ??? )
--strk;
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