[Archeologia] Il workshop di Padova: impressioni e riflessioni

Stefano Costa steko a iosa.it
Lun 26 Maggio 2008 15:27:27 CEST


Un saluto a tutti.

Vedo che il numero di iscritti è già abbastanza alto (33 nel momento in
cui scrivo) perciò volevo "rompere il ghiaccio" con un breve
resoconto/riflessione sul workshop, che ho pubblicato alcuni giorni fa
su iosa.it e tradurrò in inglese appena avrò tempo.

Mi farebbe piacere che le mie osservazioni fossero spunto/ripresa per
discussioni iniziate a Padova.

Stefano

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Il 3° workshop “Free software, open source e open formats nei processi
di ricerca archeologica” si è svolto nei giorni 8 e 9 maggio 2008 a
Padova, organizzato dal Dipartimento di Archeologia dell'Università con
il supporto e il patrocinio di numerose istituzioni, enti e
associazioni.

Dopo aver organizzato in prima persona con il grupporicerche la scorsa
edizione di Genova, quest'anno il mio ruolo nel comitato scientifico è
stato certamente più rilassante ma non meno interessante. Riassumendo,
il workshop è andato veramente molto bene.

Anzitutto quindi un grazie ai ragazzi di Padova e ad Arc-Team che hanno
organizzato un incontro interessante e di alto valore, pur senza perdere
quello spirito aperto e informale che ci portiamo dietro sin dal
concepimento di questi incontri.

La giornata di giovedì 8 è stata dedicata a presentazioni introduttive
sul software libero e interessanti tutorial sull'utilizzo della
distribuzione ArcheOS e dei programmi in essa contenuti. Le
esercitazioni si sono svolte presso il Dipartimento di Statistica
dell'Università. Ho avuto modo di seguire quelle del pomeriggio come
spettatore e sono rimasto molto colpito dal numero degli iscritti (oltre
50), oltre che dalle ottime esercitazioni guidate da Luca, Denis e
Piergiovanna.

Il workshop vero e proprio si è tenuto venerdì 9. Durante la sessione
della mattina siamo riusciti (quasi) per la prima volta ad avere delle
relazioni che, pur parlando di software, lo lasciavano in secondo piano
per concentrarsi sull'archeologia. Quindi “meno software, più
archeologia” (una equazione che cercavamo sin dalla prima edizione del
workshop), ma forse si è trattato più che altro di "software
invisibile", ed efficiente. Dopo 3 anni di workshop, è chiaro a tutti
che nessuno ha voglia di ascoltare che è stato usato un database open
source o un webgis. E anche nella selezione delle relazioni il comitato
scientifico si è mosso in questa direzione. Il workshop sta crescendo e
credo di possa dire lo stesso del gruppo di persone che lo segue.

Il pomeriggio, nella sessione e nella discussione finale dedicate alla
circolazione dei dati e al diritto d'autore sono emersi molti spunti,
idee e una decisa volontà di collaborare sul tema. Anzitutto si è visto
il coinvolgimento di tanti giovani studenti e professionisti (inclusa
anche la Confederazione Italiana Archeologi), un segnale forte di
volontà di cambiamento.

Un primo punto che abbiamo raggiunto è quello di superare l'ideologia di
scontro tra soprintendenza, università e professionisti per calarci in
una ottica di collaborazione. Le istituzioni statali e pubbliche erano
presenti al workshop: oltre alla Sovrintendenza del Trentino, teniamo
anche conto che Fastionline è un progetto a cui prende parte l'ICCD e
che il CNR sarà addirittura l'organizzatore il prossimo anno.
Questo fa ben sperare per quanto riguarda la capacità di incidere anche
a livello decisionale, sia in campo tecnico (software) sia nell'apertura
degli archivi e dell'informazione archeologica.

Altro punto nodale è la partecipazione dei professionisti (tra gli altri
Arc-Team, la Cooperativa Parsifal e la Confederazione Italiana
Archeologi) sia come relatori sia nel pubblico: c'erano tanti giovani e
meno giovani che lavorano come liberi professionisti e nelle
cooperative.
Uscire dall'accademia è sempre una bella cosa e mi pare che in questo
caso lo sia ancora di più, perché parliamo di un settore lavorativo non
facile. Io spero e credo che sia chiaro che tutti gli sforzi per un
maggiore riconoscimento del lavoro intellettuale degli archeologi sul
campo vanno e devono andare necessariamente nella direzione di una
maggiore libertà di circolazione e non viceversa.

Come nota a margine, vorrei sottolineare la necessità, davvero
palpabile, di tornare a parlare di politica archeologica in Italia. Alla
generazione cresciuta negli anni '80 questo può sembrare banale o
superfluo, ma se in un incontro partito da problematiche (quasi)
squisitamente tecniche si finisce a parlare di clausole nei contratti di
lavoro credo che questo workshop stia svolgendo il ruolo di "valvola di
sfogo" per un problema reale.

Riguardo alla condivisione dei dati, abbiamo fatto importanti passi
avanti. Questo è dovuto soprattutto al fatto che lo scorso anno non ci
eravamo ancora resi conto che prima di parlare di diritti d'autore e
licenze libere dovevamo capire chi era il titolare di quei diritti. La
nostra discussione era troppo avanti rispetto al discorso che avremmo
dovuto fare. Gli interventi dell'avvocato Baldo e di Federico Morando
hanno delineato con chiarezza che da un lato esistono le condizioni
giuridiche (ma non sempre quelle burocratiche) per far circolare
liberamente i dati archeologici, e che una volta chiarito chi sono i
titolari dei diritti d'autore ci sono semplici strumenti (licenze
Creative Commons ovvero «alcuni diritti riservati» e gestione flessibile
delle libertà, e ancora un addendum sul modello americano per i
contratti di lavoro e di pubblicazione) che permettono di non bloccare
la produzione intellettuale in un libro o un cassetto. L'intervento
fortemente programmatico della Confederazione Italiana Archeologi ha
chiaramente fatto intendere la portata della questione a livello
professionale. Le domande poste sul piatto sono state molte e non c'
stato tempo per risolverle tutte, come era prevedibile e auspicabile. La
presentazione dei Fastionline ha permesso di capire i possibili scenari
di studio, ricerca e tutela che avremo a disposizione quando finalmente
tutte le parti interessate (gli stakeholders) inizieranno a collaborare
invece che pestarsi i piedi. E contribuire quando possibile a questo
progetto è un primo passo importante.

Quando sono arrivato a casa, ho pensato che tutto l'entusiasmo e
l'interesse che si era raccolto nel pomeriggio di venerdì non poteva
andare disperso per 12 mesi prima di un altro workshop. Ne ho parlato
con gli amici di GFOSS.it e abbiamo quindi attivato una mailing list
dedicata (archeologia a gfoss.it). Probabilmente molti sono iscritti alla
mailing list internazionale che fu creata due anni fa subito dopo
Grosseto: anche se ha più di 100 iscritti, quella mailing list non
funziona molto. Credo che fare un passo indietro rispetto all'idea di
due anni fa (che era buona in teoria, ma meno in pratica) e limitarci
all'Italia potrebbe essere più sensato.
Anche perché stiamo discutendo principalmente di problemi legati alla
realtà accademica, professionale e giuridica italiana, non avrebbe senso
discuterne in inglese. Se anche all'estero ci sono/saranno simili
riflessioni, sarà bene confrontarcisi, ma non prima di avere elaborato
qualcosa di valido in Italia. Rimbocchiamoci le maniche e iniziamo da
oggi a costruire il workshop di Roma 2009.

http://www.iosa.it/www/content/il-workshop-di-padova-impressioni-e-riflessioni

Stefano





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