[Gfoss] formati liberi [era: dati geologici]

Andrea P. cerebrogis at ipergeo.org
Fri Nov 2 23:20:07 CET 2007


>non sono d'accordo. per quanto riguarda i formati aperti non c'è niente 
>di soggettivo.
>se i formati sono aperti, per definizione, se ne possono trovare le 
>specifiche da qualche parte e si possono utilizzare per crearne il 
>supporto nelle applicazioni.
>sta quindi ai team di sviluppo decidere se inserire o meno il supporto 
>ad un formato ma questo non vuol dire che non lo possano fare.

>con i formati proprietari vi è la certezza che le specifiche non sono 
>distribuite e che quindi il supporto da parte di altri applicativi 
>diventa impossibile o comunque complicato.
>ancora di più quando si tratta di software libero che non può 
>trasportare su licenza Libera plugins proprietari.

ottima risposta.

Infatti il problema non e' la distinzione tra formati proprietari e formati open,
perche' una separazione cosi' netta, costringe a mettere dalla parte dei formati proprietari (i cattivi) anche quelli che hanno le specifiche rilasciate e usabili (piu' o meno gratuitamente).

Lungi da me l'idea di difendere i formati proprietari come tali, microsoft ne ha combiante troppe su questo fronte.

Pero' quando si vuole progettare un formato , si parte sempre dal principio di voler soddisfare una specifica esigenza di archiviazione. 
Infatti, chi progetta un formato parte da degli assunti e cerca di soddisfarli.

Nei formati open , poiche' chiunque e' libero di "metterci del suo" , il rischio in queste circostanze e' la "schizofrenia del formato" . Nel senso che si assiste a rilasci di nuove versioni che 
cambiano quanto previsto nelle precedenti. Versioni hce possono anche essere "eretiche" e quindi non rilasciate dal medesimo gruppo, ma da altri che partendo dall'assunto che sono "open" ne elaborano una 
nuova versione cercando di superare certi limiti e porsi come evoluzioni spesso in conflfitto con la versione originale.

Per cui tendo a credere di piu' in formati dove chi li gestisce tiene in mano la barra del comando e indirizza la nave in una direzione ben precisa.
L'idea che dietro a un formato ci possa essere una pletora di mani in cui ognuno tira da una parte diversa non mi renderebbe molto entusiasta nell'usare quel formato.

Ovviamente faccio un discorso teorico e nessun riferimento a cose o persone realmente esistenti ....

L'accessibilta: 

dove sta' l'accessibilita' ?

Ovviamente se  mi parli di accessibilita' alle specifiche quella esiste, ma e' una accessibilita' che sta' a livello di programmazione, utile a chi programma per poter sviluppare nuovi programmi.

Ma se si parla di accessibilita' dal punto di vista dell'utente finale, ovvero di quello che ha un applicativo che legge un formato di dati, che ci ha investito in termini di giorni per impararlo, per portare i propri archivi 
dai "vecchi formati proprietari" al nuovo formato. Qua l'accessibilita' non ci starebbe se cominciassero a nascere delle evoluzioni schizofreniche e non coerenti dei formati originali, che porterebbero a delle 
deviazioni che nuocerebbero alla accessibilita' a livello di utente.

Quindi io distinguerei il discorso in base al tipo di accessibilita' che si intende. E ribadisco che uno degli aspetti che per me' e' piu' importante in un formato che vuole essere accessibile e' la stabilita' delle 
specifiche. Ancora piu' della loro disponibilita'. Nel senso che posso anche ritenere palusibile che le specifiche si debbano pagare per poterle avere e usare. Purche' siano specifiche buone e stabili.

un formato troppo "open" non potrebbe garantire questa stabilita'.

Ribadisco: un buon formato deve essere ben fatto per non doverci rimettere sopra le mani (operando aggiustamenti o correzioni) e comunque deve avere un gruppo che lo coordini in termini di evoluzione, in modo 
che si possa ragionevolmente ritenere che perduri stabialmente nel tempo e ci si possa investire con la certezza di non veder scomparire l'investimento con il rilascio di una nuova versione che stravolge tutto.

Ad esempio, tanto per non fare nomi, un organismo che ha nel suo DNA la mission di produrre specifiche che abbiano tali caratteristiche e' ISO.

Un formato rilasciato da ISO, lo vedrei molto piu' credibile in termini di attualita' e di durabilita' ( e quindi di accessibilita' nel tempo) che non un formato inventato sul momento da qualche programmatore come potrei 
fare io .

Andrea.


On Fri, 02 Nov 2007 20:28:51 +0100, Lorenzo Becchi wrote:


>> la discussione sui formati porta troppo lontano.
>>
>> perche' si scontano anche opinioni troppo soggettive.
>>
>> Questo che vuol dire ?
>>
>> semplicemente che tra qualche anno o forse prima, anche i formati attuali di OO OpenDocument, etc... 
>> non andranno piu' bene e andranno inventati nuovi formati.
>>
>> Con tanti saluti ai discorsi sulla accessibilita'.
>>   

>non sono d'accordo. per quanto riguarda i formati aperti non c'è niente 
>di soggettivo.
>se i formati sono aperti, per definizione, se ne possono trovare le 
>specifiche da qualche parte e si possono utilizzare per crearne il 
>supporto nelle applicazioni.
>sta quindi ai team di sviluppo decidere se inserire o meno il supporto 
>ad un formato ma questo non vuol dire che non lo possano fare.

>con i formati proprietari vi è la certezza che le specifiche non sono 
>distribuite e che quindi il supporto da parte di altri applicativi 
>diventa impossibile o comunque complicato.
>ancora di più quando si tratta di software libero che non può 
>trasportare su licenza Libera plugins proprietari.


>Lorenzo

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