[Gfoss] persone fisiche o società,associazioni ed enti

Simone Giannecchini simboss1 at gmail.com
Thu Feb 1 13:57:16 CET 2007


On 2/1/07, Maurizio Napolitano <napo at itc.it> wrote:
>
> > Sono molto d'accordo. Le scelte possibili:
> > 0. tenere tutto il mondo professionale/aziendale al di fuori (?)
>
> IMHO: tenerlo di vista/sotto controllo

Concordo pienamente.

>
> > 1. accettarlo come sponsor (come fa osgeo)
> > 2. accettarlo come soci
> > Secondo me e' giusto che un effetto di notorieta' ci sia (altrimenti
> > come si fa a promuovere l'uso del GFOSS, se non c'e' nessuno che offre
> > servizi?), ed e' fondamentale che la risonanza sia data a tutti quelli
> > che *contribuiscono* a gfoss (non a quelli che lo usano senza dare
> > niente in cambio).
> > In questo senso non vedo grande differenza fra 1 e 2, a parte il fatto
> > che come sponsor potremmo anche avere una ditta che non condivide i
> > nostri fini, e vuole solo farsi pubblicita'.
>
> Teoricamente, se uno si offre come sponsor, dipende dall'associazione
> se accettarlo o meno.
> Quindi l'associazione porta avanti i suoi fini, quello che si presenta
> si dichiara negli intenti, e poi l'associazione decide.
> Onestamente tirare dentro una azienda come socio di una associazione
> no-profit (a meno che GFOSS non abbia altri obbiettivi) mi sembra
> fuorviante.
>

Vedi sopra :-). Concordo contro i miei interessi perche' anche io come
altri qui cerco di fare del GFOSS il mio pane quotidiano, ma se voglio
essere intellettualmente onesto non posso vedere una possibile
associazione come un mero veicolo  per accaparrarmi piu' "pane", per
questo credo che l'adesione debba essere indivudale. Poi ben vengano
le aziende che sponsorizzano, altrimenti l'associazione ed il GFOSS in
genere come si regge?

Vi faccio un esempio pratico, la formazione del project steering
committe del GeoServer. Dietro al geoserver ruota una comunita' che
sta crescendo velocemente allora è stato deciso di dotarci di un
organismo di controllo abbastanza strutturato.
Dietro il GeoServer ce' soprattutto una fondanzione americana detta
TOPP, ma poi ci gravitano varie aziende che contribuiscono in modo
piu' o meno pesante, Refractions, noi di GeoSolutions, Axios in
spagna, Social Change Online in Australia, etc. Oltre a questo
supporto "commerciale" ci sono dietro vari enti statali, para-statali
etc, che lungo il cammino danno una mano (PennState University, NATO,
anche alcuni enti pubblici italiani btw).

Beh dopo varie discussioni la scelta è stata che il PSC è composto
SOLO da individui, le aziende core che condividono codice hanno un
posto speciale tra i "gold" contributor ma NON figurano nel PSC
direttamente per evitare di identificare il progetto con una azienda.

Io credo che la scelta piu' giusta sia accettare solo individui ma
dare la giusta visibilita' a chi vuole sponsorizzare o anche solo
"farsi vedere" ma secondo le modalita' dettate dall'associazione.

A questo proposito pero' mi preme rimarcare egoisticamente che le
aziende o i singoli  che gia' supportano GFOSS come sviluppatori
possano sponsorizzare in modo agevolato se non gratuito, questo mi
pare sacrosanto.


> > Come socio uno (individuo,
> > amministrazione, professionista, ditta o minollo che sia) e' *tenuto* a
> > rispettare lo statuto, e questo e' uno dei motivi per la mia *leggera*
> > preferenza per 2.
>
> Continuo a rimanere scettico, nonostante che riesca a condividere il
> pensiero (= se rispettano lo statuto va tutto bene).
> Il mio scetticiscmo parte dalle basi - fortemente in contrasto - su cui
> nasce una azienda e su cui nasce una associazione di volontariato.
>

Concordo ancora, e lo dico con cognizione di causa. Il rischio di far
"virare" una associazione di questo tipo esiste eccome se si prendono
decisioni sbagliate.

> > Ma non ne facciamo una guerra di religione, e ricordiamoci che lo
> > statuto quando non funziona si puo' cambiare (basta una votazione e due
> > soldi al notaio).
> Concordo ... peccato che il 16 non potro' "scannarmi" sull'argomento :))
>

Io non vedo guerre di religioni ma opinioni di vista diverse ma
egualmente degne di interesse. Era ora che ci si muovesse anche in
Italia!


Ciao a tutti,
Simone.

> PS: per Fabio (a cui non ho risposto nel thread, ma lo faccio qui)
> Capisco i percorsi che ognuno ha fatto per arrivare al concetto di
> software libero, capisco anche quando mi dici che molti (fra cui io
> che lavoro in un ente di ricerca) non sono in grado di capire.
> Rimango pero' sul mio scetticismo descritto poco sopra queste righe
> in merito al mescolare attivita' professionali con attivita' di
> volontariato.
>
>
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Eng. Simone Giannecchini
President /CEO GeoSolutions

http://www.geo-solutions.it

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