[Archeologia] Il workshop di Padova: impressioni e riflessioni

Federico Morando federico.morando a gmail.com
Lun 26 Maggio 2008 16:00:55 CEST


Rispondo innanzitutto per salutare e ringraziare tutti i partecipanti 
alle interessanti discussioni del workshop.

Vorrei anche cogliere l'occasione per ricordare ai molti archeologi e/o 
ai funzionari di soprintendenza in "ascolto" che mi piacerebbe poter 
leggere il testo del più alto numero possibile di concessioni, contratti 
vari e simili documenti che regolino i rapporti tra archeologi 
(dipendendi, ma soprattutto non dipendenti della soprintendenza) e la 
soprintendenza stessa (e/o il ministero o simili enti). Possono essere 
interessanti vere e proprie concessioni di scavo, ma anche documenti 
relativi ad autorizzazioni varie (per accedere a reperti, etc.) o 
contratti più specifici (per la catalogazione di reperti, etc.).
(Ovviamente, sono interessato in particolare alle clausole sul diritto 
d'autore, pubblicazioni ed accordi di riservatezza vari, ma avere il 
testo completo dei documenti sarebbe molto, ma molto meglio.)

L'idea sarebbe quella di capire se un "copyright addendum" del tipo cui 
ho accennato durante il workshop, come ricordato da Stefano nel suo 
resoconto, possa effettivamente essere uno strumento utile e, nel caso, 
come strutturare il documento in questione.

Se avete dei documenti da inviarmi in copia, potete spedirmeli 
all'indirizzo e-mail federicoPUNTOmorandoCHIOCCIOLAgmailPUNTOcom (in 
formato elettronico mi va bene più o meno tutto, dall'ODT al PDF, 
passando per RTF, DOC o immagino scannerizzate in formati vari - meglio 
in GIF o PNG per il testo, di solito, ovviamente riducendo il numero di 
colori...).

Non posso promettervi di analizzare seriamente nulla prima di settembre, 
ma per il workshop di Roma cercherò sicuramente di proporvi qualcosa, 
nel caso arrivino materiali sufficienti da analizzare.

Siccome, per una singola mail, credo di essermi cercato un problema 
abbastanza grosso, chiudo qui e vi saluto cordialmente,

Federico

PS
Ovviamente, la privacy di chi vorrà collaborare sarà comunque tutelata, 
ma fatemi sapere in caso siano necessarie cautele particolari in 
relazioni a specifici documenti che vorrete inviarmi.


Stefano Costa wrote:
> Un saluto a tutti.
> 
> Vedo che il numero di iscritti è già abbastanza alto (33 nel momento in
> cui scrivo) perciò volevo "rompere il ghiaccio" con un breve
> resoconto/riflessione sul workshop, che ho pubblicato alcuni giorni fa
> su iosa.it e tradurrò in inglese appena avrò tempo.
> 
> Mi farebbe piacere che le mie osservazioni fossero spunto/ripresa per
> discussioni iniziate a Padova.
> 
> Stefano
> 
> ----
> 
> Il 3° workshop “Free software, open source e open formats nei processi
> di ricerca archeologica” si è svolto nei giorni 8 e 9 maggio 2008 a
> Padova, organizzato dal Dipartimento di Archeologia dell'Università con
> il supporto e il patrocinio di numerose istituzioni, enti e
> associazioni.
> 
> Dopo aver organizzato in prima persona con il grupporicerche la scorsa
> edizione di Genova, quest'anno il mio ruolo nel comitato scientifico è
> stato certamente più rilassante ma non meno interessante. Riassumendo,
> il workshop è andato veramente molto bene.
> 
> Anzitutto quindi un grazie ai ragazzi di Padova e ad Arc-Team che hanno
> organizzato un incontro interessante e di alto valore, pur senza perdere
> quello spirito aperto e informale che ci portiamo dietro sin dal
> concepimento di questi incontri.
> 
> La giornata di giovedì 8 è stata dedicata a presentazioni introduttive
> sul software libero e interessanti tutorial sull'utilizzo della
> distribuzione ArcheOS e dei programmi in essa contenuti. Le
> esercitazioni si sono svolte presso il Dipartimento di Statistica
> dell'Università. Ho avuto modo di seguire quelle del pomeriggio come
> spettatore e sono rimasto molto colpito dal numero degli iscritti (oltre
> 50), oltre che dalle ottime esercitazioni guidate da Luca, Denis e
> Piergiovanna.
> 
> Il workshop vero e proprio si è tenuto venerdì 9. Durante la sessione
> della mattina siamo riusciti (quasi) per la prima volta ad avere delle
> relazioni che, pur parlando di software, lo lasciavano in secondo piano
> per concentrarsi sull'archeologia. Quindi “meno software, più
> archeologia” (una equazione che cercavamo sin dalla prima edizione del
> workshop), ma forse si è trattato più che altro di "software
> invisibile", ed efficiente. Dopo 3 anni di workshop, è chiaro a tutti
> che nessuno ha voglia di ascoltare che è stato usato un database open
> source o un webgis. E anche nella selezione delle relazioni il comitato
> scientifico si è mosso in questa direzione. Il workshop sta crescendo e
> credo di possa dire lo stesso del gruppo di persone che lo segue.
> 
> Il pomeriggio, nella sessione e nella discussione finale dedicate alla
> circolazione dei dati e al diritto d'autore sono emersi molti spunti,
> idee e una decisa volontà di collaborare sul tema. Anzitutto si è visto
> il coinvolgimento di tanti giovani studenti e professionisti (inclusa
> anche la Confederazione Italiana Archeologi), un segnale forte di
> volontà di cambiamento.
> 
> Un primo punto che abbiamo raggiunto è quello di superare l'ideologia di
> scontro tra soprintendenza, università e professionisti per calarci in
> una ottica di collaborazione. Le istituzioni statali e pubbliche erano
> presenti al workshop: oltre alla Sovrintendenza del Trentino, teniamo
> anche conto che Fastionline è un progetto a cui prende parte l'ICCD e
> che il CNR sarà addirittura l'organizzatore il prossimo anno.
> Questo fa ben sperare per quanto riguarda la capacità di incidere anche
> a livello decisionale, sia in campo tecnico (software) sia nell'apertura
> degli archivi e dell'informazione archeologica.
> 
> Altro punto nodale è la partecipazione dei professionisti (tra gli altri
> Arc-Team, la Cooperativa Parsifal e la Confederazione Italiana
> Archeologi) sia come relatori sia nel pubblico: c'erano tanti giovani e
> meno giovani che lavorano come liberi professionisti e nelle
> cooperative.
> Uscire dall'accademia è sempre una bella cosa e mi pare che in questo
> caso lo sia ancora di più, perché parliamo di un settore lavorativo non
> facile. Io spero e credo che sia chiaro che tutti gli sforzi per un
> maggiore riconoscimento del lavoro intellettuale degli archeologi sul
> campo vanno e devono andare necessariamente nella direzione di una
> maggiore libertà di circolazione e non viceversa.
> 
> Come nota a margine, vorrei sottolineare la necessità, davvero
> palpabile, di tornare a parlare di politica archeologica in Italia. Alla
> generazione cresciuta negli anni '80 questo può sembrare banale o
> superfluo, ma se in un incontro partito da problematiche (quasi)
> squisitamente tecniche si finisce a parlare di clausole nei contratti di
> lavoro credo che questo workshop stia svolgendo il ruolo di "valvola di
> sfogo" per un problema reale.
> 
> Riguardo alla condivisione dei dati, abbiamo fatto importanti passi
> avanti. Questo è dovuto soprattutto al fatto che lo scorso anno non ci
> eravamo ancora resi conto che prima di parlare di diritti d'autore e
> licenze libere dovevamo capire chi era il titolare di quei diritti. La
> nostra discussione era troppo avanti rispetto al discorso che avremmo
> dovuto fare. Gli interventi dell'avvocato Baldo e di Federico Morando
> hanno delineato con chiarezza che da un lato esistono le condizioni
> giuridiche (ma non sempre quelle burocratiche) per far circolare
> liberamente i dati archeologici, e che una volta chiarito chi sono i
> titolari dei diritti d'autore ci sono semplici strumenti (licenze
> Creative Commons ovvero «alcuni diritti riservati» e gestione flessibile
> delle libertà, e ancora un addendum sul modello americano per i
> contratti di lavoro e di pubblicazione) che permettono di non bloccare
> la produzione intellettuale in un libro o un cassetto. L'intervento
> fortemente programmatico della Confederazione Italiana Archeologi ha
> chiaramente fatto intendere la portata della questione a livello
> professionale. Le domande poste sul piatto sono state molte e non c'
> stato tempo per risolverle tutte, come era prevedibile e auspicabile. La
> presentazione dei Fastionline ha permesso di capire i possibili scenari
> di studio, ricerca e tutela che avremo a disposizione quando finalmente
> tutte le parti interessate (gli stakeholders) inizieranno a collaborare
> invece che pestarsi i piedi. E contribuire quando possibile a questo
> progetto è un primo passo importante.
> 
> Quando sono arrivato a casa, ho pensato che tutto l'entusiasmo e
> l'interesse che si era raccolto nel pomeriggio di venerdì non poteva
> andare disperso per 12 mesi prima di un altro workshop. Ne ho parlato
> con gli amici di GFOSS.it e abbiamo quindi attivato una mailing list
> dedicata (archeologia a gfoss.it). Probabilmente molti sono iscritti alla
> mailing list internazionale che fu creata due anni fa subito dopo
> Grosseto: anche se ha più di 100 iscritti, quella mailing list non
> funziona molto. Credo che fare un passo indietro rispetto all'idea di
> due anni fa (che era buona in teoria, ma meno in pratica) e limitarci
> all'Italia potrebbe essere più sensato.
> Anche perché stiamo discutendo principalmente di problemi legati alla
> realtà accademica, professionale e giuridica italiana, non avrebbe senso
> discuterne in inglese. Se anche all'estero ci sono/saranno simili
> riflessioni, sarà bene confrontarcisi, ma non prima di avere elaborato
> qualcosa di valido in Italia. Rimbocchiamoci le maniche e iniziamo da
> oggi a costruire il workshop di Roma 2009.
> 
> http://www.iosa.it/www/content/il-workshop-di-padova-impressioni-e-riflessioni
> 
> Stefano
> 
> 
> 
> _______________________________________________
> Archeologia mailing list
> Archeologia a gfoss.it
> http://gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/archeologia




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