[Archeologia] Software libero, processi aperti e ricerca archeologica 4 anni dopo

Stefano Costa steko a iosa.it
Lun 4 Maggio 2009 16:34:46 CEST


http://www.iosa.it/content/software-libero-processi-aperti-e-ricerca-archeologica-4-anni-dopo


A quasi una settimana dalla conclusione del 4° workshop “Free software,
open source e open formats nei processi di ricerca archeologica”, riesco
finalmente a condividere qualche pensiero disorganico che ho raccolto
nei due giorni di incontro, che sono stati veramente intensi. In questa
non-sintesi mi soffermerò su alcuni aspetti in particolare, e non ho
nessuna pretesa di riuscire a riassumere l'intero corso delle due
giornate. Credo che la migliore sintesi possa risultare da una pluralità
di interventi: segnalo per ora l'entusiasmo dell'amico Mario Trabucco.

La prima sessione sui processi aperti radunava interventi parzialmente
eterogenei, il nucleo dei quali era costituito dalle relazioni di
Gabriele Gattiglia, Paolo Vigliarolo, Mario Trabucco: da punti di vista
diversi (metodologia archeologica, possibilità offerte dal web 2.0,
quadro normativo e consuetudini) è stato descritto un altro modo
possibile di operare per quanto riguarda la condivisione e la libera
circolazione dei dati. È evidente a questo riguardo la necessità di un
confronto con il ministero, l'ICCD e tutte le soprintendenze (senza
necessariamente rispettare l'ordinamento gerarchico). Su questo tema il
grupporicerche ha presentato http://iccd.iosa.it/ e le tematiche che ne
sono alla base, legate sostanzialmente alla condivisione di strumenti
conformi di fatto alle specifiche emanate dall'ICCD stesso, interamente
basati su software libero. Il 7 maggio si terrà presso la Facoltà di
Lettere dell'Università di Genova un incontro organizzato sempre dal
grupporicerche su “Diritti d’autore e banche dati per i Beni Culturali”,
con la partecipazione di Federico Morando (NEXA-POLITO) e di alcuni
funzionari della Soprintendenza Archeologica della Liguria. Riguardo
alla circolazione dei dati, spesso l'approccio al problema è ancora
troppo teorico, in una certa misura distaccato dal problema concreto.
Credo che in parte questa immaturità sia da ricondurre alla percezione
di una certa inadeguatezza del panorama metodologico attuale rispetto
alle spinte innovative di cui siamo portatori. Tuttavia, non possiamo
pensare di evolvere in una nuova archeologia senza impegnarci in primis
per una buona archeologia. La buona teoria e il buon metodo sono tali se
si traducono e dialogano con una buona pratica della ricerca (intesa non
solo come ricerca sul campo, ma in senso lato di processo operativo e
conoscitivo) e viceversa.

Per quanto riguarda specificamente il software, sono state presentate
alcune nuove cose interessanti (su cui eventualmente mi soffermerò in un
post successivo), anche se mi sembra che il problema originale rimanga
ancora vivo: condividere tramite licenze libere è un prerequisito
fondamentale per poter lavorare insieme e collaborare anche su temi di
ricerca concreti. Nella presentazione sul progetto IOSA ho “denunciato”
come inaccettabile il fatto che pochissimi dei programmi presentati ai
workshop precedenti fossero effettivamente stati condivisi, e purtroppo
devo notare come ancora dopo questo quarto incontro la questione rimanga
aperta (con qualche uscita preoccupante di chi vorrebbe creare una
comunità intorno al proprio software senza rilasciarlo). Non credo sia
solo fortuito il fatto che i pochi casi in cui il software è stato
effettivamente rilasciato sotto forma di codice sorgente libero siano da
ricondurre ai gruppi di ricerca più da lungo tempo radicati in questo
percorso comune. Con la presentazione dei progetti software sviluppati
nell'ambito del progetto IOSA abbiamo voluto indicare non solo che
rilasciare i propri programmi è possibile, ma anche indicare in maniera
dettagliata quali sono gli strumenti che vanno utilizzati per questi
fini: ormai riteniamo che solo con giustificazioni fittizie si possa
rinunciare a condividere il proprio lavoro. E in ogni caso, nessuno è
costretto a farlo, ma per lo meno si richiede un minimo di coerenza nel
momento in cui ci si presenta a questo incontro esplicitamente dedicato
al software libero. Mi rammarica sinceramente notare come si faccia un
uso ormai privo di significato dell'aggettivo aperto/open, di cui si è
totalmente persa l'accezione di condivisione, rendendo quindi
effettivamente necessario spiegare ancora cosa intendiamo quando
parliamo di software libero.

Sempre più l'hardware si conferma come un nuovo campo di
sperimentazione, con molte opportunità e analogamente molti rischi, in
primis quello di allontanarsi in maniera sostanziale dall'obiettivo di
ricerca. In questo settore più che in altri è quindi essenziale avere
precisamente chiare le necessità che spingono alla creazione di
strumenti nuovi (una pratica peraltro ottima, tipica di molte scienze
sperimentali). È comunque evidente che, come nell'ambito degli strumenti
informatici, avvertiamo la carenza di utensili pensati appositamente per
quello che facciamo.

La continuità è un argomento che mi è sempre stato particolarmente a
cuore, sin da quando nel 2006 decisi di creare una mailing list
internazionale per allargare il dibattito che era sorto a Grosseto.
L'anno scorso abbiamo abbassato il tiro, con una mailing list solo
italiana, ma i problemi sono gli stessi: carenza di discussione, soliti
noti che scambiano e-mail senza stimolare il pubblico a intervenire. Mi
domando quale e se ci sia una soluzione a questo problema: forse uno
strumento diverso (un forum?) potrebbe aiutare maggiormente le persone
ad intervenire? Certamente gli incontri dal vivo svolgono un ruolo
insostituibile, e proprio per questo ho ripetuto credo alla nausea che è
fondamentale aumentare le occasioni di incontro, senza la pretesa di
discutere dei massimi sistemi e di esserci ogni volta tutti quanti.
Quindi largo all'iniziativa locale, ai seminari spontanei, alle
discussioni non solo in università ma anche al bar.

Parlando di continuità, l'anno prossimo il workshop si terrà a Foggia,
organizzato dal Dipartimento di Scienze Umane. Non ci sono ancora
dettagli di nessun tipo, ma siamo contenti di muoverci verso sud, non
solo per ragioni climatiche ma anche nella speranza che - itinerando -
un numero sempre maggiore di studenti, docenti, professionisti e
ricercatori in genere possa aggregarsi al nostro gruppo e contribuire
alla costruzione di un percorso veramente condiviso di apertura dei
processi di ricerca archeologica.


Stefano Costa


-- 
Stefano Costa
http://www.iosa.it/ Open Archaeology
-------------- parte successiva --------------
Un allegato non testuale è stato rimosso....
Nome:        non disponibile
Tipo:        application/pgp-signature
Dimensione:  197 bytes
Descrizione: Questa è una parte del messaggio firmata digitalmente
URL:         <http://lists.faunalia.it/pipermail/archeologia/attachments/20090504/c111ff97/attachment.pgp>


Maggiori informazioni sulla lista Archeologia